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Titolo: Libro di incantesimi
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Keith Kogane, Lance McClain, Allura, Krolia
Pairings:
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Partecipa alla Writing Week di Fanwriter.it - Lista Witchcraft
Beta:
Word count: 1328

Allura condusse Keith e Lance a casa propria.
Poiché la giovane strega dell’acqua non si era ancora ripresa dal grande dispendio di potere provocato dalla creazione della barriera contro lo spirito maligno, la capo villaggio fece in modo che fosse a suo agio e potesse riposare a dovere. Lance la ringraziò sentitamente quando gli permise di riposare sulla sua poltrona e gli portò una tisana che l’avrebbe aiutato a recuperare le forze.
Keith rimase a osservare quei gesti gentili sentendosi pervaso dal senso di colpa: Lance lo aveva sgridato, ma gli era anche parso così spaventato e ora era così stremato che non poteva ignorare la cosa. Si sarebbe scusato a dovere e lo avrebbe ringraziato per l’aiuto non appena ne avesse avuta l'occasione.
Quando Allura tornò a rivolgersi a lui, sembrava ancora leggermente nervosa, ma Keith apprezzò l’evidente tentativo di mantenere la calma per trasformare quell’episodio in qualcosa di costruttivo.
« Ti ho chiesto di venire qui perchè penso sia giunto il momento di verificare le tue origini. » esordì. « Tu non le conosci, io non posso esserne certa e finora ho sempre temuto che fosse troppo presto per rivelartelo. Esiste comunque la possibilità che tu non sia figlio della persona che credo e che il tuo potere sia del tutto casuale. Se la realtà fosse questa, vorrei che mi credessi quando dico che non cambierebbe nulla, il tuo apprendistato proseguirà regolarmente e Altea resterà comunque la tua casa. »
Keith annuì, cercando di convincersi che, comunque fosse andata, gli andava bene così. Aveva cercato per così tanto tempo quel senso di appartenenza che provava ora, che non aveva bisogno che questo venisse giustificato da chissà quale linea di sangue. Eppure, nel profondo del suo animo, il desiderio di poter dare finalmente un nome a sua madre permaneva.
Allura uscì dalla stanza per un attimo e tornò portando con sé un libro dall’aspetto sgualcito. Non sembrava avere nulla di speciale, ma la ragazza lo maneggiava con una deferenza fuori dal comune.
« Questo è un Libro delle Ombre. » spiegò. « Si tratta di uno scritto che raccoglie tutti gli incantesimi, il sapere e la storia di una strega. È il libro di Krolia, me l’ha lasciato quando si è resa conto di essere in pericolo per via di re Lotor ed è stata costretta a fuggire. Non so se sia ancora viva o se Lotor sia riuscito ad avere la meglio su di lei. È tutto quello che rimane dell’ultima strega del fuoco di Altea. »
Lo aprì, sfogliò alcune pagine coperte da una fitta calligrafia, fino ad arrivare a una completamente bianca circa a metà del libro. L’unico segno che la contraddistingueva era un piccolo simbolo vergato in inchiostro rosso in un angolo.
« Da qui in poi il contenuto è protetto da un sigillo. » spiegò Allura. « È magia del sangue, il che significa che solo un diretto consanguineo della strega dotato di potere è in grado di scioglierlo. »
« Anche se lo fossi, non ho idea di come si operi un incantesimo del genere. » obiettò Keith, sulle spine.
« Non è necessario nessun incantesimo. » lo tranquillizzò Allura. « Devi solamente toccarlo e reagirà al tuo potere e al tuo sangue, sciogliendosi e rivelando il contenuto delle pagine. Si tratta del sigillo più semplice e allo stesso tempo più efficace che una strega possa apporre su un oggetto. »
Facendosi coraggio, Keith prese il libro dalle mani della capo villaggio, che lo aveva fino a quel momento custodito con tanta cura, e sfiorò il simbolo nell’angolo della pagina.
Dopo quel tocco, la sua visione si offuscò gradualmente, finchè attorno a lui non fu completamente buio. Per un attimo si allarmò, pensando al ritorno dello spirito maligno, ma il freddo non era tornato e il calore del fuoco continuava ad avvolgerlo.
In lontananza un’immagine iniziò a prendere forma, schiarendosi poco alla volta. Keith vide una giovane donna dai capelli scuri correre in un bosco, tenendo tra le braccia un neonato avvolto in uno scialle. Impiegò poco a capire che qualcuno la stava inseguendo e che lei non provava solo paura, ma anche rabbia e un immenso senso di frustrazione. Pronunciò alcune parole sommesse e dall’alto dei grossi rami si spezzarono precipitando a terra e intralciando i suoi inseguitori. La vide cambiare bruscamente direzione per raggiungere una casupola seminascosta dalla vegetazione, bussare alla porta e affidare il bambino all’uomo sull’uscio con poche, affrettate parole. Poi se ne andò di nuovo. Seminò qua e là false tracce con la magia, in modo da depistare i cacciatori, e raggiunse Altea. Non parlò con nessuno di quelli che cercarono di fermarla per chiederle spiegazioni, si diresse dritta da una ragazzina dalla pelle scura e le consegnò un libro.
« Devo andarmene. » disse. « Per la sicurezza di tutti. Qui c’è tutto il mio potere, prenditene cura finchè mio figlio non verrà a reclamarlo. Sarai un’ottima capo villaggio, mia cara allieva. »
Dopo quel veloce commiato, si allontanò in tutta fretta, sotto lo sguardo affranto della piccola Allura.
A quella scena ne seguì un’altra, più confusa e concitata. La stessa donna stava discutendo animatamente con un’altra persona, indistinguibile sotto un cappuccio nero. Sembrava che stesse cercando di convincerla di qualcosa ma i toni si facevano sempre più accesi ogni secondo che passava, finchè la figura incappucciata tracciò nell’aria un simbolo che si materializzò in un’ombra scura. Questa prese una forma vagamente animale e si avventò sulla donna. Ne seguì uno scontro di cui fu impossibile vedere l’esito, che si perse nella nebbia del ricordo e nell’oscurità imperante.
Keith sbatté le palpebre un paio di volte e si ritrovò nel soggiorno di casa di Allura, con il libro tra le mani. Le pagine che aveva davanti erano ora coperte della stessa fitta calligrafia di quelle precedenti.
“Figlio mio, ora che stai leggendo queste pagine, voglio che tu sappia che mi dispiace. Sono tempi difficili e per quanto lasciarti mi abbia spezzato il cuore, non c’era altro che potessi fare per il bene tuo e dell’intera comunità magica.”
Keith chiuse il libro con un gesto secco.
Allura lo fissava incantata.
« Sei davvero tu… » mormorò, mentre le prime lacrime spuntavano agli angoli dei suoi occhi. « Ti abbiamo aspettato per tanto tempo! Ora finalmente il Libro delle Ombre è in buone mani e potrai trovarci tutte le risposte che cercavi sulla tua ascendenza. Krolia era una strega eccezionale ed era la mia maestra, mi ha insegnato tutto e io lo insegnerò a te come completamento del tuo addestramento. »
Keith spostò di nuovo lo sguardo da lei al libro e poi a Lance, che lo fissava incredulo dalla poltrona. Aveva l’aria di chi aveva appena visto un fantasma, più reale dello spirito maligno di poco prima. Non voleva che lo guardasse in quel modo, preferiva di gran lunga la lavata di capo che gli aveva fatto, tuttavia non poteva negare di sentirsi in qualche modo lusingato.
Forse Lance aveva migliorato un poco la sua opinione su di lui?
« Il figlio di Krolia, ma guarda un po’. » mormorò la strega dell’acqua. « Nientemeno che la più potente nonché l’ultima strega del fuoco della sua generazione. Praticamente un’ascendenza reale. »
C’era sarcasmo nella sua voce, che Allura zittì con un rimprovero.
« Non m’importa se fosse una strega potente o meno, ma sono felice di aver capito finalmente l’origine di questi poteri. E ancora di più lo sono di sapere che non mi ha lasciato perchè non mi voleva, ma per proteggermi. Mia madre ha tentato di proteggere tutti noi. »
Era strano e incredibile anche solo poter pronunciare quella parola, gli trasmetteva un senso di conforto, un calore simile a quello del suo fuoco, che per la prima volta nella sua vita gli confermava che apparteneva davvero a qualcosa.
Allura annuì gentilmente e anche Lance, quando tornò a guardarlo, assunse un’espressione più rilassata che trasformò il suo ghignetto sarcastico in un sorriso più sincero.

Power of Dreams

"Posso accettare di pentirmi di aver seguito un sogno che non sono riuscito a realizzare, ma non voglio pentirmi di aver rinunciato a inseguirlo."

Takagi "Shujin" Akito

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