fairy_circles: (Default)
[personal profile] fairy_circles
Titolo: Piccola stella senza cielo
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Lance McClain, Keith Kogane, Voltron cast
Pairings: Keith/Lance
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Parte della Friends!AU.
Beta:
Word count: 2855

« Non me lo stai chiedendo davvero. »
Shiro alzò su Lance uno sguardo carico di disapprovazione e il ragazzo si agitò a disagio sulla sedia.
I clienti del bar erano pochi quel giorno, ma la sua pausa sarebbe comunque finita a momenti. Aveva bisogno di una risposta.
« Andiamo, Shiro, ti prego! Sii comprensivo! » tentò di insistere, mentre l’altro non accennava ad abbassare il sopracciglio scettico.
« Sono venuto qui di corsa durante la mia già breve pausa pranzo perchè hai detto di avere urgente bisogno del mio aiuto. Sai benissimo che sono più che felice di aiutare qualcuno quando posso, ma credo che lo scherzo sia durato abbastanza. Stavo per cascarci, quindi hai vinto tu. Complimenti. Ora me ne vado. »
Lance lo afferrò per un braccio l’istante prima che si alzasse davvero.
« Non è uno scherzo! » esclamò. « Ho davvero bisogno di sapere quand’è il compleanno di Keith! Voglio preparargli qualcosa di bello! »
Shiro tornò a sedersi, ora seriamente incredulo.
« Vuoi davvero dirmi che non sai che giorno è il compleanno del tuo ragazzo? »
Se possibile, la disapprovazione nel suo tono era addirittura cresciuta.
« So che è in ottobre, ma non il giorno esatto. Stiamo insieme solo da questa primavera, andiamo! Fino all’anno scorso non mi preoccupavo nemmeno del fatto che Keith avesse un compleanno! No, non fraintendermi, quello che voglio dire è che sappiamo entrambi che non è il tipo da mettere in giro i manifesti. Inizio a dubitare addirittura che l’abbia mai festeggiato. »
« L’anno scorso siamo usciti a mangiare una pizza. » commentò Shiro.
« Accidenti! Che festa in grande stile! » fece Lance, non lesinando il sarcasmo e guadagnandosi l’ennesima occhiataccia. « Andiamo, Shiro, voglio solo farlo felice e non credo che lo sarebbe se non gli facessi nemmeno gli auguri perchè “suo fratello” - mimò il gesto delle virgolette con le dita - non ha voluto dirmi il giorno esatto. »
A quelle parole Shiro capitolò.
« E va bene, è il 23. Anche se trovo riprovevole che tu non ti sia informato prima. »
Lance però aveva smesso di ascoltarlo.
« Il 23! Fantastico! Ho ancora venti giorni per organizzare la festa più memorabile che ci sia! Chiederò a Gyrgan un giorno di ferie e di poter affittare il locale. E inviterò anche quelli dell’accademia. Keith merita di essere festeggiato da tutti! Potrei chiedere a Matt di occuparsi della musica, lui è esperto di queste cose, e magari a Hunk se può fare qualcosa per le luci. Ah, e devo trovare una pasticceria che prepari torte meravigliose! E poi…»
« Lance. Lance! Frena! » lo interruppe bruscamente Shiro. « Non penso che sia una buona idea. »
Sotto lo sguardo confuso del ragazzo, proseguì: « L’hai detto anche tu, sai bene com’è Keith. Se organizzassi una festa in grande stile come minimo scapperebbe dal locale. Questa da’ l’impressione di essere una cosa che piacerebbe a te, forse dovresti pensare di più a quello che piacerebbe a lui. »
Lance stropicciò il bordo del grembiule che indossava e abbassò gli occhi, sentendosi vagamente in colpa. In effetti nel pensare a quella baldoria, aveva immaginato sé stesso divertirsi prima ancora di chiedersi come avrebbe reagito Keith. Non era esattamente l’atteggiamento di un fidanzato premuroso. Scosse la testa: Shiro aveva ragione, doveva prima di tutto pensare a cosa avrebbe fatto piacere a Keith, quindi la megafesta era da scartare a priori. Niente affitto del locale, niente musica, luci e torta fantastica. Sarebbe bastato pensarci un attimo per rendersi conto di quale sarebbe stata la direzione migliore da prendere.
« Hai ragione, Shiro, mi sono lasciato trasportare. Ci ragionerò con calma, voglio scovare qualcosa che lo renda davvero felice. »

Ragionare su quello che poteva piacere a Keith si rivelò più complicato del previsto, spingendo Lance al punto di credere di non conoscere affatto il proprio ragazzo dopo quasi sei mesi di relazione. Non per il regalo, no, quello lo aveva sempre saputo e non aveva avuto la minima esitazione a procurarselo, ma per la celebrazione. Lance era un tipo festaiolo e Keith no, fin lì era facile arrivarci, il problema era conciliare le due cose, trovare qualcosa di bello da fare senza costringerlo a passare una serata nel caos.
Aveva passato gli ultimi giorni a camminare su e giù per i corridoi dell’accademia con passo nervoso e atteggiamento intrattabile, tanto che Pidge aveva deciso di disertare il pranzo in caffetteria perchè non lo sopportava più. Hunk sembrava indeciso se chiedergli o meno quale fosse il problema, quasi temesse che gli ringhiasse addosso. Keith, dal canto suo, non si era fatto vedere, giustificato da una successiva lezione impegnativa che l’aveva costretto a chiudersi in biblioteca per un ripasso dell’ultimo momento.
Era stato quando, un po’ per caso, un po’ per noia, lo sguardo gli era caduto sulla bacheca degli annunci, che Lance aveva intravisto la luce in fondo al tunnel. C’era un volantino colorato appeso, chiaramente diretto a un pubblico più giovane di quello che frequentava la Garrison e vagamente fuori luogo nel complesso, che però aveva attirato la sua attenzione e gli aveva suggerito un’idea a cui non aveva pensato.
« Ne sai qualcosa di quello? » chiese a Hunk, mentre sentiva l’eccitazione salire.
« Il volantino dello zoo? » fece Hunk dubbioso. « Io no, ma ho sentito Allura parlarne con Romelle. Pare che sia un evento  raro… »
Lance non rimase a sentire la fine della frase. Se Romelle sapeva qualcosa e poteva aiutarlo, allora non aveva tempo da perdere.
Finite le lezioni, non aspettò gli amici per il consueto ritorno a casa, ma si precipitò all’ambulatorio veterinario dove lavorava l’amica di Allura, certo che lei avrebbe saputo dargli le risposte che cercava. In effetti si rivelò un incontro molto proficuo e Lance rientrò con un umore completamente diverso da quello del mattino.
« È successo qualcosa di bello nell’ultima mezz'ora? » chiese Keith, stupito, sentendolo varcare la porta fischiettando.
Era seduto sul divano con un libro sulle ginocchia, mentre Hunk si muoveva tra i fornelli e la credenza per iniziare a preparare la cena.
Lance gli si avvicinò e gli scoccò un bacio sulla guancia, sorridendo entusiasta.
« Niente di particolare, sono solo felice di avere il ragazzo più meraviglioso del mondo! » esclamò, facendo arrossire miseramente Keith e ridacchiare l’amico in cucina.
« Niente smancerie prima di cena o i troppi zuccheri vi rovineranno l’appetito! » li prese in giro quest’ultimo.

Lance si era detto che mancavano ancora parecchi giorni al compleanno di Keith e che avrebbe avuto tutto il tempo di organizzare con calma, invece, non si sa come, si ritrovò la mattina del giorno stesso ancora in attesa di conferme. Romelle doveva ancora dargli l’ok per il favore che le aveva chiesto, la torta avrebbe potuto essere ritirata solo quel pomeriggio (di cui si sarebbe occupato un Hunk affranto di non averla potuta preparare con le sue mani a causa della mancanza di tempo) e Shiro non era ancora certo di poter essere presente quella sera alla festicciola per pochi intimi per via di un cambio turno improvviso. Lance detestava non avere la situazione sotto controllo.
In ogni caso non avrebbe permesso che quello rovinasse il suo umore, era la festa di Keith e lui non si meritava di avere attorno qualcuno col muso. Per questo uscì dalla propria stanza esibendo il migliore dei sorrisi e sedendosi al tavolo della cucina accanto a lui.
« Auguri, Birthday Boy! » esclamò, avvolgendolo in un abbraccio stritolante.
Keith, ancora mezzo addormentato, si divincolò vanamente e lo fissò confuso.
« Sono abbastanza certo di non avertelo detto. Ho fatto attenzione. Da chi l’hai saputo? »
C’era una vaga accusa nell’ultima domanda.
« Infatti non me l’hai mai detto, sono dovuto andare da Shiro che mi ha fatto sentire un fidanzato orribile che non conosce nemmeno la data di nascita del suo amore. »
Lance sbuffò, fingendosi offeso, mentre Keith brontolò sul serio.
« Shiro! Accidenti a lui, avrei dovuto dirgli di tenere la bocca chiusa. »
« Ehi, perchè dici così? Non ti piace l’idea che qualcuno voglia festeggiarti? » chiese Lance, improvvisamente preoccupato, aggrottando le sopracciglia. Quella aveva tutta l’aria di essere una di quelle malsane idee di Keith su quanto qualunque cosa lo riguardasse non avesse valore.
« No, è che… insomma, sono solo io, non c’è niente da festeggiare. Non l’ho mai davvero fatto. » rispose infatti quello, alzando le spalle.
« E ti pare poco! » sbottò Lance. « “Solo io”, come se si trattasse di nulla d’importante. Spiacente, ma per oggi puoi scordarti quell’atteggiamento disfattista. Su, dai un bacio al tuo ragazzo che vuole vederti felice, Birthday Boy! »
Keith lo fissò stralunato per un istante, poi scoppiò a ridere.
« Agli ordini, capo! » esclamò, sporgendosi in avanti ed eseguendo, non lesinandogli però un pizzicotto al fianco.
Lance rise a sua volta. Voleva trasformare un compleanno solitamente dimenticato in una bella giornata e forse era sulla buona strada.

Keith trascorse buona parte della giornata in accademia, tra una lezione e una simulazione. Nessun altro sembrava al corrente della ricorrenza e questo lo faceva sentire più tranquillo. Non avrebbe saputo come reagire se i suoi compagni di corso si fossero messi a fargli gli auguri e avrebbe finito per imbarazzare sè stesso in modo orribile, quindi era senza dubbio meglio così.
A pranzo Lance non si fece vedere, Hunk e Pidge gli riferirono che era impegnato a sistemare certe questioni e lo pregava di farsi trovare all’uscita in orario, cosa che Keith fece non senza un certo timore.
Se Lance sapeva del suo compleanno, non sarebbe stato strano aspettarsi qualcosa in proposito e, essendo il suo ragazzo un amante delle feste, molto probabilmente si sarebbe trattato di qualcosa del genere. Perchè non si poteva non festeggiare, non era possibile sprecare un giorno del genere e altre giustificazioni sullo stesso tono.
Keith sospirò.
Si sarebbe fatto forza e avrebbe assecondato Lance in tutto quello che aveva organizzato, dopotutto lo aveva fatto pensando a lui, perché gli voleva bene e voleva che trascorresse la giornata al meglio. E Keith gli avrebbe dato corda perchè lo adorava ed era grato di averlo accanto, anche se avrebbe desiderato scappare dall’ipotetica discoteca che lo aspettava.
Diversamente dalle aspettative però, l’autobus che presero si diresse verso la periferia, nella direzione opposta a quella di casa.
Keith lanciò un’occhiata perplessa al suo accompagnatore ma ne ricavò solamente un sorrisetto.
« Sorpresa. » ghignò Lance, soddisfatto.
Scesero in una zona che Keith frequentava poco, quindi seguì Lance con curiosità finchè non giunsero a una biglietteria.
« Lo zoo? » chiese confuso.
« Già. Questo zoo si è recentemente adattato alle nuove norme contro la crudeltà e la reclusione degli animali, diventando una sorta di parco. Me l’ha spiegato Romelle e mi ha anche detto che in questi giorni sono in corso delle visite speciali a causa di un evento più unico che raro. » disse Lance, mostrando alla ragazza della cassa quello che sembrava un pass. Quella annuì e fece loro cenno di procedere. « La nascita di un cucciolo di ippopotamo. »
Keith spalancò gli occhi, incredulo, mentre un’espressione di pura gioia si dipingeva sul suo volto.
Non aveva idea di come Lance avesse scoperto questo suo segreto interesse e nemmeno come fosse venuto a sapere di quel lieto evento, ma era incredibilmente felice di quel regalo.
« Ah, io… » iniziò, non sapendo nemmeno come esprimere l’entusiasmo che provava.
Lance scosse la testa sorridendo.
« Non devi dire niente, mi basta che l’idea ti piaccia. Su, andiamo! »
All’interno il parco di estendeva su una superficie parecchio ampia, che girare interamente a piedi sarebbe stato impossibile. Non esistevano gabbie, ma enormi recinti e zone protette da cui i visitatori potevano ammirare gli animali nel loro habitat senza che questi venissero disturbati. Gli ambienti africani erano, per loro fortuna, poco distanti dall’ingresso e forniti di protezioni adeguate che mantenessero i visitatori a distanza di sicurezza dagli animali. La zona riservata agli ippopotami comprendeva un ampio stagno dove questi potessero bagnarsi e una radura dove riposare, recintata e accessibile su un solo lato, in modo da lasciare agli animali più libertà di movimento possibile.
Keith individuò immediatamente un esemplare che si crogiolava negli ultimi raggi del sole calante, accoccolato sul ciglio dello stagno e rimase a fissarlo finché qualcosa di tondo e lucido d’acqua non si staccò dal suo fianco, trotterellando sull’erba.
Keith si coprì la bocca con le mani, frenando a stento un’esclamazione emozionata quando il cucciolo zampettò attorno alla madre, scivolando poi nell’acqua bassa della riva.
« È bellissimo… » mormorò estasiato, senza riuscire a staccare gli occhi da quello spettacolo tenero.
Istintivamente si fece più vicino a Lance, rendendosene conto solo quando l’altro gli circondò la vita con un braccio.
« Sono felice che ti piaccia. » mormorò vicino al suo orecchio. « Romelle mi ha dato un pass speciale che ci permette di fermarci un po’ dopo la chiusura, visto che siamo potuti venire qui piuttosto tardi. »
« Grazie. » disse Keith, a bassa voce, appoggiando la testa sulla sua spalla. « E pensare che sono stato così orribile da immaginare che mi avresti portato in una discoteca. Sono uno stupido, non so come sia potuto venirmi in mente, tu non sei così insensibile. »
Lance si tese appena sotto il suo tocco.
« Mi sopravvaluti, gattino. » ammise. « Sono stato a un passo dall’organizzarti una festa del genere, ma per fortuna qualcuno mi ha messo un freno e ricordato chi avrei dovuto rendere felice oggi. Quindi se questa idea è servita allo scopo, allora sono più che soddisfatto. E non è finita qui. »
Si tolse lo zaino e sfilò da esso un tubo di cartone a cui Keith non aveva minimamente badato, pensando che contenesse qualche mappa dell’accademia da studiare.
« Questo è il mio regalo. Buon compleanno, Kitty. »
Lance sembrava nervoso, forse timoroso che il suo pensiero non venisse apprezzato, ma Keith l’avrebbe adorato anche se si fosse trattato di un semplice foglio bianco. Il fatto che venisse da Lance era più che sufficiente.
Per questo quando estrasse dal tubo di cartone quello che sembrava un poster, rimase per un attimo perplesso. Impiegò un attimo a rendersi conto che si trattava davvero di una mappa, una mappa celeste per l’esattezza, con tanto di costellazioni. I suoi occhi scorsero velocemente i dati su di essa, fino ad arrivare alla parte bassa del foglio, dove era indicata una data e una frase stampata in inchiostro dorato.
“Il giorno in cui è nata una stella”
Lo sguardo di Keith, lasciò immediatamente la carta per fissarsi incredulo in quello di Lance.
« È... »
« La mappa celeste del giorno della tua nascita, sì. » confermò Lance. « Dici sempre che non c’è niente da celebrare, che non è niente di importante e invece guarda. Quel giorno le stelle avevano messo in scena questo spettacolo per festeggiarti. »
Arrossì appena mentre proseguiva.
« Ho voluto che lo vedessi per ricordarti che, anche se ripeti sempre di non avere nessun valore, per qualcuno sei l’universo intero. »
Davanti a quelle parole, Keith non riuscì ad articolare una risposta sensata a causa del nodo che gli stringeva la gola. Per questo circondò le spalle di Lance con le braccia e lo coinvolse in un bacio che voleva trasmettere tutta la sua gratitudine.
Erano passati troppi anni da quando qualcuno lo aveva fatto sentire speciale e importante nel giorno del suo compleanno, era stato prima dell’orfanotrofio, prima quasi che potesse avere memoria, e aveva dimenticato la sensazione che suscitava ricevere qualcosa che non si fosse guadagnato con le sue stesse forze. Era straniante e bellissima, gli provocava un incredibile calore nel petto.
« Deduco che ti piaccia. » mormorò Lance sulle sue labbra, sorridendo.
Keith ricambiò con un rossore soffuso sulle guance.
« Tantissimo. Grazie. Ti amo. »
Parole semplici, inframmezzate da sospiri tremuli che le rendevano incerte nel tentativo di non spezzarsi in un singhiozzo. Keith non era certo tipo da piangere così facilmente, ma si sentiva felice come forse non era mai stato e quell’emozione gli annodava la gola, lo stomaco e il cuore.
Lance lo capì subito e gli accarezzò una guancia.
« Tic tac, tempo scaduto, Cenerentola. Dobbiamo andare o ci chiuderanno nello zoo. » disse con un tono scherzoso che alleggerì l’atmosfera. « Ma i festeggiamenti non finiscono qui. A casa ci aspettano gli altri con una bella torta! Ho archiviato l’idea della megafesta, ma ho pensato che una festicciola con noi di famiglia ti facesse piacere. E poi, insomma, non potevo davvero evitare la torta. »
Di famiglia.
Furono quelle le parole che commossero Keith più di tutte.
Una famiglia che lo aspettava a casa per festeggiare il suo compleanno, dopo che il suo fidanzato gli aveva fatto il regalo più bello che potesse immaginare. Lanciò un ultimo sguardo al cucciolo di ippopotamo ora raggomitolato contro il fianco della madre e strinse la mano di Lance.
Quando avrebbe soffiato sulle candeline, non avrebbe avuto nessun altro desiderio da esprimere.

Power of Dreams

"Posso accettare di pentirmi di aver seguito un sogno che non sono riuscito a realizzare, ma non voglio pentirmi di aver rinunciato a inseguirlo."

Takagi "Shujin" Akito

June 2025

S M T W T F S
12 34567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     

Tags