fairy_circles: (Default)
[personal profile] fairy_circles
Titolo: Dreams are all but gone
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Rating: safe
Personaggi: Wei WuXian, Lan WangJi, Lan SiZhui, Jin Ling
Pairings: WangXian, ZhuiLing
Beta: Leryu
Word count: 4594
 
 
La mattina schiarì delicatamente il cielo lasciando filtrare i primi pallidi raggi di luce dall’ampia finestra del Jingshi. Wei WuXian si svegliò lentamente e impiegò alcuni secondi a rendersi conto di dove si trovava. Lan WangJi dormiva accanto a lui nel letto, quindi non dovevano essere nemmeno le cinque. Un braccio era posato sopra la sua vita, con fare protettivo. La sua veste da camera gli lasciava le spalle scoperte ed era abbassata oltre la schiena, ricordo di ciò che li aveva impegnati quella notte. Un debole rossore si dipinse sulle sue guance mentre una stretta al petto gli faceva salire le lacrime agli occhi. Era così fortunato.
Immagini del sogno che lo aveva accompagnato durante il sonno gli vorticavano nella mente. Questa volta non erano di violenza e sangue, ma un soffuso struggimento, una solitudine che lo aveva consumato per troppo tempo. Aveva rivisto la sua vita ai Colli dei Sepolcri, un’esistenza dura che si era autoimposto per proteggere persone innocenti che altrimenti sarebbero andate incontro a una fine orribile e ingiusta. Fine che, in ogni caso, non era riuscito a impedire. Aveva visto Wen Ning e Wen Qing il giorno in cui lo avevano lasciato per andare a immolarsi nel tentativo di impedire a una tragedia che lui stesso aveva provocato di ripercuotersi su tutti loro. Un sacrificio straziante e ancora una volta vano.
Ricordava le sue parole disperate e impotenti.
«Adesso cosa dovrei fare? Qualcuno mi dica cosa devo fare!»
E il tocco delicato della mano di Wen Qing sulla sua spalla.
«Mi dispiace… e grazie.»
Un singhiozzo gli si spezzò nel petto.
Il braccio posato sulla sua vita lo strinse.
«Lan Zhan…»
«Sei qui. Sei al sicuro.» mormorò Lan WangJi accanto al suo orecchio.
Wei WuXian gli si strinse addosso.
«Sì…»
 
I nuovi allievi arrivarono ai Meandri delle Nuvole nel primo pomeriggio. Non erano previste cerimonie ma nel caso delle famiglie più importanti Lan Qiren si era preso il disturbo di allestire un discreto benvenuto. Lan XiChen si teneva ancora lontano dagli eventi mondani, per questo Lan WangJi aveva dovuto prendere il suo posto e di conseguenza Wei WuXian lo aveva seguito, indipendentemente dal parere dello zio. Il clima nella sala era rimasto disteso finché il clan LanlingJin non aveva fatto il suo ingresso, con in testa il capoclan Jiang accompagnato dal nipote.
Nel momento in cui gli sguardi di Wei WuXian e Jiang Cheng s’incorciarono l’atmosfera si gelò.
«Wei WuXian!» fu l’esclamazione che precedette ogni tipo di saluto, lasciando senza parole persino Lan Qiren.
Lan WangJi si tese immediatamente, sporgendosi istintivamente verso il compagno seduto accanto a lui. Wei WuXian era rimasto immobile ma aveva sgranato gli occhi per poi restringerli immediatamente, come se si aspettasse un attacco da un momento all’altro.
Jiang Cheng portò la mano sinistra a ruotare Zidian sull’indice della destra, avanzando di un passo, minaccioso.
La mano di Lan WangJi corse a Bichen, nel fodero al suo fianco.
Fu Jin Ling a spezzare la tensione, facendo un passo avanti e inchinandosi agli anziani del clan Lan che stavano accogliendo i nuovi studenti.
«Porgo i miei omaggi a nome del clan LanlingJin.» disse.
L’attenzione si spostò su di lui e il confronto evaporò prima di iniziare.
Lan WangJi si stupì che il ragazzo avesse avuto la prontezza di spirito di evitare un incidente diplomatico che avrebbe messo in crisi i rapporti tra il clan Lan e il clan Jiang. Nel frattempo Jiang Cheng non aveva staccato gli occhi di dosso al fratello e la sua espressione stava gradualmente mutando dalla rabbia allo sconcerto, fino a una sorta di muta domanda che gli increspava le sopracciglia. Doveva aver capito che qualcosa non andava. Inaspettatamente fece un passo avanti a sua volta, unì le mani e s’inchinò prima agli anziani e poi in direzione degli stessi Lan WangJi e Wei WuXian, prima di girare sui tacchi e uscire dalla sala a grandi passi.
Dopo quel momento di tensione, l’accoglienza dei nuovi allievi proseguì senza ulteriori incidenti e ben presto le cerimonie si esaurirono. Quando gli anziani iniziarono a congedarsi e a lasciare la sala, anche Lan WangJi e Wei WuXian si avviarono per ritirarsi, sollevati che non fosse successo niente di irreparabile.
 
«Jiujiu! Come ti è saltato in mente di lasciarmi lì da solo? Ho fatto la figura dello stupido!»
Jin Ling si stava lamentando da cinque minuti buoni e Jiang Cheng aveva smesso di ascoltarlo. Per essere totalmente sincero con sé stesso, lui ai Meandri delle Nuvole non ci sarebbe nemmeno voluto andare. L’ultima cosa al mondo che desiderava era recarsi nel luogo più probabile dove avrebbe potuto incontrare la persona che ancora gli causava bruschi sbalzi emotivi: suo fratello adottivo tornato dalla morte. E proprio perché non lo voleva vedere, se lo ritrovò davanti insieme a Lan WangJi che svoltavano l’angolo uscendo dall’edificio che ospitava le lezioni.
Non appena li vide, Jin Ling smise all’istante di parlare, s’rrigidì e sgranò gli occhi.
«Hanguang-jun!» esclamò.
I due nuovi venuti si bloccarono sul posto e vide i loro sguardi schizzare dal ragazzo a lui stesso, chiaramente a disagio. Avrebbero entrambi preferito un modo rapido e indolore per fare finta di nulla e andarsene, ma ormai era troppo tardi.
Come sempre in situazioni del genere, Lan WangJi fece un passo avanti e si frappose fra Wei WuXian e qualsiasi cosa potesse rappresentare una minaccia. Quest’ultimo però gli posò una mano sul braccio, con il chiaro intento di tranquillizzarlo.
Jiang Cheng indugiò con lo sguardo sul suo volto, studiandolo da vicino come non aveva potuto fare nella sala poco prima. Appariva decisamente meno vivace del solito, era pallido e i suoi occhi erano cerchiati da occhiaie scure. Sembrava che non se la stesse passando molto bene, che fosse malato? O che fosse stato ferito di nuovo? Un pensiero gli attraversò la mente come un lampo: non poteva trattarsi di un problema legato al nucleo dorato, vero? Se non si era mai manifestato da quando era tornato, non poteva certo trattarsi di quello. Anche se, si rese conto, lui non aveva davvero gli strumenti per dire cosa fosse o non fosse successo a suo fratello da quando era tornato, visto che i loro incontri erano stati sempre e solo scontri. Non aveva idea di cosa avesse passato.
Istintivamente fece per muovere un passo in avanti, per porre una domanda che gli bruciava sulla lingua, ma quando, a quell’accenno, vide l’espressione di Wei WuXian farsi circospetta, abbassò lo sguardo. Non aprì bocca, afferrò Jin Ling per un braccio e lo trascinò via.
Per i giorni successivi, mentre era ospite ai Meandri delle Nuvole come gli altri capiclan, fece in modo di tenere d’occhio la situazione per capire cosa stesse succedendo e perché la persona che una volta avrebbe voluto distruggere con le sue mani improvvisamente gli apparisse sull’orlo di un crollo.
La mattina, con la scusa di seguire le prime fasi dell’addestramento di Jin Ling, faceva particolarmente attenzione a dove si dirigevano Lan SiZhui e Wei WuXian e dopo alcuni giorni scoprì che si dedicavano a un allenamento insolito. Sembrava che suo fratello si stesse impegnando a maneggiare la spada ma la sua ben nota destrezza era completamente venuta meno. Più di una volta si era fermato a osservarli da lontano ed era stato quasi doloroso constatare che il ragazzo più giovane gli era di fatto superiore a livello di abilità. Wei WuXian faticava a muovere la lama con il suo potere e si stancava in fretta, come se questo lo prosciugasse di qualunque energia. Quando lo vide cadere dalla spada per l'ennesima volta e SiZhui accorrere sollecito ad aiutarlo, ebbe la conferma definitiva dei suoi sospetti: quello era un allenamento per ripristinare l’uso dell’energia vitale al posto di quella risentita. Wei WuXian aveva di nuovo un nucleo dorato e stava imparando a usarlo. Una fitta al petto lo portò a distogliere lo sguardo da quello spettacolo che, fino a poco tempo prima, avrebbe definito pietoso. Suo fratello era stato un coltivatore brillante e pieno di talento, persino durante la sua deriva eretica, vederlo in quello stato gli provocava un profondo disagio. Wei WuXian era stato colui a causa del quale il suo clan era stato distrutto, i suoi genitori e sua sorella erano morti, quello che aveva fatto per lui, per sua stessa ammissione, era stato solo un pagamento dovuto. E allora perchè, guardandolo, si sentiva così in colpa?
 
Visto che suo zio sembrava impegnato in cose che non gli era dato conoscere, Jin Ling aveva iniziato ben presto a non badare alla sua eventuale presenza o assenza. Dopo i primi giorni di smarrimento aveva ritrovato l’equilibrio familiare con i discepoli del clan Lan, SiZhui, JingYi e ZiZhen. Diversamente da quanto si era aspettato, erano stati tutti felici di vederlo e si erano informati subito su come stesse dopo la perdita appena subita. La sua famiglia vantava già pochi membri e la morte di suo zio GuangYao lo aveva fatto sentire perso. Ora il peso dell’intero clan sarebbe gravato sulle sue spalle e, a parte lo zio Jiang Cheng, non aveva nessun altro parente di sangue in vita. Era destabilizzante e, come se non bastasse, letteralmente chiunque avesse avuto attorno prima della partenza non aveva fatto altro che parlare, ad alta voce e ignorando il fatto che potesse sentirli, di quanto lui fosse inadeguato al ruolo di capoclan e quanto per questo i Jin si potessero considerare finiti. Arrivare ai Meandri delle Nuvole era stato un toccasana per i suoi nervi.
Più o meno consapevoli di come andassero le cose fuori Gusu, gli altri ragazzi si erano mostrati solidali con lui e lo avevano incoraggiato, facendogli le condoglianze per il lutto appena subito e rassicurandolo sul fatto che lì ogni tipo di pettegolezzo era proibito quindi nessuno gli avrebbe dato fastidio. SiZhui soprattutto era stato particolarmente sollecito nell’assicurarsi che fosse a proprio agio, cosa che aveva fatto sentire Jin Ling vagamente in imbarazzo. SiZhui era sempre così gentile, calmo e posato che spesso non sapeva come reagire di fronte a lui e finiva per fare pessime figure. Spesso restava a guardarlo da lontano e si era reso conto, senza ombra di dubbio, che fosse il più dotato fra i discepoli in fase di addestramento: era agile, veloce e intuitivo, era abile con la spada e con il guqin, la maggior parte dei suoi colpi andava a segno ed era davvero una gioia per gli occhi ammirare i suoi movimenti. Oltre a essere innegabilmente attraente.
Jin Ling s’irrigidì quando quel pensiero si affacciò alla sua mente e distolse di scatto lo sguardo dal combattimento simulato a cui stava assistendo. Cosa si metteva a pensare? Doveva essere la cattiva influenza di quella mezza-manica del suo nuovo zio acquisito!
«Bello, eh?» esclamò una voce accanto a lui, facendolo sobbalzare.
«Cosa?!» ribatté con un tono di voce troppo stridulo.
«Lo stile di combattimento di SiZhui.» disse Lan JingYi, che l’aveva raggiunto. «È così elegante. Beato lui che ha potuto imparare da Hanguang-jun fin da piccolo!»
«Anch’io ho imparato da mio zio fin da piccolo!» protestò Jin Ling, punto sul vivo.
JingYi ridacchiò.
«Perdona la franchezza, Jin-gongzi, ma si vede!»
«Cosa vorresti dire?» fece Jin Ling, piccato. «Magari non sarà lo stile più elegante del mondo, ma almeno è efficace! Vogliamo parlare del tuo?»
Indicò sprezzante la veste bianca dell’amico macchiata di polvere e fango sul davanti e sugli orli.
«Almeno io non mi concio in questo modo. Ma poi, davvero, chi ve lo fa fare di vestirvi di bianco? Oh, certo, molto suggestivo il richiamo della veste sacra, del lutto e bla bla bla, ma in quanto a praticità durante una caccia notturna è molto discutibile.»
JingYi si piantò le mani sui fianchi, indignato.
«Come ti permetti di parlare male della sacra veste dei Lan? Proprio tu, che te ne vai a zonzo nei boschi vestito d’oro dalla testa ai piedi! Mimetismo perfetto!»
Jin Ling aprì la bocca per ribattere a tono, ma una mano posata sulla spalla lo interruppe.
«Su, su, non litigate per queste sciocchezze.» disse SiZhui con un sorriso, mentre si tergeva il sudore con un piccolo asciugamano. «Ha davvero importanza il colore ufficiale di un clan?»
A quel tocco Jin Ling schizzò di lato, avvampando fino alle orecchie.
«C-certo che ha importanza! Ne va del buon nome del clan LanlingJin!»
«E del buon nome del clan GusuLan, invece?» protestò JingYi.
«Dai, ragazzi…»
Fu in quel momento che tutti e tre si resero conto del leggero brusio di voci poco distanti. Un piccolo capannello di discepoli di clan minori li stava fissando e parlottava sottovoce. Li raggiunsero solo poche frasi ma tanto bastò per far sbiancare Jin Ling.
«Avete visto che coraggio Jin-gongzi? Mettersi a discutere addirittura con i discepoli Lan, come se il clan Jin non fosse già caduto abbastanza in disgrazia.»
«Mah, è sempre stato una testa calda, del resto senza un genitore a fargli da guida cosa ci si poteva aspettare?»
«È già tanto che gli abbiano permesso di venire qui, dopo tutto quello che è successo tra suo zio e Zewu-jun. La sua presenza è un insulto all’intero clan.»
Jin Ling serrò i pugni per impedire alle sue mani di tremare. Prese un respiro e s’impose di non andare a picchiarli. Era abituato a sentirsi parlare alle spalle, si disse. Non era una novità. Lo sapeva.
«Lan SiZhui non dovrebbe dargli confidenza, finirà per rovinargli la reputazione.»
Jin Ling sentì qualcosa che si spezzava dentro di sé e mosse un istintivo passo avanti, travolto dalla rabbia.
«Basta!»
La voce ferma che riecheggiò sul campo di allenamento gelò tutti sul posto.
SiZhui si frappose tra Jin Ling e il gruppetto, le mani sui fianchi e l’espressione minacciosa.
«I pettegolezzi sono proibiti nei Meandri delle Nuvole, mi auguro che non intendiate infrangere le regole già dai primi giorni. Se lo farete di nuovo sarò costretto a fare rapporto ad Hanguang-jun. Quello che accade al di fuori del vostro clan non è affare che vi riguardi e non tollererò un comportamento meno che rispettoso nei confronti di un ospite di riguardo come Jin-gongzi
Dopo un attimo di smarrimento, i componenti del gruppetto s’inchinarono rigidamente.
«Chiediamo scusa, Lan-shixiong.» dissero, prima di voltarsi e darsela a gambe.
Jin Ling era senza parole. Al punto che quando SiZhui si avvicinò per assicurarsi che fosse tutto a posto, arrossì furiosamente e corse via a sua volta.
 
Wei WuXian scoppiò in una sonora risata.
«Sono così trasparenti.» disse, dando di gomito a Lan WangJi.
Si erano attardati su uno dei camminamenti che circondavano il campo di allenamento, in modo da poter assistere al combattimento simulato di SiZhui, ma la loro attenzione era stata attirata dalla scenetta tra Jin Ling e JingYi e da quello che era seguito. Wei WuXian lo trovava estremamente interessante.
«Non trovi anche tu che siano molto teneri, Lan Zhan? Si vede lontano un miglio che Jin Ling si è preso una cotta per il nostro bambino, ma non lo ammetterà mai.» continuò. «Del resto come dargli torto, A-Yuan è bello, nobile ed elegante, fa parte di un’ottima famiglia, è leale e sincero e non esita a schierarsi contro le ingiustizie. Ha preso tutto da suo padre!»
Ammiccò in direzione di Lan WangJi, poi il suo sorriso di addolcì.
«Forse Jin Ling ci metterà un po’ a capire, ma può permettersi di fare il ritroso, non siamo in guerra. Ha tempo.»
Lan WangJi gli strinse una mano.
«Quando ho iniziato a corteggiarti non eravamo in guerra.» obiettò.
Wei WuXian gli rivolse un’espressione esageratamente indignata.
«Lan Zhan! Tu non mi hai mai corteggiato!»
«O forse non te ne sei mai accorto.»
Wei WuXian fece per ribattere ma Lan WangJi mise fine a ogni possibile recriminazione chinandosi su di lui e zittendolo a modo suo, non badando affatto a dove si trovassero. Lo lasciò solo quando il respiro di entrambi si fece affannoso e le guance di Wei WuXian raggiunsero lo stesso colore del suo nastro.
«Insomma, Hanguang-jun, che spudoratezza!» lo rimproverò scherzosamente. «Farai piangere tuo zio!»
Ma dopo quel bacio l’ultima cosa a cui Lan WangJi voleva pensare era il parere di suo zio.
«Non dicevi di volermi mostrare qualcosa?» chiese.
«Non me lo sono dimenticato!» esclamò Wei WuXian afferrandolo per un braccio e cominciando a trascinarlo con entusiasmo. «Vieni! Andiamo in un posto dove nessuno ci può disturbare!»
Si appartarono lontano dal campo di allenamento, protetti dalla vista altrui da alcuni lussureggianti cespugli.
Wei WuXian lo lasciò andare e si mise di fronte a lui. Non disse una parola, si limitò a chiudere gli occhi e a portare davanti al viso la mano destra, indice e medio sollevati nel rituale gesto di concentrazione e incanalamento dell’energia. Suibian, che pendeva dal suo fianco, emise un bagliore e un piccolo lampo rossastro, prima di sfoderarsi senza venire toccata e schizzare in avanti. La spada si sollevò e compì un’ampia parabola prima di scendere in picchiata e trafiggere con precisione alcune foglie. Quando raggiunse di nuovo il terreno, Wei WuXian aprì gli occhi e balzò sulla lama. Era stabile, non s’inclinava in modo pericoloso e lo sosteneva senza problemi. Era una sensazione inebriante, dopo tanti fallimenti. Aveva imparato a essere cauto, certo, ma questa volta non si sarebbe risparmiato. Avrebbe mostrato a Lan WangJi tutti i suoi progressi. Al suo comando, Suibian lo portò in alto, facendogli fare un giro completo del boschetto e, quando tornò ad abbassarsi, vide che Lan WangJi lo stava fissando con occhi luminosi, sinceramente stupefatto. D’istinto, Wei WuXian allungò le braccia verso di lui e spiccò un balzo, abbandonando la spada, che s’inclinò fino a conficcarsi nel terreno. Lan WangJi sollevò immediatamente le mani e un istante dopo lo strinse a sè, inebriato dalla sua risata.
«Sei stato bravo.» mormorò con voce calda accanto al suo orecchio, e Wei WuXian sentì gli occhi inumidirsi.
Ce l’aveva fatta. Dopo tanta fatica finalmente era riuscito a manovrare Suibian come una volta. Di questo passo sarebbe tornato a essere un coltivatore degno di questo nome e sentirsi fare i complimenti da Lan WangJi lo riempiva di gioia e commozione.
«Potremo andare di nuovo a caccia insieme, alla pari questa volta.» disse. «Sarò alla tua altezza.»
«Sei sempre stato alla mia altezza e anche di più.» rispose Lan WangJi senza smettere di stringerlo e, se questo poteva essere vero a livello di mero potere e poteva farlo sentire lusingato, decisamente non lo era sotto altri punti di vista. Ora però tutto si sarebbe sistemato. La sua ansia si sarebbe finalmente placata e avrebbe potuto trascorrere una vita tranquilla al fianco delle persone che amava.
Questa volta fu lui a lasciarsi andare per primo alle effusioni e, complice il fatto di essere fuori portata d’orecchio, si fece molti meno scrupoli e finì per farsi prendere anche troppo dall’entusiasmo. Non che Lan WangJi si sognasse mai di mettergli un freno.
 
Quando lasciarono il boschetto, con le vesti ancora leggermente spiegazzate e in disordine, l’ultima persona che si aspettavano di incrociare sulla via verso il Jingshi era Jiang Cheng.
Il capoclan Jiang questa volta non li ignorò, anzi, si piazzò sulla loro strada con sguardo deciso, scrutando entrambi con attenzione. A Lan WangJi quello sguardo non piaceva per niente, sembrava che stesse analizzando ogni piega fuori posto dei loro vestiti e li stesse giudicando. E l’idea che uno come Jiang WanYin avesse qualcosa da ridire sulla condotta di qualcun altro lo irritava particolarmente.
«Ho visto quello che avete fatto.» disse, con un certo cipiglio.
Al suo fianco, Wei WuXian arrossì, chiaramente pensando alle attività appena concluse tra le fronde, e tossicchiò imbarazzato.
«Non mi riferivo a quello!» protestò Jiang Cheng, indignato. «Non me ne importa nulla delle vostre devianze spudorate! Oltretutto, se non volete che vi si chiacchieri alle spalle fareste meglio a essere presentabili in pubblico. Hai delle foglie nei capelli.»
Allungò una mano e ne sfilò una dalle ciocche spettinate di Wei WuXian.
Lan WangJi provò l’istinto di sfoderare Bichen e tagliargli quella mano.
«Parlavo della spada.» chiarì Jiang Cheng, rigirandosi la foglia tra le dita con espressione assorta. «Ho visto come ti allenavi e i risultati che hai ottenuto. Possiamo parlarne?»
Wei WuXian fu colto completamente alla sprovvista ma, dopo uno sguardo fugace a Lan WangJi, annuì appena.
«Certo.» disse.
«Da soli.» ribadì Jiang Cheng.
A Lan WangJi quel tipo non piaceva proprio per niente.
«Wei Ying…» iniziò, ma l’altro gli appoggiò una mano sul braccio, rassicurante.
«Non preoccuparti, Lan Zhan. Parleremo e basta, te lo prometto. Jiang Cheng non cercherà di frustarmi con Zidian o nulla del genere.» Scherzava, ma forse neanche troppo. «Hai del lavoro da finire, ti raggiungo più tardi.»
«Mn.»
Annuendo, si avviò per primo. Era abbastanza certo che lì, nei Meandri delle Nuvole, non potesse davvero succedere niente di male, ma la sfiducia che provava nei confronti del capoclan Jiang faticava a svanire. Avrebbe potuto ferire Wei WuXian in molti altri modi e lui non era più disposto a vederlo in quello stato.
Portare a termine la lettura dei rapporti fu più difficoltoso del solito: non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero della discussione tra i due fratelli e di tutti i modi in cui poteva degenerare. Era certo che Wei WuXian sapesse difendersi in caso di bisogno, ma non era altrettanto sicuro che avrebbe voluto farlo. Quell’incertezza gli rendeva impossibile concentrarsi e avrebbe voluto mollare tutto e correre da lui ma, allo stesso tempo, sapeva che era una questione che il compagno aveva il diritto di risolvere come riteneva opportuno, senza che lui si mettesse in mezzo.
All’imbrunire non era ancora tornato e la tensione che si era accumulata nel corpo e nella mente di Lan WangJi era decisamente troppa per essere sciolta con la consueta meditazione serale, quindi decise di recarsi alla sorgente fredda curativa come faceva ogni volta che non riusciva a tenere a bada i pensieri.
Si era appena immerso nell’acqua gelida fino alla vita ed era pronto a spostarsi sotto la cascata, quando percepì la presenza di qualcuno sul bordo della polla. Alzò lo sguardo e lo vide. Fu come un tuffo nel passato che gli provocò una stretta al cuore. Portava i capelli sciolti sulle spalle, poche ciocche raccolte da un nastro scarlatto. L’ampia veste scura bordata di rosso celava la sua figura. I suoi occhi infuocati brillavano di energia risentita.
Allungò istintivamente una mano verso di lui.
«Wei Ying…»
Un battito di palpebre e la figura riprese i suoi contorni reali: i capelli scompigliati, la vestaglia da bagno che copriva la veste da camera e gli occhi grigi gentili che riflettevano i bagliori argentei dell’acqua.
Wei WuXian lo notò e sorrise.
«Non pensavo di trovarti qui, Lan Zhan. Volevo solo prendermi un attimo per calmarmi prima di tornare a casa.»
Si tolse la sopraveste, la piegò e si chinò sulle rocce per poi scivolare in acqua.
Il solo fatto che avesse detto che sarebbe “tornato a casa” fece sciogliere il cuore di Lan WangJi. Era sempre un’emozione sentirlo parlare così di quelli che fino a poco tempo prima erano stati appartamenti troppo grandi e vuoti per una persona sola. Era bello sapere che ora era il luogo dove la persona che amava tornava per sentirsi al sicuro e riposare.
Wei WuXian avanzò verso di lui, la pelle candida in perfetto contrasto con la cascata nera che gli scendeva sulle spalle e ondeggiava sul pelo dell’acqua. Era così bello che non riusciva a distogliere lo sguardo.
«Lan Zhan, Lan Zhan, prima mi hai fissato in modo strano. Cosa stavi pensando? Credevi che fosse qualcun altro?» si sentì chiedere.
Mettere insieme le idee per rispondere fu più complicato del previsto. Non qualcun altro, qualcuno di un altro tempo.
Scosse la testa.
«Per un attimo mi è parso di vedere… il vecchio te stesso.»
«Oh?»
Il sorriso di Wei WuXian si fece malizioso.
«Non dirmi che il virtuoso Hanguang-jun in realtà aveva una passione segreta per il malvagio Patriarca di Yiling?»
«Non sei mai stato malvagio. E non è mai stata segreta.»
Wei WuXian lo schizzò d’acqua, ridacchiando.
«Se ti piaceva tanto lo stile del vecchio me, posso tornare a portare i capelli così. Sarebbe divertente cambiare ogni tanto.»
Lan WangJi lo raggiunse scuotendo la testa.
«No. In quel periodo non eri felice, non voglio riportartelo alla mente per motivi futili.»
Wei WuXian fece per ribattere ma Lan WangJi notò qualcosa che per la distanza e la penombra prima gli era sfuggito. Gli sollevò il mento e lo fissò dritto negli occhi.
Ricevette in cambio uno sguardo spiazzato.
«Hai gli occhi arrossati.» disse, mentre sentiva la rabbia montare. «È stato Jiang WanYin?»
«Cosa? No! O meglio, sì, ma non ha fatto niente di male. Davvero!»
«Sei venuto qui per calmarti e hai pianto. Cosa ti ha fatto?»
Il desiderio di mandare Jiang WanYin a incontrare i suoi tanto amati genitori e antenati si stava facendo impellente.
«Nulla, sul serio! Abbiamo solo parlato ed è stato stranamente calmo. Si è congratulato con me per il successo dell’allenamento e ha detto di essere felice che io abbia di nuovo un nucleo dorato funzionante. Ha detto che anche quando diceva di odiarmi, non ha mai smesso di sentirsi in colpa…»
Vedendo quegli occhi argentei riempirsi di nuovo di lacrime, Lan WangJi provò l’impulso di abbracciarlo.
«E poi ha detto che gli farebbe piacere che passassimo a salutare lo zio e la signora Yu se capitassimo dalle parti di Pontile del Loto.»
Ricordando com’era finita la volta precedente nella sala ancestrale del clan Jiang, Lan WangJi poteva capire fin troppo bene perché Wei WuXian si fosse commosso.
«Non so se torneremo mai come prima, sono successe davvero troppe cose, ma mio fratello mi ha parlato di nuovo, senza aggredirmi o tentare di frustarmi e io…»
La sua voce si spezzò e Lan WangJi lo strinse a sé. Gli accarezzò piano la schiena nuda, passando le dita tra i capelli già ricoperti di goccioline.
«Sono felice per te.» disse.
Wei WuXian annuì, scostandosi quel poco che bastava a strofinarsi gli occhi con il dorso della mano.
«Non c’è proprio nulla da piangere, dovremmo festeggiare!» esclamò.
Avvolse le braccia attorno al collo di Lan WangJi e gli scoccò un bacio sulla guancia.
«Soprattutto festeggiamo che tu non abbia ancora ucciso Jiang Cheng! Che ne dici, Hanguang-jun, ti va di farmi vedere cosa ti piaceva tanto del Patriarca di Yiling? Visto che era un gentiluomo affascinante e virile magari desideravi che fosse lui a prendere l’iniziativa?»
Lan WangJi mise fine a quegli sproloqui sollevandolo di peso tra le braccia e avanzando fino al tappeto erboso appena oltre le rocce, fuori dalla polla, dove lo depositò tra una risatina e l’altra.
«Va bene, va bene, sei stato fin troppo chiaro! Lascia che ti dimostri quanto il Patriarca di Yiling ti desideri allo stesso modo!»
Lan WangJi era sul punto di sfilarsi il nastro frontale e mettere fine a quell'assurdo gioco delle parti, quando Wei WuXian scattò a sedere, sorprendendolo.
«Accidenti, speriamo che nessuno zombie selvaggio scappi stanotte! Visti i precedenti delle nostre visite alla sorgente, sappi che non ho la minima intenzione di lasciare tutto questo a metà!» esclamò.
Lan WangJi scosse appena la testa, condiscendente, mentre un piccolo sorriso gli si dipingeva sulle labbra.
«Niente mi distrarrà da te.»
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting

Power of Dreams

"Posso accettare di pentirmi di aver seguito un sogno che non sono riuscito a realizzare, ma non voglio pentirmi di aver rinunciato a inseguirlo."

Takagi "Shujin" Akito

June 2025

S M T W T F S
12 34567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     

Tags