fairy_circles (
fairy_circles) wrote2017-09-24 02:03 am
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Writing Game #2
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Lance McClain, Keith Kogane
Pairings: Keith/Lance
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Uhm... Writing game? Kisses challenge? Quello che è. Promt: 38. Awkward teenage crush kiss. Per Lace.
Word count: 921 (fdp)
Se a Lance avessero raccontato che sarebbe finito a fare un appostamento con sua altezza il principino galra, lui che era il miglior cecchino alteano sulla piazza, come minimo avrebbe riso in faccia al suo interlocutore. Invece il destino era beffardo - e si chiamava Allura, sua principessa e comandante - e aveva deciso che loro due avrebbero fatto squadra. Ed era fantastico, davvero, considerando che Keith non sapeva un bel niente di guerriglia e di ribellione. Quello che sapeva della resistenza l’aveva imparato, probabilmente, dalle chiacchiere popolari e tutto quello che gli importava era riconquistare il suo pianeta per poter tornare a quella vita di agi a cui era abituato. Lance era disgustato all’idea.
Quello che si era aspettato era di passare delle ore a tentare di impedire a sè stesso di saltare alla gola di quel ragazzino borioso e inutile. Quello che si era trovato davanti invece era un giovane determinato e forte, con degli ideali ben precisi e deciso a compensare la propria mancanza di esperienza con le abilità e l’intelligenza di cui disponeva.
Quelle ore vuote e di attesa, si erano trasformate in uno scambio reciproco di chiacchiere all’apparenza di poco conto, ma che li avevano portati a conoscere particolari della vita dell’altro che non si potevano esattamente considerare argomento da salotto. Era così che Lance si era trovato a parlare della sua vita nell’esercito e di come avesse mollato per tutto lo schifo che era costretto a vedere ogni giorno. - E « Non che adesso ne veda di meno, ma almeno combatto dalla parte giusta. » -
Keith gli aveva rivelato di non sapere chi fosse suo padre e, cosa ben peggiore, di non avere idea di quale fosse la razza che si spartiva il suo essere con quella galra. - « Potrei essere qualunque sorta di mostro e neanche lo so. » « Dubito che esistano nell’universo mostri peggiori dei Galra. » « Grazie, Lance. » -
Lance lo sapeva, era un fatto noto e glielo avevano ripetuto in molti, ma constatarlo di persona e averne conferma ogni singola ora di ogni singolo giorno era quasi frustrante: i mezzosangue avevano quel fascino sottile capace d’incantare, anche se, dannazione, quello di Keith non era affatto sottile. Quindi quale fosse l’altra sua metà, stabilì, non aveva davvero la minima importanza.
« Che c’è, stai pensando a una delle tue tante donne? »
La voce di Keith interruppe i suoi pensieri.
« A quella di cui hai inciso il nome sul fucile o un’altra? »
Aveva un tono forzatamente ironico, come se fare quelle battute gli facesse del male, e Lance lo sapeva che Keith aveva una cotta per Shiro - Chi non aveva una cotta per Shiro, su quello stupido pianeta? Forse solo Shiro stesso. -, ma quell’intonazione faceva fiorire in lui speranze che non avrebbero dovuto esserci.
Lance era il miglior cecchino alteano sulla piazza, ma era anche un ragazzo di vent’anni di fronte ad un principe mezzosangue con grandi orecchie viola, occhi color del cielo stellato e… e i mezzosangue erano dannatamente belli.
Ma non era quello il punto.
« Sì, a volte ci penso, anzi, a dir la verità ci penso spesso. » rispose, mentre un sorrisetto aleggiava sulle sue labbra.
Keith distolse lo sguardo. Sembrava davvero addolorato a quel punto.
« Ci penso perchè quello è il nome della mia sorellina e, sai, l’ultima volta che l’ho vista aveva solo cinque anni. Chissà come sta? »
Lo sguardo di Keith fu immediatamente su di lui.
« Mi stai prendendo in giro, vero? »
Era scettico ed era comprensibile.
« Assolutamente no, è la pura verità. Almeno quanto è vero che vorrei baciarti adesso, nonostante a te piaccia Shiro. »
« Non mi piace Shiro…Aspetta, cosa?! »
La sua espressione stralunata fece ridere Lance, pur rendendolo consapevole di quello che aveva appena detto. Ok, adesso era impossibile tornare indietro.
« Quando quel tizio uscirà, qui scoppierà il finimondo e io sono giovane, vorrei baciare il ragazzo per cui ho una cotta, prima di rischiare di morire. »
Keith lo stava fissando con gli occhi sgranati, le labbra appena socchiuse e le guance dello stesso colore della sua armatura.
« Non… non stai per morire… » articolò a fatica.
« Beh, lo spero, ma questo non cambia le cose. »
« Non siamo nella posizione di… »
« Se non vuoi, dillo e basta, Keith. »
Il giovane galra scosse la testa.
« Non ho detto che non voglio. Solo… è strano. Tu che mi dici di avere una cotta dopo che passiamo le giornate a litigare, e io passo le notti a ripensarci. Non me lo posso permettere, siamo in guerra, e… »
Lance smise di ascoltarlo e gli prese le mani tra le sue.
« Siamo in guerra, ma abbiamo una cotta l’uno per l’altro, le cose stanno così e adesso ti bacio prima che quel tizio arrivi a rompermi le uova nel paniere. »
Vide Keith irrigidirsi per un istante, forse spiazzato da quelle parole, per poi chiudere gli occhi e ricambiare la stretta delle sue mani. Si stava affidando a lui e Lance sentì il proprio cuore fare una capriola.
Si risolse ad avvicinare il viso al suo e il primo contatto fu un semplice sfiorarsi, labbra contro labbra.
Keith aveva ragione, era strano, ma gli piaceva. In quel momento non erano il miglior cecchino della resistenza e il principe esiliato di Marmora, erano solo Lance e Keith, e la guerra poteva aspettare ancora il tempo di un altro bacio.