fairy_circles (
fairy_circles) wrote2020-05-02 03:22 pm
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Writing Week - Day 6 - Ostara
Titolo: Ostara
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: nsfw-ish
Personaggi: Keith Kogane, Lance McClain, Allura, Hunk Garrett
Pairings: Keith/Lance
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Partecipa alla Writing Week di Fanwriter.it - Lista Witchcraft
Beta:
Word count: 2414
La festività di Ostara si avvicinava e l’intero villaggio di Altea fremeva di anticipazione. Keith ne era molto incuriosito, avendo finora partecipato solo a sagre di paese e qualche fiera nella capitale. Non aveva idea di come potesse essere partecipare a una celebrazione che aveva la magia come tema centrale. Lance gli aveva spiegato che si trattava di una celebrazione della rinascita della vita con l’arrivo della primavera. La Dea sarebbe stata omaggiata per tutta la giornata con offerte e invocazioni. Romelle, Luca, Merla e altre ragazze del villaggio avrebbero messo in scena una danza propiziatoria, mentre Hunk era stato incaricato del banchetto serale per rendere grazie dei frutti della nuova stagione. La celebrazione più importante però si sarebbe tenuta quella notte: si trattava del rito di incontro del Dio e della Dea, che tramite la loro unione donavano nuova fertilità alla terra. A partire dall’atto fisico di due persone prescelte tra le più potenti del villaggio, si giungeva a una totale fusione delle menti e dell’energia, a un rilascio di potere che infondeva vigore alla terra e prometteva prosperità a tutti i territori circostanti per i mesi a venire. Il rito principale si svolgeva nel bosco, al solo cospetto degli spiriti della natura e delle divinità che si incarnavano nei due prescelti, mentre al villaggio tutti coloro che lo desideravano e avevano l’età adatta erano incoraggiati a portare avanti i loro riti personali, in pubblico o in privato, a seconda di come l’ispirazione della Dea suggeriva loro.
Abituato ai costumi sobri e piuttosto rigidi della capitale, Keith rimase stupito da un comportamento tanto libero, che altrove sarebbe stato considerato sconveniente e addirittura punibile.
« Non c’è niente di sconveniente nell’onorare la Dea come lei desidera. » spiegò Lance. « Lei vuole che siamo felici e che godiamo appieno della vita che ritorna. »
Nonostante le sue parole non esprimessero alcun tipo di dissenso, Keith notò un sottofondo di amarezza che lo portò a chiedersi se Lance non avesse un brutto rapporto con quei riti, contrariamente a quanto affermava.
« Ma no, che sciocchezza! » gli rispose la strega dell’acqua con una risata forzata. « Vi prendo parte già da qualche anno e non vedo l’ora che arrivi il momento! »
Per quanto non ne fosse affatto convinto, Keith lasciò perdere. Era completamente a digiuno di quel genere di eventi ed era nuovo della comunità quindi, per quel che lo riguardava, probabilmente se ne sarebbe rimasto in un angolo a osservare gli spettacoli, godersi la cena e, al massimo, ammirare la notte stellata in solitudine. Non aveva davvero nessun motivo di prendervi parte, al momento. O almeno era quello che pensava.
Per questo rimase letteralmente sconvolto quando, pochi giorni dopo, Allura gli comunicò che era stato scelto per il ruolo del Dio del rito nella bosco.
« Tra i maschi della comunità sei quello con il potere più forte, in questo momento. Inoltre non avevamo una strega del fuoco da tantissimo tempo, partecipando al rito permetteresti lo sprigionarsi di tantissima energia e sarebbe un immenso beneficio per tutti. » spiegò Allura, davanti alla sua ritrosia.
« Lo capisco, ma… non credo di essere all’altezza. Non conosco ancora a dovere le dinamiche della magia, rischierei di fare qualcosa di sbagliato e mandare a monte il rito. » obiettò Keith, sinceramente in ansia al pensiero di formule e gesti che, preso dal momento, avrebbe finito per dimenticare. « Potrei addirittura mandare in collera la Dea con la mia inefficienza e Altea finirebbe in carestia. »
Allura lo fissò per un attimo, poi scoppiò a ridere di cuore.
« Non ti devi assolutamente preoccupare di queste cose! » esclamò, posandogli una mano rassicurante sulla spalla. « Non esistono parole da pronunciare o gesti da rispettare in questo rito. Devi solo concederti alla Dea, lei accoglierà tutto quello che le donerai e ricambierà concedendo a te e a tutto il villaggio la sua grazia. »
Keith avrebbe dovuto sentirsi rassicurato, eppure la vena di allarme non se ne andava. Non doveva fare nulla di complesso, solo unirsi alla ragazza prescelta che avrebbe rappresentato la Dea, non era nulla di spaventoso o impossibile, eppure permaneva in lui una strana inquietudine.
« Ovviamente non intendo obbligarti. » continuò Allura. « Un rito senza coinvolgimento varrebbe la metà, ma sappi che si tratta di un grande onore e di un enorme servizio alla comunità di cui tutti ti saranno grati. »
« Chi sarà? La persona che compirà il rito con me. »
A quella domanda Allura arrossì appena sulle guance.
« Come capo villaggio e strega più potente della comunità e un onore che spetta a me. » disse.
Dopo quella rivelazione non seguirono altre discussioni. Keith annuì semplicemente e la ragazza diede per scontato che avesse accettato il suo ruolo.
Il giorno delle celebrazioni giunse fin troppo in fretta. Il villaggio era addobbato a festa, ghirlande intrecciate con i primi fiori ornavano le porte delle case e i capelli delle persone. Hunk correva avanti e indietro dalla sua casa alla grande tavolata allestita nella piazzetta del villaggio portando ogni genere di manicaretto su cui stava lavorando dal giorno prima, oltre alle più belle tra le sue candele. Romelle e le ragazze facevano le ultime prove per la danza in un angolo appartato. Shiro, del tutto estraneo a tutto questo ed estasiato da ogni cosa che vedeva, veniva accompagnato in giro da Pidge, che gli spiegava ogni usanza e sembrava decisamente intenzionata a farlo partecipare. La stessa Pidge, inoltre, si era preoccupata di preparare una speciale pozione apposta per Keith, in previsione del rito di quella sera. Si trattava di un composto che aiutava ad abbassare le barriere ed entrare in comunicazione con la Dea, gli spiegò Lance, incaricato di portarglielo e aiutarlo a prepararsi per la celebrazione.
« È una droga? Un afrodisiaco? » chiese Keith, fissando la bevanda con sospetto e arricciando il naso.
« Non droghiamo i nostri prescelti. » lo rimbeccò Lance, mentre finiva di intrecciargli nei capelli alcuni fiori di campo. Era al lavoro già da un po’ e glieli aveva tirati più di una volta, segno di quanto fosse nervoso.
« Quindi parteciperai anche tu al rito di questa notte? » chiese Keith tentando di intavolare una conversazione che tranquillizzasse entrambi. « Hai già deciso a chi ti accompagnerai? »
Si sarebbe aspettato una risposta vanesia, che sottolineava come avesse ovviamente trovato un partner da tempo, ma Lance lo stupì per l’ennesima volta.
« Non parteciperò. » disse in tono cupo. « Non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto, ma la persona che avrei voluto con me è già in coppia con qualcun altro e la Dea non apprezzerebbe un rapporto senza piacere reciproco. »
Quelle parole fecero suonare un campanello nella mente di Keith, qualcosa che lo portò a sentirsi ancora più a disagio per la sua attuale condizione. Era chiaro che Lance non apprezzava quella situazioni in particolare e il motivo poteva essere solo uno.
« Stai parlando di Allura? » chiese quindi a bruciapelo.
Lance sussultò e finì per tirargli di nuovo i capelli.
« Assolutamente no! Ma che vai dicendo? » lo rimproverò, con una nota stridula nella voce. « Lei è la capo villaggio, non sono assolutamente alla sua altezza, come ti è venuto in mente? »
Le sue mani tremavano leggermente quando finì di legargli i capelli.
Con modi bruschi, gli porse la veste di un caldo color arancio pastello, che avrebbe dovuto indossare per il rito. I colori chiari erano prerogativa di quella festa, gli avevano spiegato, quindi, per quanto non fosse abituato a portarli, fece buon viso a cattivo gioco.
« Dovrai indossare solo questa. » gli raccomandò Lance. « E ti consiglio di bere quella pozione, se arrivi con i nervi a fior di pelle non riuscirai a combinare niente. »
Detto questo, gli lanciò un’ultima occhiata, velata di una strana tristezza, e lasciò la stanza.
Keith non riusciva a togliersi dalla testa che fosse tutto sbagliato e dovette costringersi a rimanere fermo e a non richiamarlo.
Al contrario di quello che si aspettava, quando calarono le ombre che anticipavano l’inizio del rito, non fu Lance ad andare a prenderlo per condurlo nel bosco, ma Hunk. Non che la presenza dell’amico, sempre così gioviale e rassicurante, lo infastidisse, ma avvertiva chiaramente la mancanza di qualcosa.
« È dura per Lance in momenti come questo. » gli spiegò Hunk. « Sentire i sentimenti delle persone quando sono sotto stress è molto pesante. Ha aiutato anche Allura a prepararsi ma poi lei verrà scortata da Romelle. »
Keith cercò di convincersi che era assolutamente comprensibile voler sfuggire a tutta quella tensione, specialmente se la si avvertiva come propria, ma la frustrazione per l’assenza di Lance non lo lasciava. Avrebbe voluto che fosse lì, che fosse con lui. Avrebbe voluto…
Si stupì nel realizzare che avrebbe voluto svolgere quel rito con lui.
Il luogo scelto era una piccola radura al centro della quale era stato disegnato un cerchio parzialmente aperto e posti i quattro elementi. Alcune candele erano disposte tutto attorno, riparate da piccole lucerne in modo che la fiamma non fosse pericolosa per la vegetazione, e la luce soffusa che emanavano creava un’atmosfera eterea e quasi irreale.
Hunk si fermò alla linea degli alberi, facendo segno a Keith di avanzare.
« Da qui in poi è territorio consacrato, solo i prescelti possono accedere. » spiegò. « Devi solo entrare nel cerchio e aspettare Allura. »
Quando si voltò per andarsene, non prima di avergli rivolto un sorriso incoraggiante, Keith lo afferrò istintivamente per un braccio.
« Senti, so che è un grande onore, un’offerta alla Dea, la prosperità del villaggio e tutto il resto, ma… e se non volessi più farlo? » buttò fuori tutto d’un fiato.
Hunk strabuzzò gli occhi, sbiancando.
« È una pessima idea! » esclamò. « Adesso è troppo tardi per interrompere tutto, mandare a monte la celebrazione significherebbe molto di più di un pessimo raccolto. Comprometterebbe le linee di energia della terra e di conseguenza la rete di protezione del villaggio. Se non ci fosse abbastanza potere per proteggerci, i cacciatore del re ci troverebbero e sarebbe la fine per tutti. »
Keith ritrasse la mano: non si era certo aspettato conseguenze così tragiche in caso di una sua defezione.
« Mi dispiace tanto, Keith. È per questo che i prescelti vengono avvertiti in anticipo, in modo che possano riflettere sul significato dell’accettare una tale responsabilità e, in caso di declino, trovare dei sostituti. »
« Ho capito. Scusami, ho fatto un errore. Ora vado. »
Prima di compiere il passo che lo avrebbe portato sull’erba fresca della radura, Keith si voltò un’ultima volta.
« Per favore, di’ a Lance che mi dispiace tanto. »
Non poteva sapere se Hunk avrebbe capito o meno il senso di quella richiesta, si augurò solo che riportasse le sue parole.
Con un peso nel cuore che ancora non riusciva a capire del tutto, entrò nel cerchio e vi si sedette a gambe incrociate: aveva promesso e avrebbe fatto del suo meglio, ma non significava che ne fosse entusiasta.
Quando dei passi leggeri sull’erba attirarono la sua attenzione, voltò la testa per osservare una figura velata procedere verso di lui dalla direzione opposta a quella da cui era giunto con Hunk. Portava una lunga veste azzurro pallido e una lanterna in mano. Procedeva sicura, senza la minima esitazione nel passo.
Entrò nel cerchio, lo chiuse tracciandone i confini con un ramo portato lì allo scopo, posò la lanterna a distanza di sicurezza e s’inginocchiò di fronte a lui.
Keith deglutì. Il nodo in gola e quello allo stomaco si stavano lentamente allentando, apparentemente senza motivo, così come il senso di sbagliato che aveva provato fino a quel momento. Ora non sentiva più che trovarsi lì fosse un errore. Forse era la presenza di Allura, forse la magia che permeava l’aria.
Allungò le mani fino ad afferrare il velo che la copriva e lo sollevò fino svelarne le sembianze.
Per poi emettere un’esclamazione strozzata quando si trovò davanti Lance.
La giovane strega dell’acqua gli rivolse un sorriso di scuse, chiaramente in imbarazzo.
« Non era quello che ti aspettavi, lo so, perdonami. Vorrei poterti dire che è stata un’idea di Allura, ma mentirei spudoratamente. In realtà l’ho sempre desiderato e lei mi ha solo assecondato alla fine. Quindi se dovrai prendertela con qualcuno per aver rovinato il tuo primo rito importante, prenditela solo con me. »
Keith era totalmente senza parole, incredulo che quel timido desiderio che aveva osato esprimere sono con sé stesso si fosse davvero realizzato.
« No… No, io… » balbettò. « Ne sono felice. Sono stato sul punto di andarmene. Pensavo… Credevo che un rito di fertilità si potesse compiere solo con una donna. »
Più parlava, esprimendo alla meglio l’accozzaglia di pensieri che gli riempivano la mente, più il suo cuore si riempiva di gioia e il suo spirito s’infiammava.
« L’acqua è un elemento femminile come il fuoco è maschile. » spiegò Lance, abbassando lo sguardo sulle proprie mani. « In ogni caso si tratta di un rito simbolico, noi siamo solo i rappresentanti della Dea e del Dio, nient’altro che meri tramiti per il loro potere. »
Keith iniziava a sentire caldo, probabilmente a causa della strana pozione che aveva bevuto, e aveva la sensazione che l’aria attorno a loro crepitasse di energia. Strinse i pugni un paio di volte per tenere le mani impegnate ed evitare di afferrare Lance troppo bruscamente.
« Sono davvero felice che tu sia qui. » non potè però trattenersi da dire. « Non immagini quanto. »
Lance sorrise e afferrò il bordo inferiore della propria veste.
« Lo sono anch’io. » disse sfilandosela e lasciandola cadere sull’erba in un morbido fruscio.
Rimase completamente nudo di fronte a lui, le luci delle lanterne che riflettevano giochi di luce sulla sua pelle ambrata e lucida di olio profumato. Keith lo fissò incantato.
Lance avanzò fino a sederglisi in grembo.
« Offriamo la nostra gioia in dono alla Dea. » mormorò contro le sue labbra.
Poi lo liberò a sua volta dalla veste e, posando le mani sulle sue spalle, lo indusse a sdraiarsi sull’erba.
Mentre si accomodava sopra di lui e si chinava in avanti, Keith si sollevò su un gomito e le loro bocche si incontrarono a metà strada. La scintilla che scaturì da quel bacio non era che il preludio di una luce più grande, come l’inizio della primavera era la rinascita della terra.
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: nsfw-ish
Personaggi: Keith Kogane, Lance McClain, Allura, Hunk Garrett
Pairings: Keith/Lance
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Partecipa alla Writing Week di Fanwriter.it - Lista Witchcraft
Word count: 2414
La festività di Ostara si avvicinava e l’intero villaggio di Altea fremeva di anticipazione. Keith ne era molto incuriosito, avendo finora partecipato solo a sagre di paese e qualche fiera nella capitale. Non aveva idea di come potesse essere partecipare a una celebrazione che aveva la magia come tema centrale. Lance gli aveva spiegato che si trattava di una celebrazione della rinascita della vita con l’arrivo della primavera. La Dea sarebbe stata omaggiata per tutta la giornata con offerte e invocazioni. Romelle, Luca, Merla e altre ragazze del villaggio avrebbero messo in scena una danza propiziatoria, mentre Hunk era stato incaricato del banchetto serale per rendere grazie dei frutti della nuova stagione. La celebrazione più importante però si sarebbe tenuta quella notte: si trattava del rito di incontro del Dio e della Dea, che tramite la loro unione donavano nuova fertilità alla terra. A partire dall’atto fisico di due persone prescelte tra le più potenti del villaggio, si giungeva a una totale fusione delle menti e dell’energia, a un rilascio di potere che infondeva vigore alla terra e prometteva prosperità a tutti i territori circostanti per i mesi a venire. Il rito principale si svolgeva nel bosco, al solo cospetto degli spiriti della natura e delle divinità che si incarnavano nei due prescelti, mentre al villaggio tutti coloro che lo desideravano e avevano l’età adatta erano incoraggiati a portare avanti i loro riti personali, in pubblico o in privato, a seconda di come l’ispirazione della Dea suggeriva loro.
Abituato ai costumi sobri e piuttosto rigidi della capitale, Keith rimase stupito da un comportamento tanto libero, che altrove sarebbe stato considerato sconveniente e addirittura punibile.
« Non c’è niente di sconveniente nell’onorare la Dea come lei desidera. » spiegò Lance. « Lei vuole che siamo felici e che godiamo appieno della vita che ritorna. »
Nonostante le sue parole non esprimessero alcun tipo di dissenso, Keith notò un sottofondo di amarezza che lo portò a chiedersi se Lance non avesse un brutto rapporto con quei riti, contrariamente a quanto affermava.
« Ma no, che sciocchezza! » gli rispose la strega dell’acqua con una risata forzata. « Vi prendo parte già da qualche anno e non vedo l’ora che arrivi il momento! »
Per quanto non ne fosse affatto convinto, Keith lasciò perdere. Era completamente a digiuno di quel genere di eventi ed era nuovo della comunità quindi, per quel che lo riguardava, probabilmente se ne sarebbe rimasto in un angolo a osservare gli spettacoli, godersi la cena e, al massimo, ammirare la notte stellata in solitudine. Non aveva davvero nessun motivo di prendervi parte, al momento. O almeno era quello che pensava.
Per questo rimase letteralmente sconvolto quando, pochi giorni dopo, Allura gli comunicò che era stato scelto per il ruolo del Dio del rito nella bosco.
« Tra i maschi della comunità sei quello con il potere più forte, in questo momento. Inoltre non avevamo una strega del fuoco da tantissimo tempo, partecipando al rito permetteresti lo sprigionarsi di tantissima energia e sarebbe un immenso beneficio per tutti. » spiegò Allura, davanti alla sua ritrosia.
« Lo capisco, ma… non credo di essere all’altezza. Non conosco ancora a dovere le dinamiche della magia, rischierei di fare qualcosa di sbagliato e mandare a monte il rito. » obiettò Keith, sinceramente in ansia al pensiero di formule e gesti che, preso dal momento, avrebbe finito per dimenticare. « Potrei addirittura mandare in collera la Dea con la mia inefficienza e Altea finirebbe in carestia. »
Allura lo fissò per un attimo, poi scoppiò a ridere di cuore.
« Non ti devi assolutamente preoccupare di queste cose! » esclamò, posandogli una mano rassicurante sulla spalla. « Non esistono parole da pronunciare o gesti da rispettare in questo rito. Devi solo concederti alla Dea, lei accoglierà tutto quello che le donerai e ricambierà concedendo a te e a tutto il villaggio la sua grazia. »
Keith avrebbe dovuto sentirsi rassicurato, eppure la vena di allarme non se ne andava. Non doveva fare nulla di complesso, solo unirsi alla ragazza prescelta che avrebbe rappresentato la Dea, non era nulla di spaventoso o impossibile, eppure permaneva in lui una strana inquietudine.
« Ovviamente non intendo obbligarti. » continuò Allura. « Un rito senza coinvolgimento varrebbe la metà, ma sappi che si tratta di un grande onore e di un enorme servizio alla comunità di cui tutti ti saranno grati. »
« Chi sarà? La persona che compirà il rito con me. »
A quella domanda Allura arrossì appena sulle guance.
« Come capo villaggio e strega più potente della comunità e un onore che spetta a me. » disse.
Dopo quella rivelazione non seguirono altre discussioni. Keith annuì semplicemente e la ragazza diede per scontato che avesse accettato il suo ruolo.
Il giorno delle celebrazioni giunse fin troppo in fretta. Il villaggio era addobbato a festa, ghirlande intrecciate con i primi fiori ornavano le porte delle case e i capelli delle persone. Hunk correva avanti e indietro dalla sua casa alla grande tavolata allestita nella piazzetta del villaggio portando ogni genere di manicaretto su cui stava lavorando dal giorno prima, oltre alle più belle tra le sue candele. Romelle e le ragazze facevano le ultime prove per la danza in un angolo appartato. Shiro, del tutto estraneo a tutto questo ed estasiato da ogni cosa che vedeva, veniva accompagnato in giro da Pidge, che gli spiegava ogni usanza e sembrava decisamente intenzionata a farlo partecipare. La stessa Pidge, inoltre, si era preoccupata di preparare una speciale pozione apposta per Keith, in previsione del rito di quella sera. Si trattava di un composto che aiutava ad abbassare le barriere ed entrare in comunicazione con la Dea, gli spiegò Lance, incaricato di portarglielo e aiutarlo a prepararsi per la celebrazione.
« È una droga? Un afrodisiaco? » chiese Keith, fissando la bevanda con sospetto e arricciando il naso.
« Non droghiamo i nostri prescelti. » lo rimbeccò Lance, mentre finiva di intrecciargli nei capelli alcuni fiori di campo. Era al lavoro già da un po’ e glieli aveva tirati più di una volta, segno di quanto fosse nervoso.
« Quindi parteciperai anche tu al rito di questa notte? » chiese Keith tentando di intavolare una conversazione che tranquillizzasse entrambi. « Hai già deciso a chi ti accompagnerai? »
Si sarebbe aspettato una risposta vanesia, che sottolineava come avesse ovviamente trovato un partner da tempo, ma Lance lo stupì per l’ennesima volta.
« Non parteciperò. » disse in tono cupo. « Non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto, ma la persona che avrei voluto con me è già in coppia con qualcun altro e la Dea non apprezzerebbe un rapporto senza piacere reciproco. »
Quelle parole fecero suonare un campanello nella mente di Keith, qualcosa che lo portò a sentirsi ancora più a disagio per la sua attuale condizione. Era chiaro che Lance non apprezzava quella situazioni in particolare e il motivo poteva essere solo uno.
« Stai parlando di Allura? » chiese quindi a bruciapelo.
Lance sussultò e finì per tirargli di nuovo i capelli.
« Assolutamente no! Ma che vai dicendo? » lo rimproverò, con una nota stridula nella voce. « Lei è la capo villaggio, non sono assolutamente alla sua altezza, come ti è venuto in mente? »
Le sue mani tremavano leggermente quando finì di legargli i capelli.
Con modi bruschi, gli porse la veste di un caldo color arancio pastello, che avrebbe dovuto indossare per il rito. I colori chiari erano prerogativa di quella festa, gli avevano spiegato, quindi, per quanto non fosse abituato a portarli, fece buon viso a cattivo gioco.
« Dovrai indossare solo questa. » gli raccomandò Lance. « E ti consiglio di bere quella pozione, se arrivi con i nervi a fior di pelle non riuscirai a combinare niente. »
Detto questo, gli lanciò un’ultima occhiata, velata di una strana tristezza, e lasciò la stanza.
Keith non riusciva a togliersi dalla testa che fosse tutto sbagliato e dovette costringersi a rimanere fermo e a non richiamarlo.
Al contrario di quello che si aspettava, quando calarono le ombre che anticipavano l’inizio del rito, non fu Lance ad andare a prenderlo per condurlo nel bosco, ma Hunk. Non che la presenza dell’amico, sempre così gioviale e rassicurante, lo infastidisse, ma avvertiva chiaramente la mancanza di qualcosa.
« È dura per Lance in momenti come questo. » gli spiegò Hunk. « Sentire i sentimenti delle persone quando sono sotto stress è molto pesante. Ha aiutato anche Allura a prepararsi ma poi lei verrà scortata da Romelle. »
Keith cercò di convincersi che era assolutamente comprensibile voler sfuggire a tutta quella tensione, specialmente se la si avvertiva come propria, ma la frustrazione per l’assenza di Lance non lo lasciava. Avrebbe voluto che fosse lì, che fosse con lui. Avrebbe voluto…
Si stupì nel realizzare che avrebbe voluto svolgere quel rito con lui.
Il luogo scelto era una piccola radura al centro della quale era stato disegnato un cerchio parzialmente aperto e posti i quattro elementi. Alcune candele erano disposte tutto attorno, riparate da piccole lucerne in modo che la fiamma non fosse pericolosa per la vegetazione, e la luce soffusa che emanavano creava un’atmosfera eterea e quasi irreale.
Hunk si fermò alla linea degli alberi, facendo segno a Keith di avanzare.
« Da qui in poi è territorio consacrato, solo i prescelti possono accedere. » spiegò. « Devi solo entrare nel cerchio e aspettare Allura. »
Quando si voltò per andarsene, non prima di avergli rivolto un sorriso incoraggiante, Keith lo afferrò istintivamente per un braccio.
« Senti, so che è un grande onore, un’offerta alla Dea, la prosperità del villaggio e tutto il resto, ma… e se non volessi più farlo? » buttò fuori tutto d’un fiato.
Hunk strabuzzò gli occhi, sbiancando.
« È una pessima idea! » esclamò. « Adesso è troppo tardi per interrompere tutto, mandare a monte la celebrazione significherebbe molto di più di un pessimo raccolto. Comprometterebbe le linee di energia della terra e di conseguenza la rete di protezione del villaggio. Se non ci fosse abbastanza potere per proteggerci, i cacciatore del re ci troverebbero e sarebbe la fine per tutti. »
Keith ritrasse la mano: non si era certo aspettato conseguenze così tragiche in caso di una sua defezione.
« Mi dispiace tanto, Keith. È per questo che i prescelti vengono avvertiti in anticipo, in modo che possano riflettere sul significato dell’accettare una tale responsabilità e, in caso di declino, trovare dei sostituti. »
« Ho capito. Scusami, ho fatto un errore. Ora vado. »
Prima di compiere il passo che lo avrebbe portato sull’erba fresca della radura, Keith si voltò un’ultima volta.
« Per favore, di’ a Lance che mi dispiace tanto. »
Non poteva sapere se Hunk avrebbe capito o meno il senso di quella richiesta, si augurò solo che riportasse le sue parole.
Con un peso nel cuore che ancora non riusciva a capire del tutto, entrò nel cerchio e vi si sedette a gambe incrociate: aveva promesso e avrebbe fatto del suo meglio, ma non significava che ne fosse entusiasta.
Quando dei passi leggeri sull’erba attirarono la sua attenzione, voltò la testa per osservare una figura velata procedere verso di lui dalla direzione opposta a quella da cui era giunto con Hunk. Portava una lunga veste azzurro pallido e una lanterna in mano. Procedeva sicura, senza la minima esitazione nel passo.
Entrò nel cerchio, lo chiuse tracciandone i confini con un ramo portato lì allo scopo, posò la lanterna a distanza di sicurezza e s’inginocchiò di fronte a lui.
Keith deglutì. Il nodo in gola e quello allo stomaco si stavano lentamente allentando, apparentemente senza motivo, così come il senso di sbagliato che aveva provato fino a quel momento. Ora non sentiva più che trovarsi lì fosse un errore. Forse era la presenza di Allura, forse la magia che permeava l’aria.
Allungò le mani fino ad afferrare il velo che la copriva e lo sollevò fino svelarne le sembianze.
Per poi emettere un’esclamazione strozzata quando si trovò davanti Lance.
La giovane strega dell’acqua gli rivolse un sorriso di scuse, chiaramente in imbarazzo.
« Non era quello che ti aspettavi, lo so, perdonami. Vorrei poterti dire che è stata un’idea di Allura, ma mentirei spudoratamente. In realtà l’ho sempre desiderato e lei mi ha solo assecondato alla fine. Quindi se dovrai prendertela con qualcuno per aver rovinato il tuo primo rito importante, prenditela solo con me. »
Keith era totalmente senza parole, incredulo che quel timido desiderio che aveva osato esprimere sono con sé stesso si fosse davvero realizzato.
« No… No, io… » balbettò. « Ne sono felice. Sono stato sul punto di andarmene. Pensavo… Credevo che un rito di fertilità si potesse compiere solo con una donna. »
Più parlava, esprimendo alla meglio l’accozzaglia di pensieri che gli riempivano la mente, più il suo cuore si riempiva di gioia e il suo spirito s’infiammava.
« L’acqua è un elemento femminile come il fuoco è maschile. » spiegò Lance, abbassando lo sguardo sulle proprie mani. « In ogni caso si tratta di un rito simbolico, noi siamo solo i rappresentanti della Dea e del Dio, nient’altro che meri tramiti per il loro potere. »
Keith iniziava a sentire caldo, probabilmente a causa della strana pozione che aveva bevuto, e aveva la sensazione che l’aria attorno a loro crepitasse di energia. Strinse i pugni un paio di volte per tenere le mani impegnate ed evitare di afferrare Lance troppo bruscamente.
« Sono davvero felice che tu sia qui. » non potè però trattenersi da dire. « Non immagini quanto. »
Lance sorrise e afferrò il bordo inferiore della propria veste.
« Lo sono anch’io. » disse sfilandosela e lasciandola cadere sull’erba in un morbido fruscio.
Rimase completamente nudo di fronte a lui, le luci delle lanterne che riflettevano giochi di luce sulla sua pelle ambrata e lucida di olio profumato. Keith lo fissò incantato.
Lance avanzò fino a sederglisi in grembo.
« Offriamo la nostra gioia in dono alla Dea. » mormorò contro le sue labbra.
Poi lo liberò a sua volta dalla veste e, posando le mani sulle sue spalle, lo indusse a sdraiarsi sull’erba.
Mentre si accomodava sopra di lui e si chinava in avanti, Keith si sollevò su un gomito e le loro bocche si incontrarono a metà strada. La scintilla che scaturì da quel bacio non era che il preludio di una luce più grande, come l’inizio della primavera era la rinascita della terra.