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[personal profile] fairy_circles
Titolo: Dreams are all but gone
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Rating: safe
Personaggi: Wei WuXian, Lan WangJi, Lan SiZhui, Jin Ling
Pairings: WangXian, ZhuiLing
Beta: Leryu
Word count: 4682

Jin Ling era al settimo cielo. Non solo avrebbe partecipato alla nuova caccia organizzata da suo zio, che non aveva fatto storie riguardo la sua presenza usando come scusa l’incidente dell’altro zio mezza manica, ma vi avrebbe preso parte anche Lan SiZhui. Ciò significava che non avrebbe dovuto andarsene in giro per i boschi da solo, piazzando trappole e annoiandosi. Quel pomeriggio lo aveva trascorso mostrando al suo fin troppo morigerato amico tutte le bellezze di cui poteva vantare Pontile del Loto, dalle prelibatezze tipiche agli scorci suggestivi. Gli ampi canali e i laghi ricoperti di foglie di loto dal verde intenso erano stati studiati con ammirazione dal discepolo della scuola di Gusu, che non aveva mancato di notare quanto fiorente fosse il commercio del porto. Jin Ling gli aveva mostrato ogni angolo della residenza come se si trattasse di casa sua, e forse un po’ lo era. Di certo gli era più familiare della Torre della Carpa Dorata, anche se ora risiedeva ufficialmente là. Il palazzo di Yunmeng aveva uno stile decisamente più sobrio di quello di Lanling, ma gli stendardi viola con il simbolo del loto sventolavano fieri sopra ogni portone e Jin Ling non aveva messo minimamente freni al proprio orgoglio.
Anche la cucina era stata ampiamente apprezzata, sia i dolcetti comprati al mercato sia la più elaborata cena a palazzo. Lan SiZhui gli era sembrato così felice e così estasiato da ogni cosa che gli mostrava, che Jin Ling non poteva fare a meno di sprizzare entusiasmo a sua volta.
Ora sedevano sui rami di un albero che si affacciava sul pontile principale, osservando il sole abbassarsi sempre di più oltre l’orizzonte, regalando riflessi dorati e infuocati alle acque dei canali.
«È davvero bello qui.» disse SiZhui a voce bassa, quasi temendo di disturbare quello spettacolo incantevole. «È strano pensare che sia tu che mio padre siete cresciuti qui.»
A sentir nominare Wei WuXian, Jin Ling fece una piccola smorfia, ma si curò di non darlo troppo a vedere. Di tutte le persone a cui voleva pensare in quel momento, il suo strambo secondo zio era l’ultima sulla faccia della terra, ma SiZhui teneva a lui quindi non poteva essere scortese.
«Sì, quando ero piccolo era divertente, in estate facevo il bagno tutti i giorni e in autunno rubavo i semi di loto. Certo, il mio jiujiu minacciava di spezzarmi le gambe ogni volta che rientravo fradicio gocciolando sul tappeto della sala di ricevimento, ma…»
«Ma non l’ha mai fatto.» concluse SiZhui.
Jin Ling alzò le spalle.
«Come vedi no.»
Lan SiZhui si sistemò più comodamente sul ramo, appoggiandosi con la schiena al tronco e lasciando dondolare pigramente una gamba. Vedendolo così, Jin Ling non poté reprimere un sorriso intenerito. Lui che era sempre così controllato, elegante e posato, solo in questi piccoli momenti di intimità si permetteva di rilassarsi. Era così bello, con il sole al tramonto che gli rendeva le gote più rosee.
Non appena realizzò quel pensiero, Jin Ling si sentì mancare un battito. Cosa diamine stava succedendo? Un attimo prima era lì con il suo amico a godersi il tramonto dopo una giornata divertente e un attimo dopo stava pensando a quanto sarebbe stato bello coronare quella vicinanza con…
Scosse la testa. Che stupidaggine.
«Da questa angolazione, se aguzzi la vista, si vedono le cime di Gusu.»
La voce di SiZhui lo riportò alla realtà.
«Davvero?»
«Certo! Guarda!»
Jin Ling gli si fece più vicino e seguì con lo sguardo la direzione che l’altro stava indicando. Vide delle sagome indistinte che potevano essere montagne o nuvole.
«Così lontani, eppure così vicini.» disse SiZhui.
Jin Ling si sporse di più, appoggiando una mano al tronco per sostenersi.
«Non sono sicuro di…»
Quando si voltò per finire la frase, si ritrovò con il naso a un centimetro da quello di SiZhui, gli occhi che si specchiavano nelle sue iridi cerulee, spalancate.
Sentì le guance andare a fuoco, eppure non riuscì a scostarsi nemmeno di un millimetro. Un istante dopo, fu con un tuffo al cuore che vide SiZhui, il suo amico SiZhui, il compagno di caccia, il miglior discepolo della scuola di Gusu, chiudere gli occhi come in un muto invito.
Non stava succedendo davvero. Non era possibile. …O forse sì?
Osò spingersi solo un poco più avanti, quel tanto che bastava per poter sentire il suo respiro sulle labbra. Solo un poco di più…
«JIN LING!»
Al suono di quella voce sobbalzò talmente tanto che per poco non cadde dall’albero. A onor del vero, quasi caddero entrambi.
«Jiujiu?» chiamò tra le fronde, sperando che la sua voce non tremasse troppo e non osando mostrarsi in volto per l’assoluta certezza di avere le guance in fiamme.
«Stai ancora ciondolando in giro, quando di certo il tuo compagno Lan si è già ritirato da un pezzo. Sei proprio come quel mentecatto di Wei WuXian, che se ne va a zonzo tutta la notte. Se domani ti addormenterai durante la caccia, non contare che venga a salvarti!» brontolò Jiang Cheng, con la sua consueta grazia.
Jin Ling si voltò verso Lan SiZhui, che si stava premendo una mano sulla bocca per evitare di scoppiare a ridere palesando la propria presenza; questo non bastava a celare il rossore del suo viso e gli occhi brillanti. Sollevò una mano verso di lui, incerto se fare o dire qualcosa, per via di quello che era stato sul punto di succedere. Ma sarebbe successo davvero?
Lan SiZhui scosse la testa e gli fece cenno di andare: non sarebbe stato conveniente essere beccati entrambi in cima a un albero a guardare romanticamente il tramonto e fare…
Jin Ling abbassò lo sguardo e annuì appena.
«Arrivo, jiujiu!» esclamò, e balzò giù dal ramo.
«Andiamo a bere!»
Quando Lan SiZhui aprì la porta della sua stanza e si trovò davanti suo padre con un sorriso a trentadue denti e quella proposta sulle labbra, rimase piuttosto perplesso.
Diverse obiezioni si affacciarono alla sua mente: è tardi, stavo per andare a dormire, bere alcol è vietato, Hanguang-jun non approverebbe, sono appena stato sul punto di baciare il mio amico nonchè nuovo capoclan di una delle scuole più importanti e non sono nelle condizioni emotive per sostenere una qualunque conversazione.
Nessuna gli sembrò adeguatamente efficace.
«Sei ancora convalescente, baba, non dovresti bere.» disse, invece.
Wei WuXian mise il broncio.
«Oh, andiamo! Non sono mai andato in nessuna locanda, da quando sono qui. E certi discorsi non si possono fare davanti a una tazza di tè!»
Quell’affermazione lasciò SiZhui ancora più sconcertato: che fosse successo qualcosa di importante di cui non era al corrente? Se Wei WuXian si comportava in modo tanto spensierato non doveva essere niente di grave, ma non era nemmeno mai successo che gli richiedesse un colloquio privato, se così quell’invito si poteva definire. Doveva esserci sotto qualcosa.
«Dov’è Hanguang-jun?» chiese quindi.
«Dorme. Non preoccuparti, occhio non vede, cuore non duole!»
Anche quell’affermazione era ampiamente discutibile, ma SiZhui non era davvero capace di negare qualcosa alla sua prima figura paterna, considerando anche che non l’aveva visto per tutto il giorno.
Quindi, ovviamente, finirono entrambi seduti a un tavolo della locanda del Loto Dorato, che si affacciava su uno dei canali principali, poco distante dagli attracchi delle barche. Qualche fiore tardivo ancora sbocciava oltre i pontili che la circondavano.
Wei WuXian ordinò il miglior vino della casa e semi di loto come accompagnamento.
«Cos’è successo, baba, devo preoccuparmi? Non stai bene?» esordì SiZhui, che non ne poteva più di tutto quel mistero.
Wei WuXian rise nervosamente.
«Io sto benissimo! Qui non si parla di me, ma di te!»
SiZhui era sempre più confuso.
«Di me? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso?»
«A-Yuan, ascolta, sei il miglior figlio che un padre possa desiderare, mai e poi mai potrai fare qualcosa che mi offenda. Siamo qui perché so perfettamente cosa sta succedendo e voglio che tu sappia che hai il nostro totale appoggio. Oltre che per fornire qualche consiglio in qualità di adulto.»
SiZhui inghiottì a vuoto. Di cosa stava parlando? Cosa esattamente stava succedendo?
Il vino arrivò e Wei WuXian riempì due ciotole per poi spingerne una verso di lui.
«Alla salute, ravanello! E all’amore, che è sempre una cosa meravigliosa!»
SiZhui per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Non era possibile, non poteva averli visti! Era certo che non ci fosse nessuno ai piedi dell’albero, prima che arrivasse il capoclan Jiang. E allora com’era possibile…?
Wei WuXian doveva aver percepito il suo disagio, perché allungò una mano e la posò sopra la sua, ancora appoggiata accanto alla ciotola.
«Va tutto bene, A-Yuan. Noi siamo qui per te, ti vogliamo bene e vogliamo solo che tu sia felice. Certo, Jin Ling non è la più malleabile delle persone, ma sono ragionevolmente certo che anche tu gli piaccia. Non devi stare in ansia.»
Certo, come se fosse semplice non stare in ansia quando tuo padre ti porta a ubriacarti per parlare della tua cotta disperata e senza senso. Lui lo faceva con le migliori intenzioni, era chiaro, ma…
SiZhui sollevò la ciotola e bevve il contenuto tutto d’un fiato, bruciandosi la gola e iniziando a tossire.
Wei WuXian rise gentilmente.
«Com’è andato il giro turistico di oggi? Vi siete divertiti?» chiese, appoggiando il mento sulle mani, l’attenzione completamente focalizzata su di lui.
SiZhui pregò che un abisso acquatico si spalancasse sotto i loro piedi in quell’esatto momento.
«S-sì.» rispose, quando questo non avvenne.
«E…?»
«E cosa?»
«Vi siete tenuti per mano? Avete ammirato il tramonto sul lago? Magari vi siete baciati?»
«Baba, ti prego!»
Lan SiZhui si coprì la faccia con entrambe le mani. No, nemmeno morto glielo avrebbe raccontato. Non poteva farlo.
Wei WuXian gli riempì di nuovo la ciotola. Senza pensarci, SiZhui l’afferrò e la svuotò.
Iniziava a sentirsi la testa leggera. Non era abituato a bere e non sapeva quali reazioni avrebbe potuto avere.
«Mmm… Devo prenderlo per un no, immagino. Però avresti voluto?»
«Certo!» sbottò SiZhui, prima di rendersi conto che la sua bocca aveva parlato senza connettersi al cervello e schiaffarvi quindi sopra una mano.
Wei WuXian smise di incalzarlo e sorrise, mentre versava altre due ciotole e prendeva a sbucciare dei semi di loto.
«A-Yuan, ascoltami. Capisco come ti senti, credimi. Sei un ragazzo fin troppo giudizioso. Io alla tua età, quando studiavo ai Meandri delle Nuvole, infrangevo almeno dieci regole solo respirando, quindi penso che tu sia davvero ammirevole. Però, penso anche che questa giovinezza dovresti un po’ godertela. Non c’è niente di male a provare dei sentimenti e non c’è niente di male a volerli dimostrare. Io ci ho messo due vite a capire che amavo tuo padre ed è una cosa che non auguro a nessuno. Se fossi stato più onesto con me stesso quando ne ho avuta l’occasione, invece di giocare e provocare, forse alcune cose sarebbero andate diversamente e ci saremmo risparmiati un po’ di dolore.»
Si infilò in bocca un seme e masticò con gusto, facendolo seguire da un sorso di vino.
«Non dico che sarà sempre tutto rose e fiori, ma a volte un po’ d’intraprendenza non guasta, non trovi? Il rischio è quello di essere felici.»
SiZhui lo fissò da sopra la sua ciotola di vino vuota. Non ricordava quante ne aveva bevute, ma si sentiva la faccia bollente.
«Sai, baba.» mormorò. «Mi piace proprio tanto.»
Wei WuXian si alzò per fare il giro del tavolo e stringerselo al petto.
«Sono davvero felice per te, ravanellino.» disse dolcemente. «Questo comunque ci riporta allo scopo primario di questa chiacchierata!» continuò poi con voce allegra. «E cioè che per fare le cose per bene devi essere informato a dovere per ogni evenienza. Non come il tuo baba, che la prima volta con tuo padre non sapeva cosa stesse facendo.»
SiZhui sgranò gli occhi nella poca lucidità che gli era rimasta. Oh, no. No.
«Devi sapere che con un uomo funziona un po’ diversamente che con una donna. Innanzi tutto…»
SiZhui si portò le mani alle orecchie e scosse forte la testa.
«Baba, ti prego, smettila! Lo so!»
«Cosa?»
Wei WuXian rimase senza parole, probabilmente per la prima volta nella sua vita.
«Lo so. Come funziona. L’ho visto nella biblioteca ai Meandri delle Nuvole.»
«Avete una biblioteca di libri erotici e nessuno ha pensato di informarmi?»
Lan SiZhui dovette ricordare a sé stesso che voleva bene a quella persona e che gli doveva la vita.
«Nei trattati di anatomia!» esclamò, paonazzo. «Che sono consultabili da chiunque voglia studiare un po’ di medicina.»
Tutta quella storia era andata fin troppo oltre. Si alzò in piedi, deciso ad andarsene, ma barcollò miseramente e la sua vista si sfocò. Forse era più ubriaco di quanto pensasse.
Un istante dopo, una stretta energica lo sostenne per la vita e una mano afferrò la sua che aveva mancato il bordo del tavolo.
«Andiamo a casa.» disse Wei WuXian. «Mi sa che abbiamo un po’ esagerato entrambi.»
SiZhui annuì e questo gli provocò un giramento di testa che lo costrinse ad appoggiarsi ancora di più alla spalla di suo padre.
«Sì, andiamo a casa.»
Quando Lan WangJi si svegliò e non trovò Wei WuXian al suo fianco, la prima sensazione istintiva che provò fu il gelo della paura. Dovette imporre a sè stesso di non cedere all’ansia, ricordandosi che non si trovavano in un territorio ostile e che ragionevolmente nessuno sarebbe venuto a rapire il suo compagno dal suo letto. Era molto più probabile che, di nuovo, fosse stato lui stesso ad andarsene a zonzo da qualche parte. Sospirò mentre si alzava: se anche non fosse andato a cercarlo, non avrebbe chiuso occhio per il resto della notte a causa della preoccupazione, quindi tanto valeva muoversi.
Scartò immediatamente la residenza principale come luogo di ricerca, era improbabile che Wei WuXian si fosse recato in visita al fratello a quell’ora - o almeno se lo augurava. I campi di addestramento erano una meta altrettanto improbabile, così come gli altri luoghi ufficiali di Yunmeng. Restavano le locande del porto. Poi, improvvisamente, lo colpì un’intuizione.
La porta della stanza di Lan SiZhui era spalancata e, se non fosse stato per la situazione che già immaginava, l’avrebbe trovato allarmante. Invece, il suo discepolo migliore, nonché figlio adottivo, dormiva della grossa sdraiato di traverso sul letto, completamente vestito e con il nastro frontale mezzo sciolto che pendeva da un lato. Seduto sul pavimento, con una giara di vino tra le mani, Wei WuXian alzò lo sguardo verso di lui quando lo vide entrare e squillò un saluto. I suoi occhi erano lucidi e brillanti.
«Buonasera, Lan Zhan!»
L’intera stanza puzzava innegabilmente di alcol.
Lan WangJi arricciò il naso e la sua espressione s’indurì.
«Non alzare la voce, è tardi.» lo rimproverò.
Per tutta risposta Wei WuXian lo fissò, poi ridacchiò.
Lan WangJi si chiese quanto fosse ubriaco.
«Avete bevuto.» disse in tono accusatorio, anche se era un’ovvietà.
«Non arrabbiarti, Lan Zhan, non è così brutta come sembra. Qui non siamo nei Meandri delle Nuvole e poi A-Yuan aveva bisogno di parlare.»
«O tu avevi bisogno di impicciarti?»
Wei WuXian gonfiò le guance, indignato.
«Sono suo padre, devo sapere come stanno le cose ed è mia responsabilità assicurarmi che sia consapevole della situazione!»
Lan WangJi sollevò un sopracciglio, scettico.
«Ero preoccupato! Non volevo che si trovasse impreparato!»
Il sopracciglio svettò ancora più in alto.
«Va bene, va bene, ero curioso come una scimmia! Lo ammetto!»
Lan WangJi sospirò di rassegnazione.
«Non avevamo detto che non siamo in guerra? Che loro avevano tempo? Non è necessario affrettare le cose.»
L’espressione di Wei WuXian si fece più seria.
«Lo so. Ma io ho sbagliato tante cose perché non capivo cosa stessi facendo, cosa stesse succedendo, e ti ho fatto soffrire per troppo tempo. È vero che ero curioso, ma non voglio che la storia si ripeta. E volevo che A-Yuan sapesse che gli vogliamo bene e lo supportiamo.»
Come nessuno aveva fatto con lui quando era giovane, capì Lan WangJi, e nemmeno dopo. Non avrebbero mai saputo se Cangse Sanren e Wei ChangZe avrebbero approvato la loro unione, ma era abbastanza certo che Jiang FenMiang e Yu ZiYuan non ne sarebbero stati entusiasti, tanto quanto non lo era stato il suo cosiddetto fratello. Era comprensibile che Wei WuXian volesse che suo figlio avesse dei genitori che gli mostravano un maggiore affetto. Forse non lo faceva nel modo migliore, ma almeno ci provava.
Lan WangJi allungò una mano e lo aiutò ad alzarsi da terra, poi s’impegnò in silenzio a sistemare al meglio SiZhui. Gli tolse la sopraveste e gli stivali, lo coprì con una coperta, poi ripiegò il nastro frontale sul comodino. Terminata l’operazione, prese per mano il suo amato e lo condusse fuori dalla stanza.
«Andiamo a dormire.» disse.
Wei WuXian appoggiò la testa sulla sua spalla, ma all’altro non sfuggì la giara ancora nelle sue mani.
«E quello?»
«Sarebbe un peccato sprecarlo, no?»
«Mn. Non siete scappati senza pagare, vero?»
Wei WuXian si portò una mano al petto.
«Hanguang-jun! Così mi offendi! Non scapperei mai da una locanda senza pagare! Non ti preoccupare, abbiamo fatto alla maniera di Pontile del Loto!»
La mattinata era iniziata in modo soddisfacente per il capoclan Jiang: non erano arrivati rapporti di incursioni di briganti dai territori di confine, le conferme delle partecipazioni alla caccia notturna di quella sera erano giunte tutte e l’organizzazione era ormai ultimata. La sua colazione non era niente male e, soprattutto, il suo disgraziato fratello non aveva ancora attirato nessuna forma di morte e distruzione sulla sua casa. Tutto sommato, le cose andavano alla grande. Stava sorseggiando il suo tè di metà mattina scorrendo le ultime missive, quando un servitore gli si accostò inchinandosi rispettosamente.
«Capoclan, il padrone della locanda del Loto Dorato le invia questo.» disse.
Jiang Cheng aggrottò le sopracciglia: se non ricordava male, la locanda del Loto Dorato era quella che si affacciava sul canale principale, prima dello sbocco del porto. Non ci metteva piede da anni.
Perplesso, prese la busta e scorse le poche righe scritte sul foglio in essa contenuto. Poi lo accartocciò brutalmente in una mano rimangiandosi tutte le sue previsioni e ringhiando un infuriato: «Wei WuXian!!!» che fece scappare il servitore a gambe levate.
La caccia era iniziata nel migliore dei modi, con tutti i partecipanti schierati e pronti per lo scontro. Ovviamente, la formazione non era durata oltre la prima mezz’ora, dopodiché ognuno era andato per i fatti suoi, inseguendo o venendo inseguito da qualche zombie selvaggio o creatura demoniaca. Lan SiZhui era ormai abituato a questo schema e, per quanto si fosse ripetuto che sarebbe stato l’ombra di Jin Ling per evitare che il nuovo capoclan si facesse del male, alla fine lo aveva perso. Combattere nei boschi era sempre un caos, ma l’altro ragazzo non faceva proprio nulla per rendere più agevole la sua protezione, saltando di ramo in ramo completamente a caso inseguendo prede con il suo arco. Almeno Fata era con lui, si consolò doppiamente SiZhui, visto che quello era anche l’unico deterrente che aveva convinto Wei WuXian a non seguirli e a badare alla sua convalescenza. Inevitabilmente, il pensiero ritornò al discorso della sera prima e di nuovo sentì montare il disagio e il batticuore allo stesso tempo. Suo padre era la persona più imbarazzante sulla faccia della terra, eppure era anche l’unico davanti al quale sapeva di poter ammettere impunemente i suoi sentimenti e da cui avrebbe ricevuto in risposta solo affetto. Per quanto fosse assolutamente certo che anche Lan WangJi non avrebbe reagito negativamente, a volte il suo contegno lo intimidiva un po’ e non era certo che sarebbe riuscito a parlare apertamente con lui. Certo, quella della sera prima era stata una situazione terribile per i suoi poveri nervi e ancora ne riportava gli strascichi. Faticava a guardare Jin Ling in faccia, non solo per le potenziali conseguenze di qualche sguardo più intenso, ma anche per i discorsi tremendi che Wei WuXian aveva tentato di intavolare con lui. Però, allo stesso tempo, ne serbava un ricordo dolce, di qualcuno che, nel suo modo indiscreto e decisamente sopra le righe, aveva tentato di stargli vicino, di interessarsi al suo benessere e di fargli sapere che era amato. Quel pensiero gli scaldava il cuore.
Un movimento alla sua destra attirò la sua attenzione, disperdendo quelle riflessioni. Non doveva dimenticarsi che era a caccia, non aveva tempo per indugiare su dolci fantasie. A pochi metri da lui, uno zombie emerse dai cespugli e si avventò nella sua direzione. La sua spada schizzò dal fodero e disegnò un ampio arco di fronte a lui, creando una barriera respingente. In un attimo, estrasse i talismani sigillanti che si portava sempre dietro e li scagliò in direzione della creatura. Ne aveva già usati diversi quella sera, ma se era fortunato non ne sarebbero occorsi altri per bloccare l’essere che aveva davanti. Non sembrava particolarmente agguerrito e infatti, dopo averlo bloccato, bastò disegnare una semplice matrice di purificazione per placarlo.
Lan SiZhui doveva davvero avere la buona sorte dalla sua, quella sera. Finora gli erano capitati solo avversari docili e di facile risoluzione; questo era un bene anche per gli abitanti dei villaggi vicini, che non erano tormentati da zombie selvaggi pericolosi o creature maligne. Si augurava che anche per i suoi compagni coltivatori la nottata stesse procedendo bene e senza troppi affanni. Certo, se fosse riuscito ad assicurarsi che anche Jin Ling non stava avendo problemi, sarebbe stato più tranquillo. Non fece in tempo a finire di formulare il pensiero che un ringhio risuonò da qualche parte alle sue spalle.
«Fata!» riconobbe immediatamente, lanciandosi in quella direzione.
Lo spettacolo che gli si parò davanti lo fece rabbrividire. Jin Ling stava lottando con uno zombie particolarmente feroce, tenendolo a bada a stento con la sua spada, mentre il cane spirituale ringhiava e tentava di azzannarne un secondo. Era un combattimento senza esclusione di colpi, in cui era chiaro quale dei contendenti stesse avendo la meglio. SiZhui frugò frenetico nelle maniche alla ricerca di talismani sigillanti, ma scoprì con orrore che quelli usati poco prima erano gli ultimi.
Con un colpo più violento dei precedenti, il secondo zombie scagliò Fata lontano, facendola atterrare su un cespuglio con un debole guaito. SiZhui avrebbe voluto soccorrerla, ma non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi perché la creatura si stava avventando su Jin Ling, ancora impegnato in combattimento. Stava succedendo tutto troppo in fretta, non aveva il tempo di lanciare la spada a fare da scudo, non aveva il tempo di fare nulla. Agì d’istinto, senza pensare. Si gettò in avanti e un dolore bruciante gli attraversò il petto. Vide qualcosa di rosso schizzargli davanti agli occhi, poi la sua vista si oscurò.
Jin Lin ebbe l’impressione che tutto si svolgesse al rallentatore: Fata che veniva sbalzata via, lo zombie che lo aggrediva, SiZhui che sbucava dal nulla e si metteva in mezzo, per poi crollare a terra. La sua mano si mosse da sola, decapitando con un solo colpo lo zombie che stava affrontando e trafiggendo a morte il secondo. Poi Suihua cadde a terra e lui stesso crollò in ginocchio accanto a SiZhui. C’era così tanto sangue che non aveva idea di cosa fare, dove mettere le mani e come riuscire a smettere di tremare. Un ricordo inopportuno gli attraversò la mente.
«Chi ve lo fa fare di vestirvi di bianco? In quanto a praticità durante una caccia notturna, è molto discutibile.»
E ora quel bianco candido e innocente era deturpato da tre squarci e da macchie scarlatte che si allargavano sul tessuto e gocciolavano sull’erba circostante.
«SiZhui!» gridò, riconoscendo a stento la propria voce. Lo afferrò per le spalle e lo scosse, chiamandolo di nuovo, ma quando ritirò le mani le trovò macchiate di sangue e sentì il panico farsi strada dentro di lui. No, no, no! Non doveva andare così! Avrebbe dovuto essere una serata divertente! Avrebbero abbattuto un po’ di zombie, poi sarebbero tornati a casa vincitori, acclamati da tutti, e magari si sarebbero appartati in un angolo di Pontile del Loto e, trascinati dall’euforia, si sarebbero lasciati andare a quello che il giorno prima era stato interrotto. Jin Ling voleva baciare SiZhui, non vederselo morire tra le braccia! Doveva fare qualcosa! Qualcuno doveva dirgli cosa! Ma lì non c’era nessuno, suo zio era chissà dove nel bosco e non avvertiva la presenza di altri coltivatori nelle vicinanze. C’era solo lui e non si sarebbe mai perdonato se avesse lasciato morire la persona che amava perché era un codardo incapace. Non riuscendo a pensare ad altro di sensato, strappò con forza un lembo della sua veste e lo usò per tamponare il sangue e premerlo sulle ferite, sperando di bloccare almeno in parte l’emorragia.
«Mi fai male…»
La voce appena percettibile e carica di sofferenza di Lan SiZhui lo raggiunse facendolo sobbalzare.
«Sei vivo!» esclamò, mentre gli occhi gli si appannavano per le lacrime che avevano iniziato a scorrere. «Cosa ti è saltato in mente?! Sei impazzito?! Buttarti in mezzo così! E io… io…»
SiZhui sollevò faticosamente una mano e gliela appoggiò sulla testa.
«Ssshhh, va tutto bene. Non potevo permettere che la persona che mi piace si facesse male.»
Il cuore di Jin Ling perse un battito. No, doveva aver capito male. O SiZhui delirava per il dolore.
«Dimmi cosa devo fare!» lo pregò, ma quando abbassò lo sguardo vide che aveva perso i sensi.
Ok, doveva stare calmo. C’erano state delle lezioni che avevano spiegato il primo soccorso e le cure d’emergenza. A parte fermare il sangue e bendare dove esserci altro, qualcosa che mantenesse in vita il ferito. Ma certo, il trasferimento dell’energia vitale! Quello avrebbe anche aiutato le ferite a rimarginarsi più velocemente. Non aveva mai provato in prima persona, ma aveva assistito al procedimento durante la lezione ai Meandri delle Nuvole, quindi doveva solo applicare quello che ricordava. Prese la mano di SiZhui tra le sue e si concentrò il più possibile, lasciando scorrere l’energia del suo nucleo dorato verso quello dell’altro.
«A-Yuan.» si concesse di chiamare nella sua mente, usando il nome di nascita che tante volte aveva sentito uscire dalla bocca di Wei WuXian carico d’affetto, ma che non aveva mai osato pronunciare. «A-Yuan. A-Yuan.»
Le sue dita erano rese scivolose dal sangue e ormai anche la parte davanti della sua veste ne era completamente imbrattata, per questo impiegò un po’ a capire che quello che sgorgava dalle ferite si stava lentamente fermando. In ogni caso, non potevano restare lì in mezzo al bosco, non sarebbe venuto nessuno o comunque ci avrebbero messo troppo tempo. Dovevano tornare a Pontile del Loto immediatamente.
Facendosi forza, si alzò in piedi e si passò un braccio di SiZhui attorno alle spalle. Se avesse potuto volare su Suihua sarebbero arrivati prima, ma non sarebbe mai riuscito a tenere in volo la spada mentre sorreggeva il compagno e gli passava energia vitale. Sarebbe andato a piedi a costo di trascinarsi.
«Fata!» chiamò con un fischio, e il cane spuntò uggiolando debolmente dal cespuglio. «Vai a cercare jiujiu
Quando quella partì, anche Jin Ling s’incamminò, un po’ spingendo e un po’ trascinando il corpo esanime di Lan SiZhui, ma sempre tenendogli stretta la mano con cui gli passava energia.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo impiegò a giungere a casa, solo che la sua mente annebbiata dalla stanchezza e dalla trasfusione spirituale gli suggerì che nessuno li avrebbe accolti alla residenza principale; ma c’era comunque qualcun altro a cui appellarsi. Si trascinò quindi fino agli alloggi degli ospiti, sempre sostenendo in modo precario SiZhui, e bussò a una porta appena prima che le sue ginocchia cedessero definitivamente.
Quando la vide aprirsi, riuscì solo a mormorare: «Aiutami, shishu…» prima di sprofondare nel buio.
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Power of Dreams

"Posso accettare di pentirmi di aver seguito un sogno che non sono riuscito a realizzare, ma non voglio pentirmi di aver rinunciato a inseguirlo."

Takagi "Shujin" Akito

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