Amore a prima vista... o no?
Jun. 17th, 2024 05:20 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Amore a prima vista... o no?
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Rating: safe
Personaggi: Wei WuXian, Lan WangJi
Pairings: WangXian
Word count: 2703
Note: Scritta per la Pride Challenge 2024 per Paola. Prompt: "...Ma quindi anche per te è stato amore a prima vista?" aka Lan WangJi si scopre a voler far ammettere a WWX che anche per lui, in retrospettiva, si parlava di amore a prima vista.
«È stato amore a prima vista!»
L’esclamazione entusiasta giunse dal tavolo a fianco al loro, dove sedevano due ragazze impegnate in una fitta conversazione. Sembrava che una delle due stesse per ufficializzare il suo fidanzamento e l’altra, chiaramente un’amica che non vedeva l’ora di conoscere le ultime novità mondane, la stava riempiendo di domande.
Wei WuXian sorseggiò il vino dalla propria ciotola e sorrise.
Una volta avrebbe trovato quei discorsi futili e senza senso, ci avrebbe riso su e magari avrebbe anche preso in giro le ragazze flirtando con loro. Ora li trovava teneri. Avere qualcuno che teneva a lui e per cui provare quelle stesse cose aveva ribaltato la sua visione.
Allungò una mano attraverso il tavolo e pizzicò la manica di Lan WangJi, che sedeva di fronte a lui gustando il suo tè.
«Lan Zhan, Lan Zhan! E tu quando ti sei innamorato di me?» chiese, sbattendo le ciglia con espressione ammiccante.
Ormai erano sposati da diversi anni, eppure trovava ancora tremendamente divertente stuzzicare suo marito su certe questioni. A volte ne pagava le conseguenze, ma ne valeva sempre la pena.
Non ricevendo in risposta altro che un’occhiata penetrante e un assottigliarsi di labbra, Wei WuXian si lanciò nelle sue ipotesi.
«Scommetto che è stato quando sono diventato famoso durante la Campagna dell’Eclissi! Il famigerato Patriarca di Yiling che ha svoltato le sorti della guerra! Metà del mondo della coltivazione spasimava per me e non posso dare loro torto!»
Con un gesto della mano allontanò un ciuffo di capelli ribelli dagli occhi e continuò.
«Certo, poi hanno cambiato idea e mi volevano tutti morto, ma per un po’ non è stato male essere ammirato. Si sono addirittura inventati che avevo un harem, che sciocchezza! E tu, Lan Zhan? Anche tu mi ammiravi? Eri geloso del mio harem?»
Una risata sbocciò spontanea sulle sue labbra, ma Lan WangJi scosse la testa.
«Non mi ammiravi o non eri geloso?» lo interrogò ancora Wei WuXian, ricevendo in cambio solo un’alzata di sopracciglio. «Se non è stato allora, quando?»
«Prima.» si limitò a dire Lan WangJi, bevendo un altro sorso di tè.
«Prima? Vuoi dire prima della Campagna dell’Eclissi? Non è che abbiamo avuto grandi occasioni di… Aspetta! Non sarà stato nella caverna della Xuanwu Sanguinaria? Ammetto che quella volta me la sono cavata discretamente! Però mi avevi detto che ero una persona orribile, me lo ricordo bene! Così non vale, Lan Zhan!»
Lan WangJi sospirò e scosse di nuovo la testa.
«Prima.»
«Ma non c’è stato nessun prima!» protestò Wei WuXian. «Quando studiavo a Gusu non facevi altro che rimproverarmi e punirmi. Era chiaro che non ti piacessi affatto. E poi eravamo dei bambini!»
«Sul tetto.»
La voce di Lan WangJi suonò pacata, come se stesse semplicemente esprimendo la più banale delle ovvietà.
«Sul tetto? Quale tetto?»
Wei WuXian era confuso. Durante la sua adolescenza aveva passato un sacco di tempo sui tetti: su quelli di Gusu aveva passeggiato, saltato, ammirato la luna, bevuto…
Un momento. Prima del suo ingresso ufficiale ai Meandri delle Nuvole era stato a Caiyi a comprare delle giare di Sorriso dell’Imperatore ed era rientrato tardi violando il coprifuoco. Ed era stato sorpreso da…
«Vuoi dire quella volta?!» esclamò, balzando in piedi e sbattendo entrambe le mani sul tavolo. Si sporse in avanti per fissare suo marito dritto negli occhi. «La volta che mi hai minacciato con la spada? La prima volta che mi hai visto?!»
Non credeva alle proprie orecchie.
Lan WangJi abbassò lentamente le palpebre e tornò a fissarlo.
«Mn.» disse. «Amore a prima vista.»
Wei WuXian sentì le guance andare a fuoco e si risedette di scatto, coprendosi la faccia con le mani.
«Non è possibile!» esclamò. «Ero… ero insopportabile! Ti ho tormentato in ogni modo! È vero che volevo essere tuo amico, ma non mi conoscevi nemmeno. Non ero per nulla attraente, non avevo niente che potesse suscitare interesse. Com’è possibile che tu…»
«Non avevo mai visto un sorriso come il tuo.»
Di nuovo Lan WangJi pronunciò quelle parole con una calma serafica, solo un lieve accenno di dolcezza a mutarne l’espressione.
Wei WuXian crollò con la testa sul tavolo.
«Lan Zhan, non puoi. Non puoi!» si lamentò.
Lan WangJi allungò una mano e gliela appoggiò sui capelli, in una leggera carezza. Sembrava stesse coccolando un bambino o un cagnolino.
Wei WuXian rialzò la testa, realizzando all’improvviso qualcosa.
«Quindi, quando ci siamo scontrati durante la Campagna dell’Eclissi e pensavo che mi detestassi, tu mi amavi?» esclamò.
«Mn.»
«Quando volevi che tornassi a Gusu con te…?»
«Mn.»
«E nella caverna della Xuanwu, quando hai cantato per me…»
«Mn.»
«Quando ti ho sfilato il nastro frontale e mi hai guardato così male che pensavo volessi uccidermi?»
«Mn.»
«E… e… Quando ti ho spinto oltre il muro, ai Meandri delle Nuvole, e hai chiesto di essere punito insieme a me, tu… già mi amavi…?»
«Sì. Sempre.»
Oh, era così ingiusto! Come poteva dire cose del genere con quella faccia imperturbabile? Wei WuXian si sentiva morire dentro per l’imbarazzo, per non aver mai capito nulla, per aver sempre scherzato in maniera così irresponsabile e perché, dopotutto, in gioventù non aveva fatto nulla per meritare una simile devozione. Era stato solo uno scapestrato impenitente prima e un coltivatore demoniaco poi. Nulla che potesse, in nessun modo, suscitare ammirazione o affetto, men che meno amore. Non riusciva a capacitarsene.
«E tu?»
La domanda gli fece sollevare lo sguardo per incontrare le iridi dorate del marito, illuminate da una luce di curiosità.
«Io?» fece, perplesso. «Ah, ma certo, io… io…»
Si bloccò nel bel mezzo della frase. Non poteva dire che anche per lui fosse stato amore a prima vista, sarebbe stata una bugia troppo grande. A quindici anni non aveva la più pallida idea di cosa fosse l’amore. Come non lo sapeva a diciassette e nemmeno a ventidue. Poi era morto e tredici anni dopo ancora non ne aveva avuto idea. L’aveva capito lentamente, nel corso dei mesi passati al fianco di una persona che pensava semplicemente di ammirare. E anche quella realizzazione non era stata esente da ripensamenti. No, lui non era un’anima candida e devota come Lan WangJi, ma dirlo ora lo avrebbe solo deluso.
«Wei Ying.»
La voce del marito lo riportò alla realtà.
«Scusami, io…»
«Andiamo a casa.»
Così dicendo, Lan WangJi si alzò, pagò il conto della sala da tè e si avviò lungo la strada che da Caiyi riportava ai Meandri delle Nuvole.
Le ragazze al tavolo accanto stavano ancora chiacchierando nel pieno dell’eccitazione e della gioia.
Wei WuXian lo seguì in silenzio, fin troppo consapevole di non aver saputo trovare una risposta.
Quella domanda lo tormentò per i giorni a venire. Sia durante le lezioni che nel tempo libero non riusciva a togliersi dalla testa quel quesito. Lan WangJi meritava una risposta e non averne una per una domanda all’apparenza così semplice lo portava a rimettere in discussione tante, troppe cose.
Era vero che a quindici anni non aveva idea di cosa fosse l’amore? Forse. Eppure faceva lo sciocco con le ragazze per strada. Non si aspettava nulla, era solo un gioco, un passatempo divertente, qualcosa che, sapeva, i ragazzi della sua età avrebbero dovuto apprezzare.
E a diciassette, in quella caverna, quando aveva visto Lan WangJi piangere per la sua casa e la sua famiglia distrutta e si era sentito stringere il cuore, davvero non sapeva cosa fosse l’amore? Quando non aveva rivolto la parola al compagno per due giorni interi perché aveva capito che la sua vicinanza gli faceva del male, era stato solo riguardo? Non si era per nulla sentito ferito a essere allontanato in quel modo? Del resto, anche fosse stato così, cosa sarebbe cambiato se l’avesse ammesso? Come gli era stato ricordato innumerevoli volte nel corso della sua giovane vita, era solo il figlio di un servo, il suo destino era già stato deciso. Era il primo discepolo, sarebbe stato il braccio destro di Jiang Cheng una volta che avesse preso le redini del clan. Non aveva spazio di manovra in quell’esistenza, quindi era impensabile anche solo ammettere a sé stesso che avrebbe voluto qualcosa di diverso. Ridere e scherzare andava bene, godersi ogni momento di vicinanza poteva essere piacevole, ma non avrebbe mai permesso alla sua fantasia e ai suoi desideri di andare oltre, perché sapeva fin troppo bene che non avrebbero avuto un futuro.
E poi? Poi cos’era successo? Ogni volta che ci ripensava poteva solo scuotere la testa, sconsolato. Poi c’era stato solo dolore. Che si susseguiva, cambiando forma, cambiando modo, ma non svaniva mai. Si era ripetuto per tutto il tempo che c’erano cose più importanti, che non aveva tempo, che non aveva modo. C’era sempre qualcosa di più importante di lui, dei suoi sentimenti, della sua vita stessa. Nessuno gli aveva mai dato un motivo per pensare altrimenti.
Ricordava quell’incontro fortuito con Lan WangJi a Yiling come la fiammella di una candela che tentava di illuminare l'oscurità troppo vasta. Era durata per un po’ e poi si era spenta. In quel momento non poteva, non voleva pensare di provare qualcosa. Sarebbe stato troppo da sopportare. Aveva fatto del suo meglio ma, quando poi era giunto il momento, aveva voluto solo che tutto finisse.
Quando era tornato in vita era stato tutto confuso, un vortice di situazioni assurde, misteri da risolvere, il desiderio di scappare ma, allo stesso tempo, di restare accanto a quella persona che probabilmente lo detestava, ma lo affascinava immensamente. Era stata una consapevolezza cresciuta lentamente e sbocciata in qualcosa di talmente contraddittorio che tuttora non si capacitava di come avesse potuto portarlo a una risoluzione.
«Wei Ying.»
La voce di Lan WangJi, che evidentemente non lo stava chiamando per la prima volta, lo strappò finalmente dai suoi pensieri. Seduto sul davanzale della finestra del Jingshi, si voltò verso il marito e gli sorrise.
«Scusami, Lan Zhan, non ti ho sentito entrare.»
«In questi giorni sei pensieroso.» fu il commento preoccupato dell’altro.
«Un po’...»
«Non vuoi parlarne?»
«Non ho ancora trovato una risposta.» sospirò Wei WuXian. «Non dovrebbe essere così difficile, forse sto sbagliando tutto.»
Vedendo il suo amato così in difficoltà, Lan WangJi si sedette sul davanzale accanto a lui.
«Posso essere d’aiuto?» si offrì.
Se il problema era quello che immaginava, probabilmente parlarne era davvero la soluzione migliore. Certo, non era il suo forte, ma vedere Wei WuXian così silenzioso e assorto lo faceva preoccupare ancora di più. Col tempo aveva capito che il meglio che poteva fare era tirargli fuori cosa lo stesse angustiando e metterlo di fronte quello che, da solo, non era in grado di ammettere.
«Quello che mi hai chiesto l’altro giorno a Caiyi. Non riesco a trovare una risposta ed è così stupido e ingiusto che io…»
Wei WuXian si scompigliò i capelli, frustrato, arruffando le ciocche scure più di quanto già non fossero.
Lan WangJi allungò una mano e le lisciò con una carezza.
Quando gli aveva rigirato la domanda non aveva pensato di creare un tale scompenso. Per lui la risposta, in retrospettiva, era così ovvia che si stupiva che Wei WuXian non ci arrivasse. Ma lui era così, quando si trattava di sé stesso non riusciva mai a essere del tutto onesto.
Gli prese una mano tra le sue e iniziò ad accarezzarne il dorso con il pollice, per calmarlo.
«È sicuramente stato dopo che sono tornato.» iniziò a dire Wei WuXian, dopo un momento di silenzio. «Ne sono certo, non può essere altrimenti.»
Lan WangJi sollevò appena un sopracciglio ma non lo interruppe. Era bene che lasciasse scorrere i pensieri così da poterli districare.
«Quando stavamo facendo ricerche sugli spartiti proibiti con tuo fratello, ero così agitato ogni volta che ti avvicinavi che non riuscivo a concentrarmi.» Rise leggermente. «Forse è stato lì. O forse prima. Quando ti ho baciato mentre eri ubriaco. Sono stato uno sciocco, mi ero convinto che fosse solo uno scherzo, ma forse non era così.»
Lan WangJi non aveva memoria di quell’episodio e apprenderlo gli provocò un certo batticuore. Entrambi si erano scambiati baci quando l’altro non era consapevole, c’era voluto davvero troppo tempo perché accadesse in un momento in cui entrambi erano sobri e consenzienti.
«Ero così spaventato, Lan Zhan.» continuò Wei WuXian, stringendo la mano che lo accarezzava. «E confuso. Perché mi piacevi tanto ma allo stesso tempo sapevo di non avere nessun diritto di provare un desiderio del genere. Starti vicino avrebbe rovinato la tua reputazione e non potevo accettarlo. Ogni volta che succedeva qualcosa finivo per sporcarti i vestiti di sangue e tu eri così candido e perfetto che mi sentivo in colpa e volevo scappare. Ero un coltivatore demoniaco che aveva provocato così tante morti e non potevo nemmeno immaginare di poterti stare vicino. Non meritavo nessuna delle tue attenzioni. Era così… sbagliato.»
A quelle parole, Lan WangJi sfilò le mani dalle sue e gliele posò sulle guance, costringendolo a guardarlo negli occhi.
«No.» disse. «No, Wei Ying. Tu meriti tutte le attenzioni e l’amore del mondo. Non è sbagliato.»
«Lan Zhan…»
Wei WuXian tentò di sottrarsi al suo sguardo, ma lo trattenne.
«Io volevo essere sporcato da te. Non ne potevo più di quella vita perfetta. Volevo te e nient’altro.»
Lo sentì fremere sotto le sue dita, prima che ricominciasse a parlare.
«Sai, Lan Zhan, forse è stato a Yunmeng. Quando sono saltato dall’albero. Mi sono detto che se mi avessi preso, io… Non ho mai avuto il coraggio di finire il pensiero, ma tu mi hai preso davvero e… ho buttato all’aria tutti i miei propositi. Nella sala ancestrale, quando ci siano inchinati allo zio Jiang e alla signora Yu, ho chiesto loro di aiutarmi a restarti vicino e di poter portare a termine il terzo inchino.»
Wei WuXian rise piano, imbarazzato.
«Ho combinato un sacco di disastri, ma a quel punto sapevo di amarti. Ci ho messo davvero troppo.»
Lan WangJi avrebbe voluto abbracciarlo: se a quel tempo avesse conosciuto questi pensieri probabilmente si sarebbero risparmiati un po’ dei turbamenti successivi. Eppure era certo che non fosse stato quello il momento in cui suo marito si era innamorato. Che lo aveva realizzato, forse, ma in realtà era successo molto prima.
Si sporse in avanti e gli posò un bacio sulla guancia.
«È stato prima.» disse.
Di nuovo Wei WuXian gli restituì uno sguardo confuso, esattamente come alla sala da tè.
«Prima?»
«Adesso so che è stato prima.»
«Vuoi dire prima di Yunmeng? Sì, forse. Come dicevo, mentre cercavamo gli spartiti proibiti.»
Lan WangJi scosse la testa.
«No, prima.»
«Prima non sapevo…»
«L’hai detto tu. Non volevi accettarlo, ma era così.»
Lan Zhan lo sapeva perfettamente, ma voleva che fosse lui ad arrivarci.
«Durante la guerra?»
«Prima.»
«Prima? Nella grotta della Xuanwu? Io non…»
«No, prima.»
«Non c’è un prima.»
«C’è.»
Come c’era stato per lui, c’era stato anche per Wei WuXian. Lo sapeva. Lo sentiva.
Vide il suo sguardo schiarirsi a poco a poco. La consapevolezza farsi strada, l’incertezza e l’accettazione scontrarsi prima che la sua espressione si spianasse.
«È stato su quel tetto.» disse infine Wei WuXian, con un sorriso affranto. «Adesso lo so, non serviva pensarci tanto. È sempre stato così. Eppure ci ho messo tutto questo tempo a capirlo. Ti ho fatto aspettare così tanto…»
Lan WangJi mise da parte ogni remora e lo strinse a sè.
«Ti avrei aspettato per altrettanto tempo. Perchè Wei Ying vale la pena, sempre.»
Wei WuXian si crogiolò nel suo abbraccio.
«Mi vizi sempre troppo, gege. Non ti merito. E non potrò mai ripagarti per tutto questo.»
Lan WangJi sospirò internamente. Su quel fronte c’era ancora da lavorare parecchio.
Gli punzecchiò la guancia con un dito, poi spinse delicatamente verso l’alto un angolo delle sue labbra. Wei WuXian intuì al volo e gli regalò il più luminoso dei sorrisi.
Non aveva importanza quanto tempo fosse passato, quella era l’unica ricompensa di cui aveva bisogno.