Una strategia infallibile
Mar. 5th, 2025 03:32 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Una strategia infallibile
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Rating: safe
Personaggi: Jin Ling, Wei WuXian, Lan WangJi, Lan SiZhui
Pairings: ZhuiLing, WangXian
Word count: 4173
Note: scritta per il Lan Valentino segreto per Francy. Prompt: Dopo aver scoperto che Jin Ling ha una cotta per / sta insieme a Lan Sizhui, Wei Wuxian cerca di fare lo zio complice dandogli consigli, provocando parecchio imbarazzo (ma in fondo Jin Ling è contento.)Quando gli anziani del consiglio gli avevano suggerito di fare qualcosa che rinsaldasse le alleanze tra i clan, soprattutto vista la sua recente nomina, Jin Ling aveva inizialmente pensato che si trattasse di un’enorme scocciatura. Non aveva idea di cosa avrebbe potuto organizzare e non era nemmeno sicuro che servisse a qualcosa. Ai suoi occhi le alleanze tra i Jin e gli altri clan non sembravano in pericolo. Quella con i Jiang era ovviamente scontata e solidissima; quella con i Lan, dopo il ritorno di Wei Wuxian e il caso di Jin Guangyao, aveva vacillato, ma, in qualche modo, sembrava essersi assestata; di quella con i Nie doveva ammettere che gli era sempre importato poco: il capo coltivatore Nie Huaisang sembrava un tipo poco avvezzo ai problemi del mondo, che preferiva starsene sulle sue e non creare problemi.
Nonostante questo, gli anziani non avevano voluto sentire ragioni e gli avevano portato a esempio suo nonno, a loro dire ultimo dei grandi capiclan Jin, che aveva organizzato i migliori giochi del Jianghu, superiori addirittura a quelli portati a suo tempo dal tanto odiato Wen Ruohan. Di conseguenza Jin Ling non aveva potuto fare altro che arrendersi e impegnarsi a mettere in piedi una manifestazione che fosse degna di essere ricordata. Con l’aiuto dei maestri di corte, uno per disciplina, aveva stabilito gli incontri di tiro con l’arco, spada e arti marziali, facendo poi culminare il tutto in una grande caccia notturna.
Mentre si trovava davanti gli innumerevoli problemi di gestione di un ritrovo in grande stile come quello, si ricordò che i giochi di Jin Guangshan, quelli tanto decantati dagli anziani, erano stati in realtà organizzati e gestiti unicamente da Jin Guangyao. Nonostante provasse ancora sentimenti contrastanti nei suoi confronti, in quel momento sentì la sua mancanza più che mai.
Fortunatamente tutti gli altri clan risposero positivamente all’invito e, in capo a pochi giorni, la Torre della Carpa Dorata venne invasa di delegazioni e giovani discepoli che non vedevano l’ora di dare prova del proprio valore.
I primi a presentarsi erano stati proprio i Lan, con in testa Lan Wangji, come rappresentante del capoclan, e ovviamente Wei Wuxian. Al loro seguito, un gruppetto di discepoli scelti tra cui spiccavano il primo discepolo Lan Sizhui e il suo amico fraterno Lan Jingyi. Subito dopo si erano presentati i Jiang, capeggiati ovviamente da Jiang Cheng, circondato da una selva di ragazzini adoranti. I Nie si erano presentati per ultimi: era chiaro che Nie Huaisang avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì e aveva accettato per pura formalità. Gli allievi del suo clan sembravano tutti desiderosi di riscatto agli occhi del mondo.
Jin Ling era piuttosto soddisfatto del risultato e si augurava che, per una volta, tutto procedesse senza intoppi. Purtroppo non aveva calcolato Wei Wuxian che, fin dal primo momento, aveva deciso di dargli il tormento.
«Che nostalgia!» aveva esordito spaziando con lo sguardo sul campo che avrebbe ospitato la gara di tiro con l’arco. «Quando ero giovane ho partecipato a una competizione simile e scommetto che se lo ricordano ancora tutti!»
Aveva lanciato un’occhiata piuttosto intensa a Lan Wangji, ma questi si era limitato a scuotere appena la testa.
«Che ne dici, posso partecipare anch’io, A-Ling?» disse, strizzandogli l’occhio.
«Wei Ying.» disse Lan Wangji in tono sommesso.
«Lo so, Lan Zhan, lo so che è una competizione per i discepoli. Ma sarebbe divertente ricordare i tempi andati!»
«Wei Ying.» ripetè Lan Wangji.
«Oh, va bene, va bene, hai vinto. Riesci sempre a farmi fare quello che vuoi.» brontolò Wei Wuxian, gonfiando le guance.
Jin Ling spostò lo sguardo confuso da l’uno all’altro, domandandosi se non stessero comunicando in una sorta di codice cifrato, poi alzò le spalle e lasciò perdere, grato anche solo del fatto che Wei Wuxian avesse rinunciato all’idea. Ora quello di cui doveva occuparsi era che l’ingresso delle varie delegazioni andasse come previsto, non aveva tempo per stare dietro alle follie del suo assurdo secondo zio. Aveva dato delle direttive precise per ricreare l’atmosfera degli ultimi giochi di tanti anni prima. Se fossero state seguite a dovere sarebbe stato sicuramente un bello spettacolo e tutti sarebbero rimasti soddisfatti.
Augurandosi che non vi fossero intoppi dell’ultimo minuto, si avviò al palco d’onore.
Wei Wuxian non aveva staccato gli occhi dal nipote nemmeno per un momento. Nonostante avesse voglia di divertirsi, aveva capito quanto fosse importante quella manifestazione per il consolidamento della sua posizione, quindi avrebbe fatto del suo meglio per aiutare.
Sul palco Jin Ling si sedette al posto d’onore, al centro, ai suoi lati presero posto Jiang Chegn e Nie Huaisang. Wei Wuxian e Lan Wangji si accomodarono in posti più laterali ma che avevano comunque un’ottima visibilità sull’arena dove sarebbero entrati i contendenti.
I discepoli di ogni clan fecero il loro ingresso a cavallo, sfoggiando le loro vesti migliori e il loro portamento più elegante davanti agli occhi estasiati del pubblico e, soprattutto, delle ragazze che affollavano i palchi. Come da tradizione, queste ultime iniziarono a lanciare fiori ai giovani coltivatori, che raccoglievano con gratitudine quelli lanciati dall’amata o dalla sorella e se li appuntavano orgogliosamente sul petto. Quando fece il suo ingresso Lan Sizhui, perfetto, elegante e impeccabile sul suo cavallo candido come la neve, la platea rimase in silenzio per un istante poi esplose in acclamazioni entusiaste. Una pioggia di fiori lo ricoprì e il giovane rivolse a tutti il suo sorriso gentile. Anche Wei Wuxian si alzò e applaudì, sporgendosi dal parapetto per lanciare al ragazzo una peonia, come la sua shijie aveva fatto con lui tanti anni prima. Lan Sizhui la raccolse e se l’appuntò sul petto, sollevando una mano per salutare i suoi padri che lo osservavano orgogliosi dalla balconata. Un istante dopo spostò lo sguardo e salutò qualcun altro. Poteva sembrare un gesto casuale e generico, rivolto a tutto il pubblico, ma a Wei Wuxian non sfuggì un particolare: qualcun altro su quel palco aveva seguito l’ingresso di Sizhui senza staccargli gli occhi di dosso, qualcuno che sedeva a pochi passi da lui e che ora era palesemente arrossito.
«Oh-oooh!» si ritrovò a pensare, mentre un sorrisetto malizioso si dipingeva sulle sue labbra. Quella scoperta era estremamente interessante.
Da quel momento in poi fece in modo di trovarsi sempre nelle vicinanze di Jin Ling per tutta la durata delle competizioni, in modo da poterglisi avvicinare e parlare senza difficoltà: avrebbe messo la sua esperienza al servizio del suo sfortunato nipote, che non aveva nessun altro a cui chiedere consiglio.
Le prime gare furono i duelli con la spada e i discepoli Lan si distinsero per la grazia e l’eleganza dei movimenti, eseguendo attacchi perfetti e tecniche impeccabili. Persino negli scontri con gli innegabilmente superiori Nie, armati di sciabola, il loro portamento non vacillava minimamente. Sizhui in particolare si distinse per abilità e per il fatto di non indietreggiare mai di un passo in nessuno degli scontri che affrontava. Jin Ling non gli staccava gli occhi di dosso e Wei Wuxian poteva vederlo chiaramente entusiasta di ogni vittoria conseguita dall’amico.
«Incredibile, vero?» disse, affiancandoglisi. «A-Yuan padroneggia lo stile Lan come nessun altro dei discepoli, è davvero una gioia per gli occhi.»
Scrutò il ragazzo di sottecchi per valutarne la reazione e lo vide agitarsi sul posto.
«Sì, non è malaccio.» fu la risposta.
Wei Wuxian rise di gusto.
«Suvvia, puoi anche ammettere che è bravo, non è disonorevole. Io ad esempio non mi faccio il minimo problema ad ammettere che mi straccerebbe.»
Jin Ling sbuffò.
«Tu non ti fai il minimo problema ad ammettere le peggiori stupidaggini.»
Non potendo dargli torto, Wei Wuxian rise di nuovo.
«Non ti piacerebbe provare ad affrontarlo?» chiese, sperando in una reazione più soddisfacente.
Jin Ling lo guardò come se fosse impazzito.
«Sono un capoclan, ora! Che figura ci farei a farmi vedere da tutti sconfitto da un discepolo?»
Il che non significava che non gli sarebbe piaciuto sfidare Sizhui, ma che semplicemente non voleva farlo davanti a testimoni.
Wei Wuxian annuì tra sé.
«In effetti la discrezione è importante.» commentò.
Jin Ling gli lanciò l’ennesima occhiataccia e, evidentemente esasperato da quei discorsi, si allontanò a grandi passi lasciandolo a ridacchiare da solo.
La seconda competizione sarebbe stata quella di tiro con l’arco e per Wei Wuxian fu davvero arduo rinunciare a partecipare. Vedere i giovani arcieri in fila davanti ai bersagli, scatenava in lui ricordi di giovinezza che difficilmente sarebbe riuscito a tenere a bada. Questo però significava anche che aveva in serbo dei preziosissimi consigli da dare a Jin Ling.
Lan Wangji, che aveva perfettamente intuito le sue intenzioni, fece di tutto per tenerlo accanto a sé sul palco mentre il giovane capoclan si apprestava a prendere posto tra i contendenti.
«Sarebbe inappropriato.» disse.
«Inappropriato?» fece eco Wei Wuxian. «Stai tranquillo, Lan Zhan, non andrò a sciogliere il nastro frontale di A-Yuan per darlo a Jin Ling. Voglio solo essere certo che mio nipote sappia come comportarsi con la sua cotta.»
Lan Wangji alzò un sopracciglio, perplesso.
«Cioè come ti comportavi tu?»
«Io non avevo una cotta!» protestò con enfasi Wei Wuxia, per poi interrompersi bruscamente. «No, ok, questo non è tecnicamente vero. Però, quello che voglio dire è che Jin Ling non ha nessuno a cui fare riferimento per queste cose. Chi dovrebbe consigliarlo? Jiang Cheng? È chiaro che sia mio specifico compito essergli d’aiuto!»
Lan Wangji non aggiunse altro, consapevole che ogni rimostranza sarebbe stata inutile, e Wei Wuxian ne approfittò per schizzare giù dal palco e raggiungere i giovani.
Raggiunse Jin Ling in men che non si dica, ma il ragazzo era intento a incordare il suo arco quindi non lo notò subito. A pochi passi da lui, Sizhui stava prendendo la mira. Jin Ling alzò gli occhi e rimase immobile a fissarlo, l’espressione incantata.
Wei Wuxian non se la sentiva di dargli torto: il suo bambino era davvero l’incarnazione dell’eleganza e della maestria dei Lan, chiunque sarebbe rimasto affascinato da lui.
«Se continui a guardarlo così, finirai per consumarlo.» sussurrò all’orecchio di Jin Ling, avvicinandosi di soppiatto
L’altro sobbalzò visibilmente e si voltò verso di lui con espressione indignata.
«Shishu, smettila! Gli attacchi alle spalle sono indegni!»
Wei Wuxian rise e ignorò le sue rimostranze.
«Su, su, sono qui per aiutarti, dovresti essere felice. A-Yuan è bravo nel tiro con l’arco, ma tu lo sei certamente di più, quindi dovresti approfittarne per metterti un po’ in mostra e fare bella figura.»
A quelle parole, vide l’espressione di Jin Ling ammorbidirsi appena, mentre il suo sguardo saettava intorno per assicurarsi che nessuno li stesse ascoltando.
«Cosa dovrei fare, secondo te?» chiese, appoggiando un’estremità dell’arco a terra e la mano libera su un fianco.
Era incredibile quanto il suo atteggiamento virasse all’arroganza anche quando stava chiedendo favori. Wei Wuxian non poteva fare a meno di stupirsene, ma l'occasione era troppo ghiotta per soffermarsi su queste piccolezze.
«Ho una strategia che funziona sempre!» esclamò. «Provata e certificata! Saresti in grado di centrare quel bersaglio a occhi chiusi, vero? Oh, non fare quella faccia, so benissimo che ne sei in grado. Quindi ora vai da lui e chiedigli di prestarti il suo nastro frontale per bendarti gli occhi.»
L’espressione scandalizzata di Jin Ling era impagabile.
«Provata e certificata da chi?» sbottò, rosso come un peperone. «Chi avrebbe osato fare una cosa del genere a un Lan e sopravvivere?»
Wei Wuxian non era tipo da provare imbarazzo per questo genere di cose, quindi rispose nell’unico modo che gli veniva spontaneo: ridendo.
«Oh, fidati che chi l’ha fatto è sopravvissuto. Almeno quella volta. E le conseguenze non sono state affatto spiacevoli!»
Jin Ling scosse la testa, le guance ancora arrossate per il disagio a cui si era aggiunta una buona dose di irritazione.
«Non voglio saperne niente! Non so davvero come faccia Hanguang-jun a sopportarti, adesso come allora!»
«Non ho mai detto di essere stato io.» obiettò Wei Wuxian mettendo su un faccino innocente che non avrebbe tratto in inganno nemmeno l’ultimo degli ingenui. «E comunque il punto è che dovresti essere più intraprendente se vuoi essere notato dalla persona che ti piace. A-Ling, io faccio il tifo per te, voglio solo che tu sia felice!»
Dalla postazione poco lontano provenne il tonfo di una freccia che si conficcava nel bersaglio e uno scroscio di applausi coprì l’ultima parte delle sue parole. Jin Ling si voltò di scatto e scoprì che Sizhui aveva appena effettuato un centro perfetto. Il suo viso s’illuminò e si unì spontaneamente agli applausi entusiasti.
Sizhui sorrise educatamente e s’inchinò alla folla in segno di ringraziamento, poi si rivolse verso di loro e piegò la schiena solo un poco di più in segno di rispetto per l’apprezzamento del capoclan ospite.
Wei Wuxian sollevò una mano per salutarlo, per nulla sorpreso ma comunque estremamente felice del risultato. Non gli sfuggirono l’espressione ammirata e gli occhi scintillanti di Jin Ling.
«Coraggio.» gli disse. «Ora mostragli quanto sei bravo. Cadrà ai tuoi piedi.»
A quelle parole il sorriso di Jin Ling si congelò, mentre sillabava a fior di labbra, senza guardarlo: «Shishu. Vai. Via. Oppure chiamo Fata.»
Wei Wuxian sgranò gli occhi, fece dietro front, e tornò di gran carriera verso il palco d’onore. Mentre era di spalle sentì il tonfo di una freccia, seguito subito dopo da un secondo. Si voltò e vide che il nipote aveva appena realizzato due centri perfetti di fila. Entusiasta, lanciò un pugno in aria in gesto di trionfo.
Alla caccia notturna erano ammessi come partecipanti anche gli ospiti adulti, poiché si trattava di una competizione su più larga scala e i giovani potevano necessitare di assistenza.
«Seguirò i discepoli.» disse Lan Wangji a un distratto Wei Wuxian che, da quando era rientrato dal campo di tiro con l’arco, non faceva altro che guardarsi attorno. «Ti unirai a noi?»
Wei Wuxian gli rispose con un sorriso di scuse.
«Vorrei seguire Jin Ling, se non ti dispiace. Jiang Cheng non è affidabile per queste cose e quel povero ragazzo si ritrova senza una guida.»
Ovviamente si riferiva a una guida sentimentale, anche se sospettava che il suo shidi non fosse stato un supporto ottimale in tutta la vita del nipote. Ma una cosa per volta.
«Prenditi cura di A-Yuan, mi raccomando.» aggiunse.
Sapeva benissimo che suo marito avrebbe badato perfettamente ai discepoli e in particolare al loro bambino, facendo attenzione che non si mettessero nei guai, ma in quel momento sentiva che sarebbe stato meglio avere un occhio di riguardo.
Lan Wangji si limitò ad annuire, con solo un accenno di esasperazione a increspargli le sopracciglia. Per Wei Wuxian fu più che sufficiente e partì di gran carriera per raggiungere l’ignaro giovane Jin.
Dopo che tutte le squadre furono partite per le rispettive ricognizioni, lo trovò che impartiva ordini a un gruppetto di discepoli del suo clan: alcuni erano più grandi di lui e lo osservavano con espressioni di sufficienza, chiaramente disinteressati alle indicazioni di un capoclan imberbe, altri erano più piccoli e l’ammirazione era chiaramente visibile nei loro sguardi scintillanti. Quando Wei Wuxian si avvicinò, lo notarono prima loro dell’oggetto del suo interesse e tutti, senza distinzione, spalancarono gli occhi e si profusero in inchini rispettosi. Solo allora anche Jin Ling si accorse della sua presenza e sospirò, seccato.
«Shishu, perchè sei ancora qui? Non vai con Hanguang-jun?» chiese.
«E tu? Perchè Jiang Cheng non è con te?» ribatté Wei Wuxian, con un sorrisetto.
Jin Ling parve preso in contropiede.
«Jiujiu ha detto che adesso sono un capoclan quindi non intende farmi da balia, che devo prendermi le mie responsabilità.» rispose.
A parole sembrava orgoglioso, ma Wei Wuxian poteva vedere un certo smarrimento nel suo sguardo. Gli sembrava chiaro che quel ragazzino non fosse ancora pronto a essere lasciato a sé stesso.
«Ha ragione.» rispose invece, per non metterlo in imbarazzo davanti ai discepoli. «E sembra che te la stia cavando alla grande!»
Sentendosi addosso gli sguardi del gruppo ancora immobile davanti a loro, rivolse loro un’occhiata interrogativa.
«Beh, cosa state aspettando? Li avete sentiti gli ordini del vostro capoclan, no? Andate!»
Quelli s’inchinarono immediatamente e schizzarono via.
Wei Wuxian si sfregò le mani, soddisfatto, e circondò le spalle di Jin Ling con un braccio.
«Li hai addestrati a dovere.» commentò. «Si vede che ti rispettano.»
Jin Ling gli lanciò un’occhiata esasperata.
«Erano spaventati da te.» rispose, esasperato.
«Da me?!» fece Wei Wuxian esagerando il proprio sconcerto e buttandola sul ridere.
«Chiunque non ti conosca di persona è spaventato dal Patriarca di Yiling.»
Dato il tono di Jin Ling, Wei Wuxian preferì non domandare cosa pensasse chi lo conosceva da vicino. Si concentrò invece sul motivo della sua presenza lì.
«Lasciamo perdere questa storia e pensiamo alle cose importanti. A-Yuan è in giro per il bosco con Lan Zhan e Lan Jingyi. Dobbiamo fare in modo che vi incontriate.» iniziò a spiegare mentre si incamminavano. «Hai una benda con te?»
Jin Ling si sfilò con un gesto secco dal braccio che ancora gli circondava le spalle e iniziò a camminare più velocemente, lasciandolo indietro.
«Non ignorarmi, lo sto facendo per il tuo bene!» lo richiamò Wei Wuxian. «Sono certo che dopo mi ringrazierai. Allora, questa benda?»
Jin Ling si voltò e gli lanciò un’occhiata di fuoco.
«Ho con me solo un piccolo kit per il pronto soccorso.» brontolò.
Dalla sua espressione era chiaro che il ragazzo non avesse idea di dove suo zio volesse andare a parare ma stesse comunque tollerando a stento la sua presenza. Era troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno di aiuto e, allo stesso tempo, troppo intimorito per intraprendere una seria azione contro di lui. Questo lo costringeva nel limbo delle possibilità e lo frustrava enormemente.
«Ce lo faremo andare bene.» annuì Wei Wuxian che, al contrario, si stava divertendo tantissimo. «O potremo usare uno dei nastri della tua cintura. Ascoltami bene, questo è uno stratagemma che funziona alla grande per attirare un Lan.»
Entusiasta, si lanciò nel racconto di come, nella sua vita passata, avesse partecipato a una competizione simile e si fosse trovato a essere soggetto di una sfida lanciata da una persona con molto tempo libero e troppa invidia da covare. Per questo motivo si era ritrovato a passare il tempo bendato e seduto su un albero. Non si era minimamente reso conto che quello sarebbe stato il modo migliore per far sì che qualcuno che lo desiderava da molto tempo si facesse avanti. Incurante dell’espressione scandalizzata di Jin Ling, proseguì con una dettagliata descrizione di come fosse stato spinto contro quel tronco e baciato fino a perdere il fiato. Lì per lì gli era sembrata un’esperienza bizzarra e anche un po’ spaventosa, ma ora la ricordava con affetto. Aveva scoperto che il suo misterioso assalitore altri non era che il suo amato marito, che non aveva resistito alla tentazione, vedendolo così vulnerabile. Wei Wuxian ci tenne a specificare di non essersi mai considerato vulnerabile, semplicemente non aveva voluto resistere a quella che credeva essere un’innocente donzella, con il rischio di metterla troppo in imbarazzo. Che poi si fosse ritrovato a reggersi a malapena in piedi era un fatto trascurabile.
«Quindi adesso dovresti davvero salire su quell’albero e bendarti gli occhi.» concluse. «Ci penso io a indirizzare qui il Lan del tuo cuore!»
Per quanto non fosse sicuro che Sizhui avrebbe osato fare una cosa del genere, era troppo rispettoso anche solo per pensarci, avrebbe sempre potuto suggerirglielo.
Jin Ling era orripilato.
«Shishu! Quella è stata un’aggressione!» esclamò. «Non c’è niente di romantico!»
«Se la metti in questo modo… Beh, forse.» considerò Wei Wuxian, inclinando il capo, pensoso. «Ma si tratta di Lan Zhan, non è mai stato bravo a comunicare certe cose e l’avevo già esasperato a dovere. Ripensandoci, in effetti è tanto che non mi abbia fatto altro. Ora, quando lo stuzzico più del dovuto, la sua reazione è molto più…»
«Non voglio saperlo!» lo interruppe Jin Ling, bruscamente e con le guance in fiamme.
In quel momento, in lontananza, giunse loro un chiacchiericcio allegro che li distrasse da quello scambio imbarazzante. Tra i cespugli colsero immagini di fruscianti vesti bianche ed entrambi aguzzarono la vista.
Erano Lan Sizhui e Lan Jingyi, quest’ultimo con un braccio attorno alle spalle dell’amico, che ridevano e sembravano divertirsi un mondo. Jingyi teneva stretto Sizhui e le loro teste erano vicine: sembravano persi in un mondo tutto loro. A Wei Wuxian non sfuggì la mano di Jin Ling che si strinse a pugno attorno all’arco.
«Geloso?» mormorò, allusivo.
«Certo!» sbottò Jin Ling, ormai oltre il limite della sopportazione. «Cosa credi, shishu, che mi diverta a vederli così? Che non vorrei prendere a calci quel buono a nulla di Jingyi ed essere al suo posto? Ma non posso farlo, Sizhui si arrabbierebbe un sacco. E comunque non posso andare a spasso con loro, devo badare agli affari del mio clan e controllare la competizione.»
Wei Wuxian lo poteva capire fin troppo bene: anche lui a volte avrebbe voluto cacciare tutti quelli che si avvicinavano a suo marito, soprattutto se gli appioppavano incombenze del clan che sottraevano tempo a quello che avrebbero dovuto passare insieme. Per questo passò subito all’azione e si diresse a grandi passi verso i due discepoli.
«A-Yuan!» chiamò, agitando una mano allegramente. «Jingyi!»
I due si voltarono subito con espressioni stupite. Li raggiunse anche Lan Wangji, che si trovava a pochi passi di distanza, intento a esaminare una traccia.
«Cosa succede, baba?» domandò Sizhui, avvicinandosi con aria curiosa.
«Come procede la caccia?» si informò Wei Wuxian, mentre poteva chiaramente sentire gli insulti silenziosi che Jin Ling gli stava lanciando.
«Abbastanza bene, grazie.» rispose il primo discepolo di GusuLan. «Abbiamo preso un paio di cadaveri di basso livello e una bestia di livello intermedio. Hanguang-jun ci sta supervisionando.»
Wei Wuxian annuì, compiaciuto.
«Ve la state cavando egregiamente.» constatò. «Senti, A-Yuan, cosa ne diresti di affiancare Jin Ling per un po’? Potreste dividervi le prede.»
Sizhui gli rivolse un’espressione perplessa.
«Pensavo che lo stessi affiancando tu come supervisore.» obiettò.
Wei Wuxian stava per rispondere quando venne interrotto da Lan Jingyi, che si intromise con la sua consueta esuberanza.
«Ma sì, dai, Sizhui! Sarà divertente andare a caccia con la signorina Jin!»
L’insulto che Jin Ling gli strillò venne coperto dal tono fermo di Wei Wuxian.
«Oh, no, caro. Tu ora mi mostrerai i tuoi progressi nell’arte di seguire le tracce.» disse, bloccando così sul nascere ogni possibilità di lasciare i due piccioncini con un fastidioso terzo incomodo. «Su, coraggio, andiamo!»
Voltandosi appena, scoccò un sorriso luminoso a Jin Ling, che venne accolto da un gestaccio.
Non si rese conto che Lan Wangji si era affiancato a lui finché la mano dell’altro non scivolò sotto il suo gomito in un gesto apparentemente casuale.
«Anche Wei Ying ha una lezione da imparare.» disse in tono neutro e senza scomporsi minimamente.
Wei Wuxian sentì un brivido corrergli lungo la schiena, ma non poté opporsi quando la presa di Lan Wangji si fece ferrea e il marito lo trascinò via.
Jingyi rimase alcuni passi indietro, spostando lo sguardo confuso da una coppia all’altra. Sizhui, con un sospiro, gli fece segno di seguire i maestri.
I due ragazzi, rimasti soli, si scambiarono occhiate perplesse.
Jin Ling scosse la testa.
«A volte davvero non capisco cosa passi per la testa di tuo padre.» brontolò. «Mi ha suggerito di salire bendato su un albero per farmi aggredire da te.»
Sizhui trattenne a stento una risatina.
«Baba ha un concetto di romanticismo tutto suo.» disse, avvicinandosi e circondandogli la vita con un braccio.
Ma Jin Ling non aveva finito.
«È tutto il giorno che mi da il tormento con i suoi consigli sentimentali. Ha detto delle cose assurde sul tuo nastro frontale. Al campo di tiro con l’arco sono stato davvero tentato di chiamare Fata, non lo sopportavo più. E anche dopo, con i discepoli…»
La serie di lamentele venne zittita dalle labbra di Sizhui sulle sue e Jin Ling non parlò più per un po’.
Quando recuperò abbastanza fiato per tornare ad articolare una frase, guardò negli occhi il suo amato ed entrambi scoppiarono a ridere.
«Dobbiamo dirglielo, A-Yuan. Non posso andare avanti così, è un tormento.» rimarcò Jin Ling con espressione esasperata. Apprezzava il fatto che il suo secondo zio si preoccupasse per lui e volesse la sua felicità, davvero, ma avere a che fare con i suoi metodi bizzarri e le sue visioni, per così dire, originali era davvero impegnativo.
L’altro gli accarezzò una guancia, con gesto gentile.
«Glielo diremo presto, promesso. Anche se temo che dovremo attendere che si riprenda dopo la… “lezione” di Hanguang-jun.»
Jin Ling arrossì e le risate riempirono di nuovo la radura.