Scintilla tra le nevi (cap. 5 e Epilogo)
Jun. 3rd, 2025 11:03 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Scintilla tra le nevi
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Rating: safe
Personaggi: Jin Guangyao, Lan Xichen, Lan Wangji, Wei Wuxian
Pairings: XiYao ,WangXian
Word count: 4458La mattina del quarto giorno di conferenza, Jin Ziyao venne convocato dal suo illustre padre per ottemperare al desiderio di uno degli ospiti.
«Mi è stata richiesta una guida per visitare i campi di Scintilla tra le Nevi.» disse Jin Guangshan. «Ritengo che tu sia la persona più adatta per questo compito ed è stata espressamente suggerita la tua presenza.»
Yao s’inchinò rispettosamente.
Nonostante avesse praticamente organizzato lui l’intera conferenza, suo padre lo riteneva idoneo solamente a scortare qualche ospite annoiato a passeggiare tra le peonie. Quando però rialzò gli occhi e vide chi aveva chiesto di lui, il respiro gli si bloccò in gola per un attimo: Lan Xichen sorrideva serenamente appena un passo dietro suo padre.
«Sarebbe un onore per me avere una guida d’eccezione per questa visita.» disse, apparentemente imperturbabile.
Yao s’inchinò immediatamente anche nella sua direzione.
«L’onore è tutto mio, Zewu-jun.» affermò, procedendo poi a fare strada all’illustre ospite verso i sentieri che conducevano ai campi di peonie tipiche di Lanling.
Mentre camminavano, Lan Xichen gli spiegò che l’idea della visita gli era venuta da Nie Mingjue che, la prima sera della conferenza, aveva fatto una passeggiata notturna proprio in quei luoghi per smaltire l’eccessiva dose di vino. Aveva pensato che fosse un’ottima idea ma che avere compagnia sarebbe stato più piacevole. Yao lo ascoltò annuendo, mentre un vago senso di disagio lo pervadeva.
Solo il giorno prima aveva rifiutato i suoi approcci, aveva addirittura assicurato a suo fratello che non ci sarebbe stato nulla tra loro, e ora si ritrovava di nuovo da solo con Xichen, in una situazione che sembrava creata ad arte.
«… Quindi ho mandato Wangji in avanscoperta alle terme.» stava dicendo nel mentre Lan Xichen, i cui discorsi erano virati sulle vicende del fratello e di Wei Wuxian. «E non appena ne ho avuta l’occasione, ho indirizzato là anche Wei-gongzi. Sembra che la situazione si sia evoluta nel migliore dei modi.»
Yao non si era mai particolarmente interessato alle vicende della Seconda Giada e del primo discepolo di Yunmeng, ma anche il più distratto degli osservatori si sarebbe reso conto che tra quei due c’era una tensione sospetta. I più sostenevano che non si sopportassero, ma Yao la riteneva una visione piuttosto miope.
«Mi è stato riferito che ieri sera Wei-gongzi si è trattenuto fino a un’ora tarda e questa mattina Wangji sembrava di ottimo umore.» confermò infatti Xichen. «Sono molto felice per loro.»
Yao annuì, incerto su come rispondere, ma Xichen non sembrò badarvi.
«Era da molto tempo che Wangji provava un trasporto speciale per Wei-gongzi e vedere questo sentimento ricambiato mi ha davvero riempito di gioia. Sapere che almeno mio fratello è riuscito a realizzare il suo amore mi conforta molto.»
A Yao non sfuggì l’enfasi sulla parola “almeno” e sentì una fitta al cuore. Non era di suo fratello che stava parlando Xichen, non solo.
Mentre camminavano tra le corolle candide delle peonie, si azzardò ad alzare lo sguardo su di lui per capire se la sua intuizione fosse giusta e sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Xichen lo stava fissando con un’espressione così carica di calore che Yao abbassò immediatamente gli occhi. Sapeva quello che stava succedendo e sapeva che stava contravvenendo a tutte le sue risoluzioni della sera prima. Eppure non riusciva a imporsi di mettere un freno a tutto, di andarsene e chiudere quel capitolo della sua vita. Strinse le mani a pugno, nascoste dalle maniche, per impedirsi di compiere qualsiasi gesto non consono. Eppure, nel bel mezzo di quel tormento interiore, sentì le dita di Xichen stringere le sue.
«A-Yao…» mormorò la sua voce gentile. «Guardami, per favore.»
E Yao sapeva che, se avesse ceduto ora, non ci sarebbe stato più nulla che avrebbe potuto salvarli entrambi dalla valanga che li avrebbe travolti. Nonostante questo alzò lo sguardo.
Gli occhi di Xichen erano scuri e luminosi, dalle loro profondità traspariva un amore e una devozione che Yao non avrebbe mai osato immaginare nemmeno nei suoi sogni più sfrenati. Xichen lo guardava sempre così, come se fosse il tesoro più prezioso, la perla più rara e meravigliosa. Questo scatenava in lui un turbine di emozioni che era sempre più difficile tenere sotto controllo: un amore e un desiderio che, negli anni, si erano sempre più avvicinati alla venerazione e, proprio a causa di questo, un senso di colpa e di inadeguatezza che ogni volta gli ricordava quanto non fosse degno nemmeno di spazzare la strada dove Zewu-jun passava.
«A-Yao…»
Era come bramare qualcuno di inarrivabile, qualcuno che, per motivi che lui non riusciva a comprendere, lo bramava allo stesso modo.
«Xichen-ge.»
Non si era nemmeno reso conto di essersi fermato. Non stavano più camminando e la mano di Lan Xichen stava accarezzando la sua guancia. Lo vide socchiudere gli occhi e chinarsi verso di lui. Il suo cuore fece un balzo, le gote si arrossarono e, istintivamente, le ciglia si abbassarono.
Un istante dopo, fece un passo indietro e sollevò le braccia in un inchino cortese.
«Chiedo perdono, Zewu-jun.» disse, il tono di voce basso per evitare che se ne notasse il leggero tremore. «Si è fatto tardi e devo tornare ai miei doveri.»
L’espressione di Xichen era confusa e ferita, il solo vederla gli faceva male al cuore.
«A-Yao…» tentò di richiamarlo, sollevando una mano per fermarlo.
Yao scosse appena la testa.
«Non posso farti questo. Non me lo perdonerei mai.» disse.
Chinò la testa in segno di rispetto e, quando la rialzò, gli mostrò il migliore dei suoi sorrisi.
«Si è davvero fatto tardi.» disse. «Dovremmo rientrare.»
Sforzandosi di mantenere un’apparenza dignitosa e non crollare miseramente in singhiozzi, Yao si avviò lungo il sentiero costeggiato di petali candidi.
Per Lan Xichen quella fu l’ennesima conferma che stava sbagliando tutto. Era chiaro che non riusciva a dare a Yao la sicurezza sufficiente per lasciarsi andare, se l’altro pensava che, facendolo, lo avrebbe danneggiato. Quel “non posso farti questo” era stato peggio di una pugnalata. Era la dimostrazione che, per l’ennesima volta, Yao stava concentrando su di sé tutte le responsabilità, anche quelle che lui stesso avrebbe potuto assumersi. Per Xichen significava solo che non era stato in grado di dargli abbastanza sicurezza da abbandonare le altre preoccupazioni, era l’ennesimo fallimento.
Per questo rimase a guardarlo allontanarsi e, per diverso tempo, non riuscì a convincersi a tornare alla Torre della Carpa Dorata.
Quando infine rientrò al padiglione assegnato ai Lan, un intendente gli si fece incontro con aria sollecita e preoccupata.
«Zewu-jun, vi informo che il vostro venerabile zio è giunto a Jinlintai mentre eravate fuori e ha chiesto di voi.» disse.
Lan Xichen sospirò internamente: non aveva idea del motivo per cui Lan Qiren avesse ritenuto di dover raggiungere lui e suo fratello, ma di certo il tempismo non era dei migliori. Sembrava che l’universo stesse cospirando contro di loro e la buona riuscita dei loro desideri.
Ringraziò quindi il domestico e, dopo essersi accertato che lo zio non si trovasse in attesa nel padiglione, si avviò a cercarlo tra i giardini e i vialetti che circondavano la Torre della Carpa. Riteneva possibile che si fosse recato a rendere omaggio al capoclan Jin ma non ebbe modo di raggiungere la sala delle udienze, che riconobbe l’inconfondibile voce dello zio provenire da uno dei piccoli giardini privati.
«È inammissibile!» stava dicendo il suo inflessibile parente in tono oltraggiato. «Non ho mai visto nulla di più scandaloso in vita mia! Siete la vergogna di questa generazione!»
Lan Xichen aggrottò la fronte e affrettò il passo, temendo per quello che si sarebbe trovato davanti. Si augurava di sbagliarsi e che lo zio fosse incappato solo in un paio di giovani Jin sfaccendati che bighellonavano e magari bevevano. Purtroppo invece i suoi sospetti si rivelarono fondati, nel momento in cui svoltò l’angolo e si trovò di fronte suo fratello che stringeva per la vita Wei Wuxian in modo protettivo. Lo zio era di fronte a loro e il suo viso era arrossato dall’ira.
«Questi atteggiamenti sono inaccettabili!» continuò. «Wangji, sei sempre stato un esempio di rettitudine e ti sono bastati pochi giorni in compagnia di questo svergognato per abbassarti al suo livello! Dov’è il tuo nastro frontale?»
Xichen non ebbe bisogno della risposta del fratello per notarlo. Il nastro bianco ricamato con motivi di nuvole era avvolto attorno al polso di Wei Wuxian e quello, ai suoi occhi, non era certo un segno di vergogna, ma della più profonda devozione.
«Mi erano giunte voci che i miei nipoti si stavano comportando in modo inappropriato ma non volevo crederci. Torneremo immediatamente ai Meandri delle Nuvole e sconterai la punizione adeguata per il tuo atteggiamento sconsiderato.» stava dicendo Lan Qiren.
Fu in quel momento che la pazienza di Wei Wuxian raggiunse il limite e il giovane si fece avanti con aria risoluta.
«È stata colpa mia! Punite me! Sono stato io a…» esclamò, prima che Lan Wangji lo afferrasse e lo spingesse dietro di sé con il chiaro intento di impedirgli di dire o fare qualcosa che li avrebbe messi in una situazione ancora peggiore.
«Non ho motivo di provare vergogna, né ritengo di essermi comportato in modo da meritare una punizione.» disse, in tono basso ma sicuro. «Non ho infranto alcuna regola, non ho assunto nessun atteggiamento che possa considerarsi lesivo per il clan.»
Lan Qiren lo fissava come se fosse impazzito.
«Vi stavate baciando!» esclamò, quasi strozzandosi sull’ultima parola. «Quel ragazzo ti ha chiaramente corrotto!»
Lan Wangji scosse la testa.
«Non accetto che si parli in questo modo del mio compagno di coltivazione, nemmeno se si tratta di te, zio. Wei Ying è una persona degna di rispetto e ammirazione e, se questo non fosse sufficiente, è anche il destinatario di tutto il mio amore. Gli ho donato il mio nastro e questa è la mia ultima parola.»
Il volto di Lan Qiren passò dal rosso al bianco, incredulo che il suo perfetto nipote se ne fosse uscito con un discorso così assurdo.
Fu in quel momento che, voltandosi, si rese conto della presenza di Lan Xichen, che aveva assistito alla scena.
«Xichen! Eri a conoscenza di questa follia? Tuo fratello è uscito di senno, dobbiamo riportarlo a casa e prendere seri provvedimenti.»
Quelle parole, pronunciate con un astio incontenibile, l’espressione seria di suo fratello, per nulla disposto a cedere, e la mano di Wei Wuxian che stringeva la sua, resero improvvisamente Xichen consapevole di quello che finora non aveva pienamente compreso. Ecco cosa temeva Yao, ecco qual era il muro contro il quale era certo di scontrarsi e che avrebbe distrutto sia lui stesso che il suo amato. Era un muro di incomprensione e ostilità che non avrebbe fatto sconti a nessuno. Eppure, nonostante questo, suo fratello era lì, fermo come una roccia, a combattere per il suo amore. Xichen sapeva che non sarebbe indietreggiato di un passo, questa era la sua scelta e l’avrebbe sostenuta fino alla fine. Era fiero di lui e dell’uomo che era diventato.
Mentre lui che cos’aveva fatto per affermare i suoi sentimenti? Per difendere l’amore che provava? Nulla, solo parole vuote e gesti che non erano serviti a far sentire al sicuro il suo amato. Non era stato abbastanza risoluto e aveva solo finito per far soffrire entrambi.
«Perdona le mie parole dirette, zio, ma ritengo che Wangji sia perfettamente padrone delle proprie azioni. Non ha violato alcuna regola donando il suo nastro alla persona scelta dal suo cuore e concordo nel ritenere Wei-gongzi un uomo degna di stima.»
Invece che placare il vecchio Lan, quelle parole, se possibile, lo irritarono ancora di più.
«Non intendo lasciar correre questa mancanza di disciplina.» affermò. «Wangji, desidero conferire con te in privato immediatamente. Senza di lui.» aggiunse seccamente, quando vide Wei Wuxian muovere un passo in avanti.
Xichen seguì con lo sguardo il fratello che si voltava e sussurrava qualcosa al compagno. L’altro protestò per un attimo ma, quando Lan Wangji strinse tra le sue la mano attorno a cui era avvolto il nastro e vi posò un bacio sul dorso, sembrò placarsi. Mormorò qualcosa con espressione accorata e lo lasciò finalmente andare.
Prima di abbandonare il piccolo cortile al seguito dello zio, Lan Wangji rivolse al fratello un piccolo cenno del capo, segno sia di saluto che di ringraziamento per il sostegno. Xichen ricambiò con un sorriso d’incoraggiamento ma non li seguì. Aveva qualcosa da fare e doveva farla subito.
Non potendo in nessun modo seguire Lan Wangji, Wei Wuxian si era diretto in cerca dell’unica persona che, sapeva, lo avrebbe ascoltato senza pregiudizi. Quindi ora si trovava con la testa appoggiata sulle ginocchia della sua amata shijie, mentre lei gli accarezzava i capelli con gesti amorevoli.
«Non vuoi raccontarmi cos’è successo, A-Xian?» stava dicendo lei, in tono preoccupato.
«Non ti ho mai visto così turbato.»
«Ho combinato un disastro, shijie.» rispose Wei Wuxian, sommessamente. «Ho messo nei guai una persona a cui tengo tantissimo e questo potrebbe portare anche a un incidente diplomatico con i Lan. Se il vecchio Lan Qiren s’impunta, potrebbe andarci di mezzo l’intero clan Jiang.»
La giovane donna era perplessa. Di certo pensava che stesse esagerando, come al solito, e che tutto si sarebbe risolto in un’innocua ramanzina. Ma questa volta non sarebbe stato così.
Facendosi forza, Wei Wuxian le raccontò cos’era successo il giorno prima, alle terme, come lui e Lan Wangji fossero stati sorpresi da suo zio in atteggiamenti intimi e come la situazione fosse velocemente precipitata.
«Oh, A-Xian.» commentò Jiang Yanli alla fine del racconto.
La mano che lo accarezzava si fermò sulla sua guancia e lo indusse ad alzare lo sguardo.
«Lo ami proprio tanto.»
«Tantissimo, shijie. Non posso accettare che il suo clan gli faccia del male per colpa mia.»
Con una mano strinse il polso attorno a cui era avvolto il nastro frontale bianco, mentre la pena gli chiudeva la gola. Si sforzò di trattenere una lacrima traditrice che premeva per uscire.
Yanli si chinò e lo abbracciò.
«Lan-er-gongzi è una persona virtuosa e sono certa che chiunque nel suo clan lo sappia, anche suo zio. Una volta che sarà sfumata la rabbia del momento, capirà e non lo punirà.» disse. «Sono sicura che nessuno vuole creare un incidente tra clan, men che meno durante una conferenza. Vedrai che tutto si sistemerà.»
Wei Wuxian avrebbe tanto voluto crederci, ma non poteva essere così semplice.
«E se fosse stata l’ultima volta che ci incontravamo? Se lo rinchiudessero e lo costringessero a tornare a Gusu? Non lo vedrei mai più.»
La sola idea gli provocava un nodo allo stomaco.
Yanli tornò ad accarezzargli i capelli, maternamente.
«I Lan non sono tiranni, non farebbero mai una cosa del genere a uno dei loro membri più eminenti. Ma se ti fa stare più tranquillo manderò Zixuan ad accertarsi che nei loro quartieri vada tutto bene.»
Wei Wuxian avrebbe voluto rispondere che Jin Zixuan era l’ultima persona al mondo a cui si sarebbe affidato per una questione così delicata, ma non avrebbe mai osato contraddire la sua shijie, quindi si limitò ad annuire e ad appoggiare di nuovo la testa sulle sue ginocchia.
Lan Xichen si sentiva in colpa per aver lasciato solo suo fratello con suo zio, ma era certo che Wangji se la sarebbe cavata egregiamente. Poteva sembrare freddo e disinteressato ma, quando prendeva una decisione, non c’era modo di fargli cambiare idea. Se aveva deciso che Wei Wuxian sarebbe stato il suo compagno di coltivazione, allora così sarebbe stato e sarebbe stato suo zio ad avere del filo da torcere.
Avrebbe seguito il suo esempio, non si sarebbe più fatto fermare da insicurezze e timori, avrebbe lottato per quello che voleva e lo avrebbe ottenuto a ogni costo.
Rinfrancato da quel pensiero, avanzò a passo deciso nella sala dei banchetti dove Yao stava organizzando il ricevimento di quella sera. Con gesti precisi indicava al personale come drappeggiare sulle pareti le lucenti sete dorate che avrebbero decorato la sala. Al suo fianco, Jin Zixuan e la sorellina Jin Su assistevano ai lavori. Il fratello maggiore annuiva, soddisfatto dell’efficienza dell’organizzazione, mentre la ragazzina sembrava entusiasta di tutto quello splendore.
Lan Xichen si presentò loro con un inchino formale.
«Mi permetto di interrompere il vostro lavoro per la necessità di sottoporre a Jin-er-gongzi una questione urgente.» disse.
Immediatamente percepì lo sguardo scintillante di Jin Su su di sé. La ragazzina lo fissava ammaliata, con un sorriso estatico sulle labbra. Jin Zixuan sembrava perplesso e lo squadrò da capo a piedi come se si stesse chiedendo se stesse davvero parlando con loro.
Yao aveva spalancato gli occhi, incredulo per quell’apparizione.
Xichen non diede tempo a nessuno dei tre di opporgli un rifiuto, appoggiò una mano sulla schiena di Yao e lo indusse a seguirlo. Questi fece appena in tempo a passare al fratello il rotolo che teneva in mano e ad avvertirlo.
«Mi raccomando, Xuan-ge, bisogna ancora controllare la lista delle portate per il banchetto.»
Xichen intravide appena l’espressione totalmente confusa del maggiore dei Jin, ma sentì chiaramente le parole di Su.
«Zewu-jun è così affascinante! Spero davvero che questa volta Yao-er-ge gli dica di sì così vivranno felici e contenti e lo vedremo più spesso!»
Imponendosi di non sorridere di quella deliziosa ingenuità, condusse Yao fuori dalla sala e lontano dalla residenza Jin. Non potendo tornare al padiglione riservato ai Lan e temendo che in qualsiasi altro luogo sarebbero stati interrotti, si diresse di nuovo ai campi di Scintilla tra le Nevi che circondavano la Torre.
«Cosa succede?» gli chiese Yao, chiaramente ansioso, una volta che furono di nuovo soli tra i petali candidi. «Mi stavo occupando di una cosa molto importante che…»
Xichen lo interruppe, afferrandogli le mani.
«Anche questa è una cosa molto importante.» disse. «Mi sono reso conto che abbiamo sempre dato priorità ad altro ed è per questo che ora ci troviamo in questa situazione. È principalmente colpa mia, ne sono consapevole, ma ora finalmente ho capito.»
Yao lo fissava, grandi occhi scuri sgranati fissi nei suoi.
«Io e te siamo entrambi persone estremamente razionali, per questo abbiamo pensato e ripensato, ragionato e calcolato, e abbiamo deciso che quello che ci lega non ha possibilità di riuscita.» continuò. «Sono giunto alla conclusione che non è continuando a parlarne che troveremo una soluzione, semplicemente perchè una soluzione non esiste. A-Yao, oggi ho avuto davanti agli occhi la dimostrazione di cosa significa davvero lottare per il proprio amore e ho capito che sono disposto a fare qualunque cosa per poter stare con te.»
Yao aprì la bocca, chiaramente sul punto di obiettare qualcosa di perfettamente sensato e logico, ma Xichen non gliene diede il tempo.
«Niente più discorsi.» ribadì.
Gli circondò la vita con un braccio, attirandolo verso di sé, e lo baciò.
Dopo un primo istante di sorpresa, sentì il corpo di Yao sciogliersi contro il suo, le sue braccia sollevarsi e circondargli il collo per tenerlo più vicino. Rimasero così per attimi infiniti, assaporando il calore l’uno dell’altro, finché Yao non si staccò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
«Non ho mai nemmeno osato pensare che fosse possibile.» mormorò.
Xichen lo strinse di nuovo, baciandogli la fronte.
«Faremo in modo che sia così. Se tu sarai con me, sono disposto a sfidare fino all’ultima regola dell’intero mondo della coltivazione.»
Lo sentì annuire, tra le sue braccia, e giurò a sé stesso che lo avrebbe protetto per sempre. Sarebbe stato un percorso difficile, come suo fratello gli aveva mostrato, ma, seguendo il suo esempio, non avrebbe ceduto. Avrebbe combattuto per il suo amore e la sua felicità ed era certo che, insieme a Yao, alla fine sarebbe riuscito a spuntarla.
L’ultimo giorno di conferenza era infine arrivato. Non era stato semplice giungere al banchetto finale. Wei Wuxian si era trovato a dover affrontare ufficialmente una questione che avrebbe preferito tenere privata ancora per un po’, se non per sé almeno per la pace di Lan Wangji. Lan Wangji che si era dimostrato estremamente testardo nella sua risoluzione e non aveva ceduto di un passo. Aveva espresso i suoi sentimenti chiaramente davanti a un Lan Qiren sempre più minaccioso. Wei Wuxian aveva seriamente temuto che il vecchio Lan avrebbe ordinato di rinchiuderli entrambi, come il padre delle due Giade e la sua sfortunata moglie. Le conseguenze avrebbero avuto ripercussioni non solo su di loro, ma sull’intera alleanza dei clan. Incredibilmente era giunto in loro soccorso Lan Xichen, che aveva a sua volta preso una decisione riguardo sé stesso e il suo nuovo compagno. Era stata una scena surreale e Wei Wuxian avrebbe potuto scommettere che il povero Maestro Lan fosse sul punto di avere una deviazione del qi. Purtroppo per lui, non aveva potuto mettersi contro il suo futuro capoclan, non in maniera troppo plateale e con il rischio di conseguenze. Wei Wuxian era solo un discepolo senza veri legami di sangue con i Jiang, ma Jin Ziyao era il secondo figlio del capoclan Jin, un dettaglio che non poteva essere trascurato.
Ovviamente non aveva dato il suo benestare a nessuna delle due coppie, ma non aveva nemmeno proclamato sentenze di reclusione immediata.
Quindi ora si trovavano lì, al banchetto finale, e nella sala si respirava un’aria di tensione come in nessuna delle riunioni precedenti.
Wei Wuxian aveva lasciato il suo posto tra i Jiang e si era seduto accanto a Lan Wangji e persino il suo aspetto appariva provocatorio: al posto della consueta coda di cavallo aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle, trattenuti sulla nuca da un fiocco rosso. Lan Wangji aveva quasi sorriso nel vederlo. Dall’altra parte della stanza, Jiang Cheng aveva gli occhi talmente spalancati da sembrare due piattini e l’espressione di chi avrebbe preferito essere in qualunque altro posto. Poco distante da lui, Jiang Yanli sorrideva amabilmente a fianco del marito, certa più che mai che le sue previsioni si sarebbero avverate e che sarebbe andato tutto bene. Anche Jin Zixuan sembrava soddisfatto, sebbene Wei Wuxian se ne chiedesse il motivo, visto che non aveva fatto nulla se non presentarsi al padiglione Lan la sera incriminata, verificare che fossero ancora tutti vivi e in salute e darsela a gambe subito dopo. Tuttavia lo sguardo dell’erede Jin non era rivolto a lui ma a qualcun altro.
Anche Jin Ziyao non sedeva alle postazioni del proprio clan e aveva preso posto tra le fila dei Lan, più precisamente accanto a Zewu-jun. Aveva un’espressione seria e composta, come al solito, e Wei Wuxian si chiedeva cosa stesse pensando dietro quell'apparente imperturbabilità.
Dalla parte opposta della sala, nelle postazioni riservate ai Wen e ai Nie, si potevano osservare reazioni simili e opposte: Nie Huaisang e Wen Ning erano raggianti e si scambiavano sguardi compiaciuti, mentre accanto a loro i rispettivi fratelli maggiori avevano espressioni tempestose. Se Wen Qing appariva più preoccupata per l'incoscienza dei soggetti coinvolti, Nie Mingjue sembrava avesse appena masticato un limone intero ed era rosso in faccia per l’irritazione.
Chi invece non stava guardando nessuno degli elementi anomali nella stanza erano Lan Qiren e Jin Guangshan, impegnati nello squadrarsi in cagnesco. L’impressione che davano era quella di due avversari impegnati nel tentativo di strappare all’altro più benefici possibili da una situazione imprevista che li danneggiava tutti. Erano quasi buffi da osservare. O meglio, lo sarebbero stati se da loro non fosse dipeso il destino suo, della persona che amava e di altre due che ormai non potevano più essergli indifferenti.
Wei Wuxian sospirò leggermente e cercò la mano di Lan Wangji sotto il tavolo. Qualsiasi cosa avessero deciso, lui non avrebbe cambiato idea e, quando sentì la sua stretta ricambiata, ebbe la conferma che non sarebbe stato solo in quella battaglia.
Epilogo
I Meandri delle Nuvole erano addobbati a festa. Drappi rossi di seta pregiata ricoprivano le pareti della sala dei ricevimenti e mazzi di peonie dalle corolle ricche e luminose adornavano ogni angolo in vasi di fine porcellana. Le stoviglie più preziose in giada e argento erano state posizionate sui tavolini lungo le pareti della stanza, a loro volta decorati con sgargianti nastri rossi. Gli ospiti erano attesi per l’indomani e si sarebbe trattato di persone illustri, quindi tutto doveva essere perfetto. C’era ancora un sacco di lavoro da fare e, in mezzo al caos di inservienti che correvano avanti e indietro con le braccia cariche di fiori, di arazzi o di decorazioni, Yao impartiva ordini decisi con in mano una lista lunga quasi fino ai suoi piedi. Le pietanze principali per il banchetto non erano ancora state consegnate e il tempo stringeva se dovevano essere cucinate adeguatamente. Dover importare da fuori gli ingredienti non presenti a Gusu aveva allungato le tempistiche e questo aveva rischiato di fargli perdere la pazienza più di una volta. Si era sempre trattenuto a sufficienza per mostrare solo il suo sorriso ai serafici Lan ma, in qualche modo, era certo che la velata minaccia che si celava dietro di esso fosse stata percepita chiaramente. Nessuno dei domestici di cui gli era stata affidata la direzione aveva più osato battere la fiacca. C’era un matrimonio da preparare e tutto doveva essere perfetto.
Inoltre sentiva costantemente su di sé lo sguardo indagatore di Lan Qiren. Il vecchio maestro lo aveva tenuto d’occhio per tutto il tempo, analizzando il suo comportamento e controllando che non contravvenisse a nessuna regola. Dopo giorni di osservazione doveva essersi ritenuto almeno in parte soddisfatto dalla sua solerzia, poiché la sua espressione si era ammorbidita abbastanza da fargli sperare che parte del disappunto fosse svanito. Yao ne era molto sollevato.
Stava per richiamare una ragazza che stava posizionando un mazzo di fiori del colore sbagliato - e, oh, quel drappo rosso sulla parete di destra era decisamente storto! - quando sentì un paio di braccia avvolgersi attorno alla sua vita e un sussurro raggiungergli l’orecchio.
«Sei sempre così efficiente.»
Yao sospirò e si voltò nell’abbraccio.
«Sono qui per questo, Xichen-ge.» brontolò.
«Solo per questo?» ribadì Lan Xichen con una punta di malizia nella voce.
«Per questo e perché mi hai chiesto di rendere indimenticabile il matrimonio di tuo fratello e Wei Wuxian.»
«E lo stai facendo alla perfezione. Ma non strapazzarti troppo, o non ti resterà abbastanza energia per organizzare il nostro, di matrimonio.»
Yao si lasciò sfuggire un sospiro, poi gli rivolse un piccolo sorriso e gli posò un bacio sulla guancia.
«Non starai correndo un po’ troppo? Prima di organizzare qualsiasi cosa dovresti farmi la proposta.»
Lan Xichen gli sorrise di rimando.
«Oh, non temere.» disse, con gli occhi che brillavano. «Ho smesso di farti aspettare.»