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The Bet - La scommessa (Giorno 5)
«Visto che ieri non mi hai lasciata venire, oggi voglio assolutamente assistere alle tue lezioni! » esordì Elizabeth quella mattina a colazione.
Sia Fay che Yuui la guardarono con tanto d’occhi. Fay in particolare, nonostante il consueto atteggiamento rilassato, non era particolarmente entusiasta della presenza della ragazza che, senza tanti complimenti, si era installata in casa loro e che ora pretendeva di seguirli anche al lavoro.
«Non fate quelle facce! » continuò lei. «Ieri ho parlato con la preside Ichihara e mi ha detto che non c’è problema. Sembrava molto orgogliosa di mostrare il suo istituto e i suoi insegnanti ad una straniera come me. »
«E quando mai? » borbottò Yuui. «La solita vanitosa. »
Elizabeth ridacchiò, ma non sembrava disposta a cedere di un millimetro, quindi Yuui capitolò. Ci mancava solo che andasse a lamentarsi di lui con la preside. Se avesse fatto comunella con Yuuko-san sarebbe stata la fine. Scorrendo con gli occhi il proprio orario della giornata, scoprì che non avrebbe avuto problemi almeno fino alla… terza ora. Mh, non male come media. Dalle 11:00 in poi però sarebbe stato difficile mantenere un contegno distaccato. Aveva lezione con la 3°B.
Ore 11:05. Elizabeth era seduta silenziosamente in un angolo in fondo all’aula e Yuui stava scrivendo alla lavagna gli ingredienti della ricetta del giorno. Aveva le mani sudate ed era già nel panico. Sentiva lo sguardo di Shaoron puntato sulla schiena trafiggerlo come mille spilli.
«Bene, ragazzi! » esclamò voltandosi verso la classe e ostentando un sorriso rilassato. «Potete accendere i fornelli e iniziare a cuocere la pasta. Per questa ricetta si potrebbero benissimo utilizzare dei ramen, ma se riuscite a procurarvi delle tagliatelle all’uovo italiane il risultato sarà senza dubbio migliore! »
Le ragazze dei primi banchi ridacchiarono.
«Yuui-sensei non perde mai occasione di sottolineare quanto sia buona la cucina italiana. » commentò Himawari.
«E fa bene! » esclamò Elizabeth dal fondo dell’aula. «Questo timballo di tagliatelle alle zucchine, salmone e limone è uno dei piatti forti del nostro ristorante! »
Nostro ristorante. Yuui deglutì a vuoto. Lo sguardo di Shaoron era a dir poco minaccioso. Iniziò a chiedersi se sarebbero arrivati tutti sani e salvi alla fine dell’ora, senza spargimenti di sangue.
«Per favore, non divaghiamo! Mentre la pasta cuoce, tagliate le zucchine a bastoncini e rosolatele nell’olio con aggiunta di sale e pepe.»
Parlando, iniziò a fare il giro dei tavoli, per controllare che i ragazzi procedessero nel modo giusto.
«Molto bene, Watanuki-kun. Shiro-kun, più sottili i bastoncini o finiranno di cuocere domani. Fai attenzione con quel coltello, Li-kun, o finirai per tagliarti. »
Si bloccò un attimo prima di arrivare al tavolo successivo, dove Shaoron era seduto accanto al fratello, e tornò indietro distogliendo lo sguardo.
«Tagliuzzate il salmone, unitelo alle zucchine e mescolate. » continuò a spiegare. «Poi scolate la pasta e amalgamate il tutto. »
«Sensei. »
La voce alle sue spalle lo fece trasalire. Voltandosi vide che Shaoron aveva alzato la mano e lo fissava intensamente.
«In che direzione devo sfilettare il salmone? » chiese.
Yuui capì che non poteva più evitarlo. Evidentemente il ragazzo si era stancato di rimanere a guardare in silenzio. Facendo cenno agli altri ragazzi di proseguire, si portò dietro di lui e coprì la sua mano con la propria, guidando il coltello lungo la carne del pesce.
«Non è difficile, devi fare così. » disse, reprimendo a forza il brivido che lo aveva attraversato al contatto con la mano dell’altro.
Con un guizzo improvviso, Shaoron sfuggì alla sua presa e gli puntò il coltello contro la mano sinistra. Ora l’espressione del ragazzo era decisamente inquietante, come quella sera quando gli aveva scagliato contro il pallone da basket. Intimorito, Yuui tentò di allontanarsi, ringraziando di dare le spalle e coprire la visuale sia ad Elizabeth che a Shaoran, ma una presa ferrea sul polso lo trattenne.
«Non ti lascerò più scappare, nemmeno se lo vorrai. » sibilò Shaoron.
La pressione del coltello sul suo dito aumentò e Yuui avvertì un dolore pungente, mentre una goccia di sangue stillava dalla sua pelle candida. Shaoron si portò la sua mano alle labbra e la leccò via, facendolo arrossire furiosamente.
Cosa diavolo gli prendeva?
Comportarsi in quel modo in classe, sotto gli occhi di tutti. Stava per dire qualcosa quando sentì i denti di Shaoron affondare nel suo dito.
«Ah! » esclamò istintivamente a voce alta, ritirando di scatto la mano.
Ragazzino allucinante. Erano nel pieno della lezione, circondati da tutta la classe, con la sua fidanzata a un passo e lui l’aveva morso.
In quel momento Yuui si rese conto di avere addosso gli sguardi di una ventina di persone e si affrettò a coprire la mano ferita.
«Ah… ehm… Dimenticavo di dirvi di stendere la pasta sfoglia! » esclamò, tentando disperatamente di mantenere un contegno serio. «Poi sbattete le uova con il latte, il formaggio e il limone. »
Se avesse assecondato il suo istinto, come tutti gli dicevano di fare, avrebbe trascinato Shaoron fuori dall’aula, l’avrebbe sbattuto contro la parete e l’avrebbe baciato fino a togliergli quel sorrisetto di sfida dalla faccia.
Quando realizzò quel pensiero arrossì ancora di più e maledì la propria fantasia, augurandosi ardentemente che nessuno lo notasse. Non poteva andare avanti così. Era sempre stato sicuro di essere una persona seria, mentre ora scopriva di essere spaventosamente volubile di fronte alle tentazioni offerte da Shaoron. Era praticamente certo che il ragazzo conoscesse, o per lo meno intuisse, i suoi stati d’animo e che lo provocasse apposta per vederlo crollare. E Yuui sarebbe crollato volentieri, se avesse potuto.
Per tutto il resto della lezione si tenne ben alla larga dal tavolo incriminato ed evitò accuratamente d’incrociare lo sguardo di Elizabeth.
Durante la pausa pranzo la soluzione migliore gli era sembrata quella di rifugiarsi da Fay, peccato che Elizabeth avesse trovato l’idea entusiasmante decidendo di unirsi a loro. Con l’aggiunta di Kurogane-sensei, quell’incontro aveva assunto le proporzioni di un appuntamento a quattro. Yuui era disperato.
Approfittando di un momento in cui Elizabeth era andata a lavarsi le mani, prese da parte il fratello, guidandolo in un angolo appartato della terrazza.
«Fay, sto perdendo la testa! » esclamò, crollando con la fronte sulla sua spalla.
Il giovane rimase per un attimo interdetto, poi gli accarezzò i capelli.
«Lui sa che Elizabeth è qui? » chiese.
«Lui… chi? » fece Yuui pur sapendo che ormai fare il finto tonto era inutile.
«Beh, lui, quella persona. » rispose infatti Fay.
«Certo che lo sa. Ieri Yuuko-san mi ha chiamato con l’altoparlante. Tutta la scuola lo sa. »
«E…? »
«Credo stia cercando, in qualche modo molto strano, di farmela pagare. Mi sta facendo impazzire! »
Fay rise e lo abbracciò.
«Mi fai tanta tenerezza, Yuui-chan! Così innamorato e così in crisi! »
«Per favore. » brontolò Yuui, senza però sciogliersi dall’abbraccio. «Non sono innamorato, non ancora almeno. Non lo so. Non so più cosa fare. »
«Invece io credo che tu abbia capito, e una volta che hai capito non puoi più tornare indietro a quando non ti eri accorto di niente. » (*) rispose Fay saggiamente tenendogli le mani sulle spalle. «Certo che la presenza di quella non facilita le cose…»
In quel momento, come evocata dalle parole di Fay, la voce di Elizabeth squillò nel silenzio della terrazza.
«Yuui! Fay! Cosa state facendo? Se non vi date una mossa mangeremo tutto io e Kurogane! »
I due fratelli si scambiarono uno sguardo sospirando e raggiunsero il punto dove avevano lasciato i bento. Da una rapida occhiata Yuui dedusse che neanche l’insegnate di educazione fisica fosse particolarmente entusiasta dell’incontro.
«Vedo che avete fatto conoscenza. » disse Fay, sedendosi accanto al collega.
«Oh, sì! Kurogane mi stava raccontando di come vi siete conosciuti, quando l’hai investito con la porta della sala professori. » esclamò Elizabeth. «A quanto pare è stato proprio un colpo di fulmine! Complimenti, siete una coppia splendida! »
«Senti, non è…» aveva iniziato Kurogane, ma alle parole della ragazza si bloccò.
Evidentemente si era aspettato tutt’altro genere di commento da un’occidentale. Qualcosa del tipo: “Che schifo.” o “È davvero amorale e contro natura.” Yuui invece se l’era aspettato. Anche le sue amiche italiane stravedevano per i manga yaoi, quindi avere davanti una coppia in carne ed ossa doveva essere esaltante. Chissà cos’avrebbe detto Elizabeth se avesse saputo che anche il suo fidanzato era coinvolto in una storia del genere e per di più con uno studente.
Nel frattempo Fay era arrossito e si era appeso al braccio di Kurogane con un sorriso luminoso.
«Beh, grazie! Io l’ho sempre sostenuto, è Kurotan che non fa che brontolare. Anche voi due però ieri avete dato spettacolo! »
Yuui sgranò gli occhi a quelle parole, sperando che il fratello non si riferisse a quello che pensava.
«Di cosa stai parlando? »
«Beh, Yuui-chan, davanti alla finestra, mentre escono gli studenti…» rispose Fay maliziosamente. «Stamattina ne parlavano tutti. »
Yuui si sentì prendere dal panico.
«Tutti chi? » chiese trattenendosi a stento dall’afferrare il fratello per il camice.
Il sorriso di Fay si affievolì davanti alla serietà del fratello.
«Non è così grave, dai. » rispose. «Ho solo sentito Shaoran-kun che lo raccontava a Shaoron-kun. »
Quindi Shaoron sapeva, realizzò Yuui, sapeva quello che era successo.
«Ecco perché! » esclamò, balzando in piedi.
Tutti gli sguardi si puntarono perplessi su di lui, ma non perse tempo in spiegazioni e si allontanò di corsa. Se Shaoron sapeva che aveva baciato Elizabeth, il suo comportamento di quella mattina aveva un senso. Sotto il ciliegio gli aveva detto che era proprietà privata e ora stava ribadendo il concetto. Avrebbe potuto fare qualunque cosa. Doveva trovarlo e spiegargli…
Yuui si fermò in mezzo al corridoio del primo piano. Spiegargli cosa?
Che quel bacio era stato un errore dettato dal pensiero di lui?
Che in realtà non provava niente?
Oppure che era giusto così, si trattava della sua vita e lui non aveva nessun diritto di interferire?
Scosse la testa confuso. Non poteva pretendere niente dagli altri se prima non si chiariva le idee. Accostandosi alla finestra, vide che nel cortile alcuni ragazzi stavano giocando a basket. Shaoron era tra loro e Yuui non riuscì a distogliere lo sguardo da lì fino alla fine della pausa pranzo.
La sera giunse senza che Yuui riuscisse ad incontrare a tu per tu Shaoron per chiarire la situazione e questo lo metteva decisamente in difficoltà. L’impressione era quella di tenere un piede in due scarpe e nel ruolo del doppiogiochista non si era mai sentito a proprio agio. Il senso del dovere verso Elizabeth era forte; l’attrazione per Shaoron innegabile; la voglia di chiudere in cantina ogni scrupolo morale sempre più pressante. Continuò a riflettere su questo per tutta la strada, da scuola all’appartamento, ringraziando che Elizabeth fosse rientrata prima con Fay, lasciandolo tranquillo. Non appena varcò la soglia, però, capì che qualcosa non andava. Fay lo accolse saltellando dalla cucina. Aveva gli occhi sorprendentemente brillanti.
«Bentornato, Yuui-chan! Beth-san ha invitato Kurorin a cena ed ha anche cucinato! Mentre ti aspettavamo abbiamo fatto qualche brindisi, visto che era curiosa di assaggiare il nostro sakè! » esclamò.
«Sei ubriaco, Fay? » chiese Yuui con una punta di preoccupazione.
«Io? Noooo! Assolutamente! Forza, vieni a mangiare o si raffredderà tutto! »
Yuui venne trascinato in cucina dove, a quanto pareva, la nuova inquilina aveva dato fondo sia alla sua scorta di sakè che a quella di prezioso e costoso vino italiano.
Yuui di solito non beveva, ma a volte il vino era un ingrediente fondamentale per le salse, senza contare che Fay aveva assolutamente voluto provare quella delizia d’importazione.
«Vieni a bere con noi! » esclamò Elizabeth, allungandogli un bicchiere pieno di sakè ed alzando il proprio.
Yuui scosse la testa.
«No, lo sai che sono astemio. Beth, non starai esagerando? Non sei abituata al sakè. »
«Bevo per dimenticare. » rispose enigmaticamente la ragazza. «Dopo che mi sono data così da fare per preparare la cena, è scortese rifiutare di unirti a noi. »
Yuui lanciò una muta richiesta d’aiuto a Kurogane seduto dall’altra parte del tavolo, ma il collega era già abbastanza occupato a tenere a bada l’esuberanza di Fay moltiplicata all’ennesima potenza dagli effetti dell’alcool.
«Fai “aaaahh”! » esclamò Elizabeth sollevando un boccone di pasta da un piatto e sventolandoglielo sotto il naso.
Per evitare che la salsa schizzasse ovunque, Yuui aprì la bocca, ma evidentemente la mira della ragazza doveva essere compromessa, perché rischiò di soffocarlo. Il giovane cominciò a tossire e afferrò il primo bicchiere che lei gli porse trangugiando il contenuto in un solo sorso. L’alcool gli bruciò la gola lasciandolo senza fiato.
«Beth…! » ansimò, quando recuperò l’uso della parola. «Ti ho detto che non bevo sakè! »
Dopo la pessima esperienza avuta in Italia, aveva deciso che non avrebbe più toccato un alcolico. Quella volta si era svegliato al mattino vestito in modo improponibile e le sue amiche gli avevano detto che aveva passato la serata a provarci col barista. L’alcool toglieva i freni inibitori ed era proprio l’ultima cosa di cui aveva bisogno.
«Sei così… così…» La ragazza annaspò alla ricerca di un termine adatto. «… corretto. No, non è quello che volevo dire. Sei… sembri… una ragazzina. »
Yuui si irrigidì. Ci mancava solo che a dargli della ragazzina fosse la sua pseudo-fidanzata ubriaca. Inoltre, per qualche strano motivo, iniziava a sentire caldo. Fay gli passò accanto saltellando seguito da Kurogane che tentava di bloccarlo prima che si facesse del male.
«No, Yuui-chan è la zia zitellina! » esclamò ridendo. Poi aggiunse con aria complice: «Beth-san, Beth-san, lo sai? La zia zitellina è innamorata!»
Yuui arrossì tentando di protestare, ma Fay non gli prestò la minima attenzione. Nel frattempo Elizabeth gli porse un altro bicchiere.
«La vita sentimentale è sempre dura. » disse, atteggiandosi a persona saggia. «Per questo è meglio bere per dimenticare. »
Era la seconda volta che lo diceva. Yuui prese il bicchiere dalle sue mani prima che lo rovesciasse.
«Cosa devi dimenticare? » si azzardò a chiedere.
«Che l’uomo che amo si ostina a non volermi! » esclamò Elizabeth, versandosi l’ennesimo bicchiere.
Yuui sgranò gli occhi.
«Veramente, io…» balbettò.
«È un testardo! Zuccone! Gliel’ho dimostrato in mille modi, ma lui non capisce! »
Yuui iniziò a sentire un nodo di senso di colpa stringergli lo stomaco. Tentando di ignorarlo, vuotò il proprio bicchiere senza pensarci troppo.
«Dice che il suo lavoro è troppo importante. » continuò Elizabeth.
Sì, certo, amava il suo lavoro, ma non gli sembrava di averne mai parlato in questi termini.
La ragazza versò di nuovo del sakè ad entrambi.
«La sua famiglia è più importante! »
Ah, no! Che adesso non si mettesse a tirare in ballo anche Fay!
Yuui sorseggiò il sakè completamente dimentico delle remore di poco prima.
«I suoi figli! »
«Figli? Quali figli? » si chiese il giovane, mentre si appoggiava al tavolo per calmare il ronzio che si sentiva in testa.
La bottiglia di sakè, era praticamente vuota.
«Io non ho… figli…» mormorò con voce impastata.
Elizabeth gli si strusciò contro con fare sensuale.
«Tu mi vuoi, Yuui? »
Era difficile mettere insieme una risposta, quando sembrava che la stanza gli girasse attorno. Con la coda dell’occhio, vide Fay appassionatamente abbracciato a Kurogane ed impegnato in un bacio che lasciava ben poco spazio al bisogno di respirare. Qualcuno una volta gli aveva detto che il cervello necessitava di ossigeno… Quel pensiero gli attraversò fugacemente la mente prima che si rendesse conto che le labbra di Elizabeth erano a pochi centimetri dalle sue. Erano rosee e morbide, sembravano fragole, e Yuui si trovò a pensare che forse non ci sarebbe stato niente di male ad assaggiarle. Lo sguardo che la ragazza alzò su di lui era così carico di tristezza che al desiderio di poterla cancellare seguì subito l’azione e si ritrovò a baciarla. Lei gli si strinse addosso con foga disperata ed era così morbida e calda e dolce e tutto quell’alcool in circolo non era esattamente d’aiuto al ragionamento. C’era un motivo per cui quello che stava succedendo non sarebbe dovuto succedere…
Qualcosa…
Qualcuno…
Non riusciva a ricordare perché. Yuui si sentì spingere all’indietro e, dopo un attimo di vertigine, la sua schiena sprofondò in un materasso morbido. Quando erano arrivati in camera da letto?
E, soprattutto, che fine aveva fatto la sua camicia?
Scuotendo la testa, assecondò le mani di Elizabeth che vagavano alla cieca sul suo petto. Sollevò le braccia per stringerla a sé e siccome pensare si stava facendo troppo complicato, decise di smettere di farlo.
(*) Frase detta da Haruka in Holic. Avevo una voglia matta di usarla!