Writing Week - Day 1 - Candele
Apr. 27th, 2020 02:40 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Candele
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Keith Kogane, Lance McClain, Hunk Garret
Pairings:
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Partecipa alla Writing Week di Fanwriter.it - Lista Witchcraft
Beta:
Word count: 1329
Quando Keith era sceso a patti con la propria natura e la necessità di fermarsi al villaggio di Altea per approfondirne la conoscenza, era solo vagamente consapevole di cosa questo significasse. Fino a poco tempo prima pensava di essere solo un cacciatore senza patria e senza famiglia, una persona senza legami che si era arruolata nei corpi speciali del re che miravano a debellare la minaccia della stregoneria nel regno. Era stato proprio inseguendo due persone che avevano visto praticare la magia, che lui e il suo compagno Shiro erano finiti nel fantomatico villaggio di Altea, noto per essere un impenetrabile rifugio di streghe. Lì erano stati attaccati da misteriose creature d’ombra, Keith e Shiro avevano dato una mano e da lì era iniziata la sua scoperta. Aveva dei legami con la stregoneria, possedeva addirittura dei poteri e una forza che aveva aiutato a proteggere il villaggio. Un’energia, a detta di tutti, superiore alla media e molto rara: a quanto pareva era una strega del fuoco.
Era stato complicato accettare questa parte di sé, specialmente quando rappresentava tutto ciò a cui aveva sempre dato la caccia, ma al villaggio lo avevano accolto come in famiglia, nonostante le prime diffidenze. Keith non aveva mai avuto una famiglia o chi si prendesse cura di lui, quindi si era sentito sopraffatto e aveva accettato di rimanere per imparare nuove cose su sé stesso e indagare sulle sue origini.
A fargli da guida in questo bizzarro viaggio in un mondo oscuro, la capo villaggio Allura gli aveva affiancato Lance, una strega dell’acqua con il dono dell’empatia. Lo stesso ragazzo che durante l’attacco era riuscito a superare le barriere che bloccavano i suoi poteri e vi aveva attinto per difendere il villaggio. In qualche modo Allura doveva aver dedotto che quell’episodio li aveva legati.
« Quando ho detto che eravamo legati, non intendevo che ti avrei fatto da balia. » brontolò Lance, mentre lo guidava attraverso il villaggio, in direzione di una delle case più graziose del circondario. Durante il recente attacco non aveva subito molti danni e i pochi erano stati riparati celermente dal suo proprietario.
« Pensavo ti piacesse l’idea di insegnare a un barbaro cacciatore. » lo stuzzicò Keith.
L’altro gli lanciò un’occhiata affilata.
« Non ho detto che non mi piace. Dopotutto istruire un talento come il tuo è un onore oltre che essere interessante e soddisfacente, ma sono una persona impegnata e non posso passare la totalità del mio tempo appresso a un allievo. Quindi vedi di aprire bene le orecchie e imparare il più velocemente possibile. »
Keith fece spallucce, evitando di rispondere. La strega dell’acqua gli lanciava spesso frecciatine, ma ai suoi occhi era abbastanza palese quanto si stesse godendo quella situazione e la possibilità di apparire di prestigio agli occhi di qualcuno. Keith lo trovava un esemplare di essere umano interessante: fin troppo piccato per qualcuno in grado di percepire i sentimenti altrui, per quel che ne poteva capire abbastanza dotato ma, nonostante questo, con una sorta di complesso di inferiorità verso chiunque che mascherava con una sfacciataggine a volte esagerata. Keith non leggeva la mente, ma era sempre stato abbastanza bravo a inquadrare le persone e Lance aveva qualcosa di intrigante.
« Qui abita Hunk. » disse l’altro quando si fermarono dinnanzi alla loro meta. « È una strega della terra, l'elemento più stabile, ed è anche il fornitore di candele di tutto il villaggio. Le candele sono fondamentali quando si tratta di incantesimi e riti, quindi la prima lezione di oggi riguarderà come produrle. È vero che potresti procurartele da Hunk, ma per le occasioni veramente importanti una strega deve essere in grado di crearle da sé. »
Un giovanotto robusto e dal sorriso solare si fece loro incontro, invitandoli a entrare.
« Keith, benvenuto! » esclamò. « È un piacere averti qui! Ti mostro il mio laboratorio! »
Stupito da tanto entusiasmo, Keith lo seguì, affascinato da tutto quello che vedeva attorno. Lungo le pareti erano allineati scaffali ricoperti di candele di ogni colore, al centro si trovava un rozzo tavolo su cui erano disseminati vari pezzi di cera colorati, rotoli di spago e fogli di un bizzarro materiale bucherellato. Su una lunga mensola erano allineate una serie di boccette piene di liquidi che diffondevano nella stanza un miscuglio di fragranze inebrianti.
Fino a quel momento i luoghi che più aveva frequentato erano armerie, camerate di soldati, taverne da pochi soldi e botteghe di scarsa rilevanza. Anche dopo l’addestramento come cacciatore di streghe gli era capitato poche volte di addentrarsi nello studio di uno speziale o nel laboratorio di un erborista. Tutto quello che gli avevano insegnato era condannare qualunque atteggiamento apparisse sospetto o legato alla magia, non era suo dovere approfondire e comprendere tali processi, doveva solo porvi fine. Per questo motivo ora qualunque cosa attorno a lui, osservata con una mente un po’ più aperta, gli appariva affascinante.
« Sì, sì, lo so, siamo fantastici. » commentò Lance, scostandosi un ciuffo di capelli dalla fronte. « Adesso cerca di prestare attenzione a quello che ti dico. »
Keith avrebbe voluto mostrarsi seccato per l’ennesima violazione della privacy dei suoi pensieri, ma sapeva che Lance non lo faceva apposta e aveva un controllo relativo su quella capacità. Inoltre non aveva ancora deciso come sentirsi in proposito, non era del tutto certo che gli dispiacesse.
Hunk attirò la sua attenzione verso i fogli bucherellati e, ignorando i modi sbrigativi di Lance, iniziò a spiegare.
« Questa è cera d’api, proviene direttamente dalle mie arnie sul retro della casa. La maggior parte della materia prima delle candele di Altea viene da lì, così come il miglior miele che si possa immaginare. »
« Hunk è un cuoco fantastico! Prepara dei dolcetti meravigliosi con quel miele! » interloquì Lance.
« Tornando alle candele, esistono due modi per prepararle. Si possono usare questi fogli e arrotolarli strettamente attorno allo stoppino, oppure sciogliere la cera in un contenitore e creare la candela immergendo più volte lo stoppino. »
Keith ascoltava affascinato Hunk spiegare come aggiungere il colore o l’essenza scelta alla cera liquida, come misurare la lunghezza dello stoppino, immergerlo più volte nella cera fino a raggiungere lo spessore desiderato e aspettare che il composto si rapprendesse. Creare candele era un processo lungo, che richiedeva una grande dose di pazienza e Hunk sembrava davvero la persona più adatta per quel genere di procedimento.
La candela rappresentava la base, l’origine, l’alimento. Il fuoco nasceva, si nutriva, cresceva. La fiammella brillava, consumando la cera, creando luce, calore. Elemento di nascita e di morte, fonte di trasformazione, potere del cambiamento…
Seguendo un istinto primordiale, lo sguardo fisso su una delle candele accese sul tavolo, allungò una mano verso la fiamma. Percepì, come da una grande distanza, i due amici trattenere il respiro ma non vi badò. Il fuoco era vivo tra le sue dita, mentre lasciava lo stoppino e si alimentava della sua energia. Bruciava e non bruciava, rilasciava tepore che era fonte di vita…
« Keith! »
La voce di Lance che lo chiamava lo riportò bruscamente alla realtà e, mettendo a fuoco lo sguardo, si rese conto di tenere letteralmente in mano una fiamma.
Prima che potesse anche solo pensare come muoversi, vide Lance chinarsi in avanti per soffiarvi sopra e lo bloccò istintivamente con la mano libera.
« Non bisogna mai soffiare su una candela per spegnerla. Offende il fuoco. » disse. Poi, con le dita, estinse la fiammella.
I due amici lo fissavano senza parole.
Dopo un attimo Hunk, allarmato, gli afferrò le mani per constatare i danni, ma si stupì di non trovare nemmeno la minima traccia di scottatura.
Lance lo fissava con occhi profondi, occhi che potevano vedere molto oltre la superficie.
« Il tuo potere è eccezionale. » mormorò. « Se non l’avessi già visto all’opera durante l’attacco al villaggio faticherei a crederci. Ma perdersi in esso come ti sta succedendo è pericoloso. Il fuoco consuma se non viene tenuto a bada. »
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Keith Kogane, Lance McClain, Hunk Garret
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Partecipa alla Writing Week di Fanwriter.it - Lista Witchcraft
Word count: 1329
Quando Keith era sceso a patti con la propria natura e la necessità di fermarsi al villaggio di Altea per approfondirne la conoscenza, era solo vagamente consapevole di cosa questo significasse. Fino a poco tempo prima pensava di essere solo un cacciatore senza patria e senza famiglia, una persona senza legami che si era arruolata nei corpi speciali del re che miravano a debellare la minaccia della stregoneria nel regno. Era stato proprio inseguendo due persone che avevano visto praticare la magia, che lui e il suo compagno Shiro erano finiti nel fantomatico villaggio di Altea, noto per essere un impenetrabile rifugio di streghe. Lì erano stati attaccati da misteriose creature d’ombra, Keith e Shiro avevano dato una mano e da lì era iniziata la sua scoperta. Aveva dei legami con la stregoneria, possedeva addirittura dei poteri e una forza che aveva aiutato a proteggere il villaggio. Un’energia, a detta di tutti, superiore alla media e molto rara: a quanto pareva era una strega del fuoco.
Era stato complicato accettare questa parte di sé, specialmente quando rappresentava tutto ciò a cui aveva sempre dato la caccia, ma al villaggio lo avevano accolto come in famiglia, nonostante le prime diffidenze. Keith non aveva mai avuto una famiglia o chi si prendesse cura di lui, quindi si era sentito sopraffatto e aveva accettato di rimanere per imparare nuove cose su sé stesso e indagare sulle sue origini.
A fargli da guida in questo bizzarro viaggio in un mondo oscuro, la capo villaggio Allura gli aveva affiancato Lance, una strega dell’acqua con il dono dell’empatia. Lo stesso ragazzo che durante l’attacco era riuscito a superare le barriere che bloccavano i suoi poteri e vi aveva attinto per difendere il villaggio. In qualche modo Allura doveva aver dedotto che quell’episodio li aveva legati.
« Quando ho detto che eravamo legati, non intendevo che ti avrei fatto da balia. » brontolò Lance, mentre lo guidava attraverso il villaggio, in direzione di una delle case più graziose del circondario. Durante il recente attacco non aveva subito molti danni e i pochi erano stati riparati celermente dal suo proprietario.
« Pensavo ti piacesse l’idea di insegnare a un barbaro cacciatore. » lo stuzzicò Keith.
L’altro gli lanciò un’occhiata affilata.
« Non ho detto che non mi piace. Dopotutto istruire un talento come il tuo è un onore oltre che essere interessante e soddisfacente, ma sono una persona impegnata e non posso passare la totalità del mio tempo appresso a un allievo. Quindi vedi di aprire bene le orecchie e imparare il più velocemente possibile. »
Keith fece spallucce, evitando di rispondere. La strega dell’acqua gli lanciava spesso frecciatine, ma ai suoi occhi era abbastanza palese quanto si stesse godendo quella situazione e la possibilità di apparire di prestigio agli occhi di qualcuno. Keith lo trovava un esemplare di essere umano interessante: fin troppo piccato per qualcuno in grado di percepire i sentimenti altrui, per quel che ne poteva capire abbastanza dotato ma, nonostante questo, con una sorta di complesso di inferiorità verso chiunque che mascherava con una sfacciataggine a volte esagerata. Keith non leggeva la mente, ma era sempre stato abbastanza bravo a inquadrare le persone e Lance aveva qualcosa di intrigante.
« Qui abita Hunk. » disse l’altro quando si fermarono dinnanzi alla loro meta. « È una strega della terra, l'elemento più stabile, ed è anche il fornitore di candele di tutto il villaggio. Le candele sono fondamentali quando si tratta di incantesimi e riti, quindi la prima lezione di oggi riguarderà come produrle. È vero che potresti procurartele da Hunk, ma per le occasioni veramente importanti una strega deve essere in grado di crearle da sé. »
Un giovanotto robusto e dal sorriso solare si fece loro incontro, invitandoli a entrare.
« Keith, benvenuto! » esclamò. « È un piacere averti qui! Ti mostro il mio laboratorio! »
Stupito da tanto entusiasmo, Keith lo seguì, affascinato da tutto quello che vedeva attorno. Lungo le pareti erano allineati scaffali ricoperti di candele di ogni colore, al centro si trovava un rozzo tavolo su cui erano disseminati vari pezzi di cera colorati, rotoli di spago e fogli di un bizzarro materiale bucherellato. Su una lunga mensola erano allineate una serie di boccette piene di liquidi che diffondevano nella stanza un miscuglio di fragranze inebrianti.
Fino a quel momento i luoghi che più aveva frequentato erano armerie, camerate di soldati, taverne da pochi soldi e botteghe di scarsa rilevanza. Anche dopo l’addestramento come cacciatore di streghe gli era capitato poche volte di addentrarsi nello studio di uno speziale o nel laboratorio di un erborista. Tutto quello che gli avevano insegnato era condannare qualunque atteggiamento apparisse sospetto o legato alla magia, non era suo dovere approfondire e comprendere tali processi, doveva solo porvi fine. Per questo motivo ora qualunque cosa attorno a lui, osservata con una mente un po’ più aperta, gli appariva affascinante.
« Sì, sì, lo so, siamo fantastici. » commentò Lance, scostandosi un ciuffo di capelli dalla fronte. « Adesso cerca di prestare attenzione a quello che ti dico. »
Keith avrebbe voluto mostrarsi seccato per l’ennesima violazione della privacy dei suoi pensieri, ma sapeva che Lance non lo faceva apposta e aveva un controllo relativo su quella capacità. Inoltre non aveva ancora deciso come sentirsi in proposito, non era del tutto certo che gli dispiacesse.
Hunk attirò la sua attenzione verso i fogli bucherellati e, ignorando i modi sbrigativi di Lance, iniziò a spiegare.
« Questa è cera d’api, proviene direttamente dalle mie arnie sul retro della casa. La maggior parte della materia prima delle candele di Altea viene da lì, così come il miglior miele che si possa immaginare. »
« Hunk è un cuoco fantastico! Prepara dei dolcetti meravigliosi con quel miele! » interloquì Lance.
« Tornando alle candele, esistono due modi per prepararle. Si possono usare questi fogli e arrotolarli strettamente attorno allo stoppino, oppure sciogliere la cera in un contenitore e creare la candela immergendo più volte lo stoppino. »
Keith ascoltava affascinato Hunk spiegare come aggiungere il colore o l’essenza scelta alla cera liquida, come misurare la lunghezza dello stoppino, immergerlo più volte nella cera fino a raggiungere lo spessore desiderato e aspettare che il composto si rapprendesse. Creare candele era un processo lungo, che richiedeva una grande dose di pazienza e Hunk sembrava davvero la persona più adatta per quel genere di procedimento.
La candela rappresentava la base, l’origine, l’alimento. Il fuoco nasceva, si nutriva, cresceva. La fiammella brillava, consumando la cera, creando luce, calore. Elemento di nascita e di morte, fonte di trasformazione, potere del cambiamento…
Seguendo un istinto primordiale, lo sguardo fisso su una delle candele accese sul tavolo, allungò una mano verso la fiamma. Percepì, come da una grande distanza, i due amici trattenere il respiro ma non vi badò. Il fuoco era vivo tra le sue dita, mentre lasciava lo stoppino e si alimentava della sua energia. Bruciava e non bruciava, rilasciava tepore che era fonte di vita…
« Keith! »
La voce di Lance che lo chiamava lo riportò bruscamente alla realtà e, mettendo a fuoco lo sguardo, si rese conto di tenere letteralmente in mano una fiamma.
Prima che potesse anche solo pensare come muoversi, vide Lance chinarsi in avanti per soffiarvi sopra e lo bloccò istintivamente con la mano libera.
« Non bisogna mai soffiare su una candela per spegnerla. Offende il fuoco. » disse. Poi, con le dita, estinse la fiammella.
I due amici lo fissavano senza parole.
Dopo un attimo Hunk, allarmato, gli afferrò le mani per constatare i danni, ma si stupì di non trovare nemmeno la minima traccia di scottatura.
Lance lo fissava con occhi profondi, occhi che potevano vedere molto oltre la superficie.
« Il tuo potere è eccezionale. » mormorò. « Se non l’avessi già visto all’opera durante l’attacco al villaggio faticherei a crederci. Ma perdersi in esso come ti sta succedendo è pericoloso. Il fuoco consuma se non viene tenuto a bada. »