fairy_circles: (Arthur sad)
fairy_circles ([personal profile] fairy_circles) wrote2013-07-28 04:36 pm

[Hetalia] 4th of July - L'amore non mi basta

Titolo: 4th of July - L'amore non mi basta
Fandom: Axis Powers Hetalia
Rating: verde
Personaggi: America (implicitamente Inghilterra)
Pairings: Inghilterra/America one-side
Riassunto: "È finita, Inghilterra, la nuova alba che sorgerà vedrà la mia indipendenza da te."
Disclaimer: Hetalia e tutti i personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya.
Note: Scritta per il 4 luglio in ritardo, sperimentando il pov di Alfred tanto per cambiare, visto che quasi tutti usano quello di Arthur quando scrivono di questo periodo. Prima della lettura consiglio di ascoltare la canzone di Emma L'amore non mi basta, a cui è ispirato il titolo e tutta la fic.
Beta: mystofthestars
Word count: 777 (fdp)

È da molto ormai che ci penso. Ogni volta che resto solo questo genere di riflessioni affolla la mia mente, non lo vorrei ma non posso farne a meno. È triste, straziante, ma chiudere gli occhi, fingere di vivere in una realtà dorata, mi farebbe solo del male. Non sono più un bambino, non sono più lo scricciolo biancovestito che ti aspettava ogni giorno sul molo sperando di vedere le tue navi all’orizzonte. Sono cresciuto, a dispetto di quanto credi, e i tuoi insegnamenti sono serviti a farmi capire quanto la situazione in cui mi trovo, in cui entrambi ci troviamo, sia pericolosamente precaria. Basterebbe un nonnulla per mandare tutto in pezzi e a volte mi chiedo, con le lacrime che salgono a bagnarmi le ciglia, se non sarebbe quella la soluzione migliore. E provo rabbia, tanta rabbia, perché quell’amore che riversi su di me, quella devozione assoluta e quella tenerezza, ti hanno reso cieco al male che mi stai facendo.
Per anni mi sono detto che andava bene così, che di certo ero io che ti stavo fraintendendo perché, siccome tu mi amavi così tanto, non mi avresti mai fatto soffrire di proposito. Ogni volta che tornavi ero accecato dalla gioia di vederti, dall’euforia di poter stare di nuovo insieme al mio fratellone, ma quando te ne andavi, dopo soggiorni sempre più brevi, ero costretto a rendermi conto che gli effetti di quelle visite sul mio popolo erano ben diversi. Soffrivano, pativano la fame, schiacciati da un governo lontano che lasciava loro a malapena di che vivere, molte persone venivano da me a chiedere una soluzione, un mio intervento, qualcosa che li liberasse da quel giogo terribile. Per molto tempo non sono stato in grado di fare nulla, nemmeno ammettere che la persona per me più importante stava causando la mia rovina. Ho provato a parlarti, ma tu non volevi ascoltarmi, dicevi che ero troppo giovane, che non potevo capire, che avevi bisogno di me. Ed io non avevo il coraggio di contraddirti, certo che dietro le tue parole vi fosse una verità assoluta.
Ora però mi sono reso conto che quella non era altro che una scusa, un mio disperato tentativo di rimandare ciò che ormai sapevo inevitabile. Le parole non sono sufficienti quindi ho preso una decisione. Mi si strazia il cuore al solo pensiero, ma non tornerò indietro.
Guardami, Inghilterra, non sono più un bambino. Non posso più essere la tua piccola colonia, il tuo fratellino. È il mio popolo che lo chiede e la rabbia che mi brucia dentro mi darà la forza per andare avanti.
È finita, Inghilterra, la nuova alba che sorgerà vedrà la mia indipendenza da te.

Ci siamo affrontati sul campo di battaglia, come temevo sarebbe successo. Il tuo orgoglio non avrebbe mai accettato una resa senza combattere e senza spargimento di sangue. Lo stesso dei miei compatrioti morti per la nostra libertà che ora bagna il terreno mescolandosi alle fredde gocce di pioggia. Persino il cielo sembra piangere per noi che, in piedi uno di fronte all’altro in due schieramenti opposti, ci fissiamo con odio. Non avevo mai visto un simile sentimento nei tuoi occhi, non mentre li rivolgevi verso di me, e la sua freddezza mi destabilizza.
Ora mi consideri un traditore, dici che ti ho spezzato il cuore e ho infranto la nostra promessa. “Resterò con te per sempre” avevo detto, ma ero solo un bambino, non capivo, non sapevo, non ero giunto ancora a comprendere che in certi casi tutto l’amore del mondo non è sufficiente. Ma ora è inutile rimuginare, non piangerò sul latte versato dal momento che sono stato io, in piena consapevolezza, a fare a pezzi la nostra quotidianità. Nel mio egoismo, come lo chiami tu, sono certo di aver fatto la cosa giusta per me e per il mio popolo. Se sei convinto del contrario, se davvero ora provi per me soltanto odio, solleva quel fucile e spara. So che lo puoi fare, so che il tuo esercito può annientare il mio. Se lo volessi davvero potresti uccidermi. Sono forte ma anche tu lo sei, inutile negarlo, e l’idea in fondo mi fa paura, il tuo fucile alzato mi fa tremare, ma non indietreggio. Avanzi, avanzo anch’io, ci scontriamo, il mio fucile finisce nel fango. Tu punti il tuo contro di me, mi guardi negli occhi e per un istante rivedo il fratello, il padre che mi ha cresciuto, prima di vederti crollare in ginocchio.
Piangi.
Anche a me salgono le lacrime agli occhi, ma non posso permettermi di mostrarle. Il mio cuore è a pezzi, non so se e quando guarirà, la mia sola speranza è di riuscire a dimenticare.

L’amore non mi basta.
Finiamo punto e basta.