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Titolo: Manutenzione   
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Takashi "Shiro" Shirogane, Pidge Gunderson/Katie Holt
Pairings: Shiro/Pidge
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di Fanwriter.it! Prompt: Manutenzione
Beta:
Word count:
788

Quando Shiro varcò la soglia della stanza che era stata adibita a suo laboratorio, Pidge non avrebbe nemmeno potuto dichiararsi sorpresa: in tutta sincerità si stupiva solo che ci avesse messo così tanto.
Lo stava tenendo d'occhio da giorni e aveva notato quanto fosse stanco e quanto fossero profonde le occhiaie che segnavano il suo volto. Pidge sapeva benissimo di essere l'ultima persona al mondo a poter rimproverare qualcuno perché non riposava a dovere, ma vedere Shiro in quello stato le faceva stringere un nodo allo stomaco. Allura, Coran, persino Keith, gli avevano detto di prendersi una pausa come si deve, ma c'era sempre una mappa da controllare, un quadrante da scandagliare, una richiesta di soccorso da rintracciare. Shiro odiava lasciare i propri compiti a metà e le ore passavano senza che se ne rendesse conto.
Finché le sue mani non avevano iniziato a tremare sulla tastiera, un bicchiere era finito in mille pezzi e il gesto con cui aveva risposto all'ennesima battuta ironica di Lance, aveva rischiato di finire molto male. Keith aveva estratto all'istante il suo bayard e allo stridore acuto di metallo contro metallo era seguito un silenzio assordante.
Shiro aveva visto gli occhi di Lance spalancarsi di paura, quelli di Keith assottigliarsi di furia. Era stato solo un attimo ma gli era bastato.
Aveva voltato loro le spalle e aveva lasciato la stanza.
Pidge sapeva che sarebbe andato da lei, era solo questione di tempo.
« Il mio braccio ha qualcosa che non va. » esordì. « Non risponde bene. »
Lei non batté ciglio, perfettamente consapevole che quello fosse il modo in cui Shiro stava cercando di giustificarsi con sé stesso.
« Ce l'hai con me anche tu? » continuò, davanti alla mancata risposta.
Pidge sospirò.
« Keith e Lance non ce l'hanno con te, si sono spaventati. Sfido chiunque a non esserlo, gli hai quasi staccato una mano. »
Gli occhi di Shiro sfuggirono i suoi, colpevoli.
« Vieni, ti faccio un po' di manutenzione. » aggiunse la ragazza, prima che potesse esprimere ad alta voce la propria responsabilità, come di certo stava facendo tra sé da ore. « Magari è solo saltato qualche contatto. »
Shiro avanzò nella stanza e fece per prendere posto su una delle sedie accanto al tavolo da lavoro.
« No, non lì. » lo fermò Pidge. « L'angolazione del braccio mi renderebbe difficoltoso lavorarci. »
Così dicendo gli indicò una brandina che aveva allestito per le notti in cui non aveva intenzione di tornare in camera a dormire, quando si concedeva solo brevi riposi tra un caricamento e l'altro dei programmi. Spostò un tavolino lì accanto, prese alcuni arnesi e fece di nuovo cenno a Shiro di stendersi.
Solo quando il compagno ebbe preso posto e appoggiato il braccio artificiale sul ripiano, riprese a parlare.
« Era da un sacco di tempo che volevo metterci le mani, ma, sai, non è che potessi venire lì e dirti “Ehi, vorrei smontarti il braccio per vedere com'è fatto”. Però questa tecnologia mi affascina. »
Si era imposta di chiacchierare il più possibile, era l'unico modo che aveva per allentare la tensione che sentiva nell'altro.
« É incredibile il modo in cui sono state fatte le connessioni! Il rilascio di energia a comando è qualcosa di fantastico! A volte mi chiedo se sarei in grado di costruire qualcosa di simile. Probabilmente, con il livello di tecnologia che abbiamo sulla terra, non riuscirei a raggiungere questo grado di perfezione, ma con l'aiuto delle tecniche alteane, forse... »
Il silenzio che aleggiava nella stanza la indusse ad alzare gli occhi dal suo lavoro e quello che vide la fece sorridere. Shiro aveva abbandonato la testa sul cuscino e chiuso gli occhi. Il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente, il respiro regolare.
Pidge rimase a fissarlo per qualche istante, soddisfatta di sé stessa.
« Ma tu guarda se mi dovevo inventare una falsa manutenzione per convincerti a dormire. » borbottò tra sé, rimettendo al proprio posto la placca che copriva le giunture meccaniche. « Questo gioiellino non ne ha bisogno, funziona alla perfezione. Erano le tue reazioni ad essere incontrollate.»
Silenziosamente, spostò il braccio artificiale in modo che fosse adagiato sul materasso e riportò il tavolino alla sua posizione originaria. Poi ritornò sui suoi passi e lo scrutò più da vicino.
Doveva essere davvero esausto se quel movimento non lo aveva svegliato. Finalmente, dopo giorni, aveva un’aria rilassata e Pidge si augurò che nessun incubo turbasse il suo sonno.
« Un piccolo talismano per un riposo tranquillo. » mormorò la ragazza, chinandosi in avanti e scostandogli il ciuffo di capelli candidi dalla fronte.
Vi posò le labbra in un tocco leggero e tornò a sedersi di fronte al proprio computer.
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Power of Dreams

"Posso accettare di pentirmi di aver seguito un sogno che non sono riuscito a realizzare, ma non voglio pentirmi di aver rinunciato a inseguirlo."

Takagi "Shujin" Akito

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